giovedì 30 gennaio 2025

Giorgia Meloni, il caso Almasri e la tentazione fascista

 


Se la si mette sul piano giuridico i reati di favoreggiamento e peculato dei quali Giorgia Meloni è accusata sono difficilmente configurabili. La responsabilità della premier diventa di difficile dimostrazione perché il Tribunale dei ministri, cui sono demandati gli accertamenti, deve dimostrare che i due ministri, Nordio e Piantedosi, la avevano avvertita ottenendo il suo assenso (*).

Pertanto la questione prima che giuridica è politica. Non nel senso di una guerra tra potere esecutivo e giudiziario o di un complotto “rosso” contro il governo in carica. Lasciamo perciò da parte il folclore politico.

In realtà la questione è politica nel senso di una pesante eredità ideologica che grava sulle spalle di Giorgia Meloni.

In occasione del Giorno della Memoria, il presidente Mattarella ha giustamente parlato di “tentazione fascista”. Insomma dei rischi insiti in un’ ideologia che non ha mai disdegnato il culto della violenza.

Ne parliamo da tempo anche noi (*). Un personaggio come Almasri rappresenta la quintessenza di una politica come violenza applicata e sistematica nei riguardi di altri esseri umani. Una politica, che può “tentare” chi non abbia una salda cultura liberale. E questo può essere il caso di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni.

Riteniamo infatti che lo stato liberal-democratico, a prescindere dal colore politico del governo in carica, debba tenersi alla larga dallo stipulare accordi con altri governi che democratici non sono, governi che ricorrono largamente all’uso della violenza.

Certo, non sempre è possibile. E di conseguenza il ricorso alla violenza, o comunque all’uso della forza, non può essere escluso in assoluto. Però, ecco il punto: una cosa è il ricorso limitato all’uso della forza, tra l’altro sottoposto a procedure di garanzia, un’altra la violenza sistematica, perfino teorizzata, come la si pratica in Libia nei riguardi dei migranti, rinchiusi in carcere, torturati e uccisi.

Il governo Meloni, per cultura politica autoritario, non si fa molti scrupoli. Il che spiega la benevolenza mostrata verso Almasri, un alleato che rende importanti “servizi” all’Italia. Il come, non sembra interessare Giorgia Meloni. Che come ha dichiarato, rispolverando un vecchio canto fascista, “tirerà dritto”.

A tale proposito, si è invocato, da parte di osservatori vicini alla destra, il concetto di “Ragion di Stato”. Cioè di priorità politiche che riguardano la sicurezza e la difesa dello stato: priorità che giustificherebbero un’azione giuridicamente illecita dal punto di vista del diritto internazionale e del diritto interno allo stato.

E in cosa consistono la sicurezza e la sopravvivenza dello stato nel caso della liberazione di Almasri? Nella persecuzione dei migranti, opera di un feroce signore della guerra libico…

La priorità della Ragion di Stato, è un concetto ambiguo, perché invoca un pericolo imminente. Si pensi a un paese aggredito da un altro paese. Che, allo scopo di difendersi meglio dalla propaganda nemica, sospenda temporaneamente la libertà di stampa, imprigionando i trasgressori. Ma si pensi anche a un paese che scorge nel migrante un pericoloso aggressore, e che quindi pur di difendersi da un pericolo evocato come imminente lascia mano libera, come è accaduto in Italia, a personaggi come Almasri.

L’ambiguità nasce dal fatto che la Ragion di Stato nel primo caso viene invocata per difendersi da un nemico di fatto, nel secondo evocata per colpire un nemico immaginario.

Immaginario. Parola chiave. Che rinvia alla costruzione ideologica del nemico. Che a sua volta rimanda alla cultura della tentazione fascista, che ha nel razzismo un preciso caposaldo ideologico. Perché tentazione fascista e non fascismo tout court?

Perché una destra normale, diciamo liberale, non autoritaria, favorevole alla libera circolazione di uomini e merci, tiene aperte le frontiere e non ricorre ai servizi degli aguzzini. Per contro, una destra autoritaria, rimane a rischio, perché sempre tentata dal ricorso a giustificazioni-razionalizzazioni di tipo fascista, a cominciare dall’ideologia nazionalista e razzista.

Inoltre tentazione significa che certe idee immonde, con le quali non si sono mai fatti i conti, sono rimaste nell’aria, “serpeggiano” per dirla con Mattarella e Levi, e per l’appunto “tentano”. Insomma, possono sempre essere messe in pratica: ieri con gli ebrei, oggi con i migranti.

Qualcuno penserà, allora i palestinesi? Israele non invoca la Ragion di Stato. Certo. Ma i migranti non bombardano regolarmente la Sicilia.

Si dirà inoltre che l’Olocausto e i suoi carnefici non hanno precedenti. Giusto. Però la tentazione fascista “pesca”, per così dire, nel torbido dell’ odio diffuso verso l’altro. Qualcosa che ingloba e teorizza l’uso politico della violenza a 360 gradi per usare il lessico di Giorgia Meloni.

Pertanto la questione da porre non è giuridica ma politica. Anzi, come detto, di eredità ideologica. Perché non si può asserire che il fascismo fu complice della feroce persecuzione degli ebrei, ad opera ad esempio di un Eichmann, che fu esemplarmente processato e condannato a Gerusalemme, e lasciare che un Almasri torni indisturbato il Libia. Addirittura su un volo di stato.

A fare che cosa? Il bieco carceriere di migranti, che, ripetiamo, non bombardano regolarmente la Sicilia. Non vogliono cancellare l’Italia dalla faccia della terra, ma cercano solo, e giustamente, una vita migliore.

Carlo Gambescia

(*) La vicenda è ben riassunta qui: https://pagellapolitica.it/articoli/errori-giorgia-meloni-almasri .

(**) Qui: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/search?q=tentazione+fascista .

Nessun commento:

Posta un commento