sabato 10 febbraio 2024

Il professor Giuseppe Basini e il liberalismo di destra

 


In un editoriale su “L’Opinione delle Libertà”, Giuseppe Basini, professore e liberale di lungo corso, richiama le radici di destra del liberalismo italiano e rimprovera alla destra, ora al governo, di non voler riconoscersi dichiaratamente liberale: “La Destra italiana, nelle sue varie componenti, raramente si professa esplicitamente liberale nelle dichiarazioni dei suoi esponenti e praticamente mai nei programmi ufficiali” (*).

Però, ecco il punto, Basini non approfondisce il perché: dà per scontato che la destra non essendo “illiberale”, già sia liberale de facto. Si legga qui:  “Tanto in economia (l’economia sociale di mercato) che nel diritto (il diffuso garantismo) che in politica estera (la scelta occidentale) la destra italiana, nei fatti, è sostanzialmente liberale (e in ogni caso infinitamente di più di una sinistra giustizialista sempre a rischio di un comunismo di ritorno)”.

Di qui il suo stupore. Anche perché si tratterebbe di un’inezia: ufficializzare una scelta de facto.

Non siamo d’accordo. Per parlare chiaro, il professor Basini commette lo stesso errore di quei liberali di destra, o comunque difensori dell’ordine costituito, che videro nei fascisti dei liberali, solo più vivaci, diciamo dalle mani lunghe, capaci però di garantire il progresso nell’ordine. Di qui, per riferire un dato storico, i "blocchi nazionali", autentico suicidio elettorale della classe dirigente liberale. Dopo di che le cose precipitarono.

Si tratta perciò di un equivoco mai chiarito.

Un abbaglio storico, che fa il pari, con quello della sinistra liberale, che, già negli anni Venti del Novecento, vide nel socialismo, se non addirittura nel comunismo, un possibile alleato. Semplificando, da un lato Facta, che vagheggiava di continuare a fare il  Presidente del Consiglio, dopo la Marcia su Roma, e per giunta con i voti di Mussolini, dall’altro Gobetti, mente sicuramente fervida, ma simpatizzante del pensiero di Sorel e Gramsci, se non addirittura di Lenin.

Abbaglio storico, dicevamo, in cui il professor Basini sembra perseverare, dando per scontata, per usare le sue parole, la natura non "illiberale"  di  Fratelli d’Italia (per qui restringere il giro dei sospettati politici e fare un nome).

Cosa che non è assolutamente vera. E qui invitiamo gentilmente il professore a leggere i numerosi articoli che abbiamo dedicato alla questione sul nostro blog (**).

In sintesi: tra liberalismo, senza etichette politiche, e fascismo tout court, quindi esteso anche ai suoi nipoti e bisnipoti di Fratelli d’Italia, esiste una differenza di fondo. 

Un passo indietro. Sappiamo benissimo che ripetere per l’ennesima volta quanto stiamo per dire può essere giudicato ovvio e noioso. Però, pare che nessuno capisca o voglia capire…

Il liberalismo crede nell’individuo, il fascismo nello stato. Il liberalismo è socialmente spontaneista, il fascismo è socialmente costruttivista. Essere dalla parte dello spontaneismo sociale, che ha inevitabilmente basi individuali, significa essere liberali. Stare invece dalla parte del costruttivismo sociale, fatale regno della burocrazia vessatoria e parassita, significa essere statalisti, quindi disposti a sacrificare l’individuo al Moloch statale, perciò, de facto, illiberali. Il che vuol dire che tra liberalismo e statalismo non c’è ponte. O di qua o di là.

Anche perché il rischio è sempre quello del “trattamento” Alberto de’ Stefani, anch’egli professore, economista liberale, Ministro delle finanze del primo governo Mussolini, accantonato dopo il 1925, perché inutile dal punto vista dello statalismo fascista, infine cooptato nel Gran Consiglio: fu tra i 19 gerarchi che la notte tra il 24 e il 25 luglio, votarono l’Ordine del giorno Grandi. De’ Stefani, un soprammobile per quasi vent’anni, una specie di artistico  posacenere in onice scagliato all’improvviso da Grandi contro il testone di Mussolini.

De’ Stefani fu usato, nel 1922 come nel 1943. E sulla sua triste sorte ogni vero liberale, né di destra né di sinistra, dovrebbe finalmente cominciare a riflettere.

Carlo Gambescia

(*) Qui : https://opinione.it/editoriali/2024/02/09/giuseppe-basini-destra-politica-storia-italia-professarsi-liberale/# .

(**) Qui: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/search?q=fratelli+d%27italia+ . Si veda anche il nostro confronto in argomento con l’amico Teodoro Klitsche de la Grange, altro professore liberale di lungo corso: https://italiaeilmondo.com/?s=carlo+gambescia .

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