Macron ha vinto, viva Macron? Bah. I liberalsocialisti dei vari paesi, diciamo le forze di centrosinistra, stataliste ed ecologiste esultano. Il che è comprensibile. Come del resto che il centrodestra e le destre sempre europee, ancora più stataliste, si mostrino scontente.
Quel che però risulta intollerabile, soprattutto in questi brutti tempi di guerra, è l’ipocrisia, che in politica svolge comunque un suo ruolo (nessuno lo nega), di presumere, a cominciare dallo stesso Macron, che in Francia abbia vinto l’Europa.
Ma quale Europa? Scherziamo? Sull’Ucraina, dove è in gioco il destino europeo, il liberalsocialista Macron, si è chiamato fuori da solo. Non ha ceduto neppure un fucile a tappi all’Ucraina. E nonostante la Francia abbia le centrali nucleari (e pure una “force de frappe”) non vuole rovinare le relazioni economiche con la Russia.
In sintesi, una posizione verso Putin, quella francese, apparentemente più defilata di quella tedesca, ma altrettanto passiva.
Si dice che la prudenza di Macron sia giustificata da un sincero amore verso il popolo francese, e che quindi attraverso la politica di appeasement verso Mosca, voglia salvaguardare l’Esagono da avventure militari.
Può essere. Però, considerata la forza militare della Russia e l’indecisione americana, in caso di guerra e invasione dell’Europa, Macron, al massimo potrebbe prepararsi a ricoprire il ruolo – ironia della storia, per un antifascista – del Maresciallo Pétain.
Cosa, ancora più ironica, è che Macron, in campagna elettorale, ha stigmatizzato le frequentazioni moscovite di Marine Le Pen, dipingendo invece il proprio attendismo verso Putin come una saggia politica da statista prudente.
Si noti però una cosa: Macron ha incontrato Putin (praticamente snobbato dal russo), ma si è ben guardato finora di andare a Kiev. Niente visitina, neppure di rito. E qui, un inciso, per l’Italia, che zitta zitta, si è messa sulla scia di Macron.
E costui sarebbe il Presidente francese filoeuropeo? Con lui ieri avrebbe vinto l’ Europa? Si noti in proposito l’entusiasmo mostrato da Draghi per la rielezione, altro liberalsocialista, altra faccia di bronzo. Si legga qui:
“La vittoria da parte di Emmanuel Macron nelle elezioni presidenziali francesi è una splendida notizia per tutta l’Europa. Italia e Francia sono impegnate fianco a fianco, insieme a tutti gli altri partner, per la costruzione di un’Unione Europea più forte, più coesa, più giusta, capace di essere protagonista nel superare le grandi sfide dei nostri tempi, a partire dalla guerra in Ucraina. Al Presidente Macron vanno le più sentite congratulazioni del Governo italiano e mie personali” (*).
Ma di quale Europa stiamo parlando? Quella di una classe politica, incistata di socialisti e democristiani di sinistra che si fingono liberali, e di ecologisti travestiti da liberali? E che ora, dinanzi alla prepotenza russa, pur di restare abbarbicata al potere, resta passiva, sperando che le cose si risolvano da sole, magari ai danni dell’Ucraina.
Si noti pure che si sta verificando un inizio di alleanza, seppure non riconosciuta ufficialmente, diciamo oggettiva, tra i filorussi storici, di destra e di sinistra, che vedono nei tentennamenti tedeschi e francesi, per fare solo due esempi, una forma di ripensamento verso le cause dell’ invasione russa e il ruolo della Nato.
Insomma, parliamo di coloro che auspicano un’Europa russificata e che confidano in un ritorno, magari a livello collettivo, quindi violento, dell’antico antiamericanismo francese e tedesco. E, per costoro, Macron è un buon inizio.
Sono ovviamente voli pindarici di fanatici dell’eurasismo, tra gli altri. Però atteggiamenti come quello di Macron, che fanno vincere le elezioni, sottraendo furbamente voti alle destre filorusse puntando su una sottospecie di pacifismo responsabile, non aiutano l’Europa, di cui la Russia farebbe un solo boccone. E soprattutto allargano la distanza tra le due sponde dell’Oceano. Che poi anche gli americani, come scrivevamo ieri, non abbiano una strategia è innegabile.
Si dirà, che proprio per quest’ultimo motivo, Macron fa bene a non allinearsi. Può essere. Però non si evochi l’Europa. Macron ragiona da francese, i tedeschi da tedeschi, e via di seguito quasi tutti gli altri.
Pertanto ieri non ha vinto l’Europa. Ha vinto Macron, un liberalsocialista, pronto a mediare con tutti, pur di restare al potere. In Francia.
Certo, non ha vinto la destra razzista e filorussa. Il sospiro di sollievo può essere anche giustificato. Ma non i fuochi d’artificio, tipo Tg1.
Perché, chi ci dice, che Emmanuel Macron, per quelle ironie della storia, non si leghi ancora più strettamente ai russi di Marine Le Pen?
Carlo Gambescia
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