In fin dei conti cosa si sa della reale consistenza della armi inviate all’Ucraina? Poco o nulla (1). E in particolare si parla di armi difensive: per capirsi, per ora, niente carri armati solo armi anticarro.
Ovviamente l’argomento è tecnico e soprattutto coperto dal segreto militare. Di qui, una zona informativa grigia distinta da voci, pro e contro, su spedizione di armi, colonne di automezzi, depositi ai confini con la Polonia.
Tutto molto misterioso. E soprattutto molta propaganda occidentale. Nel senso di decisioni pubbliche, annunci storici (o quasi), in particolare statunitensi, di voler aiutare militarmente l’Ucraina. Però poi quando si va a leggere, a scoprire le carte come si dice, saltano fuori cose del genere.
“Biden (…) ha annunciato un discorso per questo pomeriggio e ha chiesto al Congresso fondi per sostenere l’Ucraina, sia dal punto di vista militare che umanitario, per altri 5 mesi. Intanto la Camera Usa ha approvato una legge che consente di sequestrare e vendere i beni degli oligarchi soggetti a sanzioni e di usare i proventi per la ricostruzione in Ucraina” (2).
Se ci si passa la battuta: il giroconto della serva. Che, impone tra l’altro tempistiche lunghe, vendere, convertire, inviare.
L’ultima settimana si è registrata, sembra confermata da Londra, la presenza di istruttori militari britannici. Ciò significa che i carri armati promessi da Londra non sono ancora giunti, e che comunque, per ora, non sono operativi (3). Anche qui i tempi non saranno brevi.
Naturalmente dal punto di vista russo, anche per giustificare la non brillante prova sul campo (a parte i cinici bombardamenti di non poche città ucraine), si enfatizza l’arrivo di ingenti quantità di armi occidentali, di tutti i tipi,che causerebbero, come sostiene Mosca, l’ allontanamento della pace (tradotto: la vittoria della Russia).
In prospettiva – ma si tratta per ora, ripetiamo, di dichiarazioni – le armi dell’Occidente arriveranno, ma non si sa di preciso quando. E soprattutto, quando “andranno a regime”.
Diciamo che in questi primi due mesi di guerra l’Ucraina ha retto l’urto, praticamente da sola, probabilmente grazie al forte munizionamento delle sue batterie anticarro (non si capisce però se pregresso o meno), favorita, così sostengono gli esperti, da errori tattici dei russi, se non addirittura strategici (4).
Il punto è che l’Occidente, quindi la Nato, cincischia: in attesa che russi si stanchino, nascano magari delle proteste interne, anche a livello militare. E che – chissà… – Putin, venga defenestrato.
Si applica, erroneamente, la logica liberal-democratica, della pubblica opinione, dell’indignazione collettiva, del bipartitismo tra governo e opposizione, a un paese, la Russia, che non ha mai conosciuto la liberal-democrazia, e che, se ci si passa l’immagine, ricorda un animale preistorico in stile Jurassic Park. Quindi con seri tratti di pericolosità sociale.
Pertanto, per un verso si fa la voce grossa, si dice che si vuole vincere, e si promettono aiuti militari all’Ucraina, che però, di fatto, finora, ha combattuto da sola contro i russi (a parte un pugno di legionari europei).
Per altro verso, di fatto, non si vuole vincere. Dal momento che non sussiste una precisa strategia militare, ma prima ancora politica, sicché si prende tempo, anche sugli armamenti, perché ci si nasconde dietro bilanci, commissioni, parlamenti, operazioni in conto acquisiti e vendite: tutte attività inadatte per tempistica a favorire la vittoria sui russi. Probabilmente ci si augura, cosa che però non si dice pubblicamente, che anche l’Ucraina, venga a miti consigli.
Insomma l’Occidente, vuole prendere per stanchezza russi e ucraini. Si chiama strategia della lumaca. Bisanzio era abilissima ( ma anche gli imperatori cinesi, prima e dopo le dinastie mongoliche) in questi “giochetti”. Ma sono processi politici e militari che rinviano a forti tradizioni imperiali, tra le altre cose.
Per contro, come abbiamo più volte scritto (5), gli Stati Uniti – sull’Europa stendiamo un velo pietoso – sono “un impero per caso”. Quindi manca del tutto la linea politica, “imperiale”. Si trascuri la propaganda dei nemici, che devono per forza dipingere gli Stati Uniti come un impero compiuto, per accrescere l’odio istituzionale contro il “gigante americano”.
Comunque sia, non escludiamo che la strategia della lumaca possa pure funzionare. Ma a che prezzo? E soprattutto quanto tempo impone. Qui il punto vero: perché più dura il conflitto più i pericoli crescono. Infatti, esiste il fondato rischio – ieri ad esempio Putin parlava di potenti armi segrete – di una improvvisa accelerazione-generalizzazione del conflitto, anche sul piano non convenzionale. Detto altrimenti: il tempo gioca contro il ritorno della pace.
Inoltre sussiste il pericolo che la “guerra” delle sanzioni economiche, contribuisca a deteriorare, attraverso inevitabili restrizioni sociali e provvedimenti di razionamento economico, il morale interno delle popolazioni europee, che a differenza di quelle russe, hanno un alto tenore di vita, quindi margini ridotti di tollerabilità all’insicurezza sociale. Altro che divisioni in campo russo… A rischiare grosso, sul piano della protesta è l’Occidente, in particolare europeo, non russo.
Ci si chiederà allora cosa fare? Procedere nella strategia della lumaca? O armare fino ai denti l’ Ucraina, riservandosi di intervenire direttamente?
La parola ai lettori.
Carlo Gambescia
(1) Qui una scheda sintetica: https://www.rainews.it/articoli/2022/04/ucraina-aiuti-militari-e-armi-occidentali-052cc751-11c7-45d0-a5a8-f92c62f6f7bd.html
(2) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/04/28/ucraina-lunione-europea-prepara-lo-stop-al-petrolio-russo_f44fb664-62cf-4ac8-85d3-2811002202f2.html
(3) Qui, per una rapida sintesi: https://www.corriere.it/esteri/22_aprile_16/ucraina-istruttori-britannici-mosca-mette-al-bando-boris-johnson-91c48884-bdbe-11ec-9131-083ffd710aa7.shtml
(4) Qui, al riguardo, alcune notazioni interessanti: https://www.agi.it/estero/news/2022-04-22/russia-guerra-ucraina-errori-strategici-intervista-o-brien-16469885/
(5) Ad esempio qui: https://cargambesciametapolitics.altervista.org/ucraina-si-puo-parlare-di-una-strategia-americana/
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