sabato 11 gennaio 2025

La libertà vince (anche) grazie a Soros

 


Il lettore prenda nota della prima pagina  di “Libero, “Giornale” e “Verità”, stampa organica alla destra. Andrebbero moralmente denunciate per quello che può chiamarsi antisemitismo strisciante. 11 gennaio 2025, la “bestia” si è risvegliata. Ufficialmente.

E invece tutto tace. Addirittura Daniele Capezzone, “liberale” salandrino e factiano, coglie l’occasione per celebrare il pensiero di Musk a proposito di una auspicabile riunificazione, come scrive, di tutte le destre, incluse quello filonaziste. Quindi antisemite.

Cosa vogliamo dire? Che sulla base dello pseudo ragionamento, ne scrivevamo ieri (*), di Giorgia Meloni (“Voi sinistra avete Soros, noi destra abbiamo Musk”, che problema c’è?”), è ripartito un  viscido attacco  verso un uomo di affari   e  di cultura, del quale la destra, in particolare quella estrema, da sempre come detto antisemita, non sa praticamente nulla, se non le solite pericolose stupidaggini complottiste sull’ “ebreo speculatore” che vuole dominare il mondo.

Se questi cretini, purtroppo pericolosi, avessero letto una sola pagina di quanto ha scritto e dichiarato Soros sull’importante ruolo economico dello stato, sui mercati imperfetti, su Israele che deve rivedere di molto le sue pretese, soprattutto sul piano militare, avrebbero ad esempio ritrovato, non poche idee a favore dell’intervento dello stato condivise dalle stesse destre.

E invece i cretini pericolosi, come il cane di Pavlov, si sono concentrati sul “campanello” dell’ “ebreo speculatore”. Ovviamente non si usa quest’ultimo termine. Si gira intorno.  Ora però  è ufficiale:  la stampa organica alla destra ha perso il pelo ma non il vizio. 

In realtà, sotto il profilo politico, George Soros è un liberal-socialista, se si vuole un liberal, nel senso che crede nella forza politicamente attrattiva del combinato disposto tra diritti civili e diritti sociali.

Pertanto Soros resta comunque, ideologicamente parlando, un antifascista. Un uomo fedele alla lezione del 1945. Anche perché,  nato nel 1930, visse con la famiglia, fino all’abbrutimento del tutti contro tutti pur di salvarsi, la tragedia degli ebrei ungheresi perseguitati dalle Croci frecciate: sgherri al servizio dei nazisti, che per risparmiare proiettili legavano, in lunga fila con il filo di ferro, talvolta spinato, gli ebrei ai bordi del Danubio, dopo di che, una volta colpiti i primi della fila alla nuca, tutti gli altri cadevano, diciamo per gravità, in acqua e affogavano.

Ed è proprio l’antifascismo, che in Soros si congiunge a un robusto antitotalitarismo di origine popperiana, che le destre, come Fratelli d’Italia ad esempio, non sopportano. Inoltre Soros, si ricordi bene, è contro ogni forma di fondamentalismo, compreso quello del mercato.

Di qui l’odio feroce verso un uomo d’affari, ripetiamo coltissimo, non fondamentalista ma liberale, che  rappresenta un atto d’accusa vivente  contro le mostruosità nazifasciste e gli appetiti delle dittature diffuse, come un cancro, in ogni parte del mondo.

 


Attenzione Soros, non è solo un simbolo, immobile, nell’empireo, eccetera, è anche un uomo di penna e di azione. Oltre a scrivere finanzia i movimenti antifascisti e antitotalitari. La sua è un’opera meritoria per la diffusione dei valori liberali dell’Occidente. La verità (altro che quella di Belpietro) è che, dinanzi all’ascesa delle destre nazionaliste, la libertà, nel senso dell’ubi bene, ibi patria, passa (anche) attraverso le opere d uomini valenti e liberali come Soros.

Cosa aggiungere? Che è veramente una vergogna, tra l’altro sulla base dello pseudo ragionamento meloniano (quello del “voi avete Soros, noi Musk, eccetera”), opporre a Soros, icona vivente dei valori brillantemente condensati nella Dichiarazione dei diritti universali dell’uomo del 1948, un personaggio, lui sì veramente inquietante, come Musk, che legittima i movimenti neonazisti che tuttora si nutrono del pensiero hitleriano.

La sola idea di equipararli significa mettere sullo stesso piano un libro come La società aperta: rinnovare il capitalismo globale di Soros con il Mein Kampf di Hitler. Una cosa vergognosa.


Equiparazione, totalmente fuori luogo, che però rivela la pericolosa incultura liberale di Giorgia Meloni e di una destra e (perchè no?) anche di un Capezzone. Un “liberale”, quest’ultimo, che Luigi Salvatorelli, lui sì un grande storico liberale, avrebbe ricondotto “per li rami” nell’alveo ideologico del nazional-fascismo.

Se la Meloni avesse letto Soros, invece di insultarlo in stile complottista, fingendo di ignorare la scarsa solidità della lira italiana nel 1992 (frutto velenoso di finanza allegra, non delle “speculazioni” di Soros), avrebbe trovato argomenti, per lei interessanti, sulle economie miste e la riforma del mercato.

E invece niente. Si continua a gridare contro Soros, ignorandone la grande lezione di libertà.

Come definire questa destra? Idiota, ignorante e pericolosa.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2025/01/gli-abiti-nuovi-dellimperatrice-giorgia.html .

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