mercoledì 9 ottobre 2019

Il  taglio dei parlamentari e il  lato commerciale del populismo
Il  nuovo fascismo dei ragionieri…

A proposito di Trump si parla sempre più di “presidenza commerciale”.  Cosa significa?  Che il presidente statunitense  ragiona come un contabile. Non vuole tirare fuori soldi per missioni all’estero, non vuole perdere un dollaro, neppure in prospettiva, negli scambi commerciali.  Vede ovunque, non stati e nazioni interlocutori degli Usa,  ma pericolosi procacciatori collettivi di affari che puntano a danneggiare economicamente gli Stati Uniti. Il che spiega,  da ultimo, la svendita dei curdi a Erdogan.
Non che  in passato  gli Stati Uniti   non abbiamo fatto marcia indietro, come negli anni Trenta del Novecento e in Vietnam, abbandonando gli alleati a un triste destino. Il fatto nuovo è rappresentato dalle motivazioni  squisitamente economiche. Non un dollaro del contribuente: i curdi (quasi testuale) sono stati abbondantemente pagati per combattere l'Isis, quindi non possono avanzare pretese. Che  facciano da soli. Questa la filosofia del ragionier Trump.
Esiste indubbiamente un lato commerciale del populismo, da approfondire.  Si pensi ad esempio, non tanto ai ridicoli  festeggiamenti  dei pentastellati a proposito dell’approvazione definitiva del taglio al  numero dei  parlamentari, quanto alla maggioranza schiacciante che ha determinato la vittoria del populismo commerciale anche alla Camera.  Insomma la febbre commercial-populista ha contagiato tutti i partiti. E consigliamo ai promotori, come Giacchetti,  di un più che giustificato referendum di non farsi troppe illusioni:  quorum o meno,  gli italiani   quanto ad analfabetismo liberale non sono secondi all'America che vota Trump.
In nome della ridicola "lotta alle poltrone", si magnifica l’irrisorio risparmio  alla stregua di  una battaglia di civiltà:  come se a un ignoto  amministratore di condominio venisse conferita la medaglia a valor civile per aver risparmiato pochi euro sulle spese di cancelleria. Insomma si privilegia il lato commerciale delle cose, se si vuole addirittura ragionieristico.
In realtà, alla base dell’atteggiamento di Trump,  di Maio e degli altri caporioni populisti c’è un profondo disprezzo per il parlamentarismo. Sotto il commercialismo  si  nasconde il fascino per l’uomo forte e  la democrazia plebiscitaria. Una specie di nuovo fascismo.  E qui va osservata una cosa: l' odio verso la più classica delle istituzioni liberali, il Parlamento,  differenzia  i tagli  del populismo da quelli racchiusi nelle  normali politiche di bilancio, che, pur essendo rigorose, non mettono in discussione le conquiste liberali. Mai confondere i due approcci.
Eppure nessuno sembra rendersi conto del pericolo. Si sfoglino pure i giornali di oggi. Non si troverà un solo accenno alla pericolosa visione  antiliberale che si nasconde dietro  la  riduzione della politica a gretti  calcoli  contabili. Invece si plaude. Nessuno pare  accorgersi  del pericolo insito in ciò che si potrebbe definire il nuovo fascismo dei ragionieri.  
Il che è veramente  triste.

Carlo Gambescia

                      

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