giovedì 3 ottobre 2019

Il  mito del  nazionalismo alimentare
"Parmigiano o morte!"


Trump non è che l’ultima espressione della cosiddetta cultura del chilometro zero. E  probabilmente lo è in modo  inconsapevole,   perché a differenza di altri presidenti è un figlio di papà cresciuto nella bambagia e nell'ignoranza della storia.   
Anche in  Italia però  non è che al riguardo si scherzi...  Basta accendere il televisore per sentire  rimbombare nelle nostre orecchie,  gli evviva alla filiera nazionale, al prodotto biologico sotto casa, al chilometro zero. Molti forse non sanno o non ricordano  che nella Francia nel  Settecento  una  nuova generazione (per il tempo) di economisti, i fisiocratici, lottò per la libertà di commercio, in particolare del grano.  Allora vietata  all’interno di un Esagono  imprigionato   da vincoli e dazi interni.   Bastavano  un inverno più lungo e un'estate più corta perché  uomini, donne, vecchi e bambini  morissero  come mosche:  intorno al chilometro zero  si moltiplicavano solo fame, miseria e morte. 
Grazie a queste grandi battaglie, rilanciate nella Gran Bretagna liberale dell’ Ottocento (ma anche nel Piemonte di Cavour ),  e ai progressi tecnici nel campo della refrigerazione e della chimica, la dipendenza dal chilometro zero  si è a poco a poco dissolta.  Il peso del nazionalismo alimentare e dell' agricoltura  è decresciuto fino al punto di dover  finanziare i lavoratori del settore come specie protetta…            
Gli stessi spettatori  che ogni volta  ridono, quando guardano il film di  Benigni e Troisi, all’improvviso sprofondati nell’Italia del Quattrocento,  anch’essa  vittima del chilometro zero difeso da ottuse guardie  confinarie,  dovrebbero ridere delle scemenze racchiuse in certi idioti  spot commerciali all’insegna del nazionalismo alimentare. 

Naturalmente,  si giustifica tutto ciò  con la stupidaggine della difesa dei "sacri confini" della salute del consumatore...  In realtà, alla radice di questo atteggiamento autolesionista vi  sono le stesse sciocche e ignoranti paure,  evocate nell' Europa della caccia alle streghe. Ad esempio, sulla patata, tubero commestibile che insieme all'oro giungeva in Europa stipato nei galeoni spagnoli.
Ecco, quando Trump evoca i dazi sul parmigiano, eccetera,  e l’Italia  e l’Europa,  rispondono “Parmigiano o morte!”,  si dovrebbe  ricordare che con il chilometro zero nella Francia del Settecento si moriva di inedia . Come morivano, e come mosche, i primi pellegrini stabilitisi sul suolo americano. Allora  la fame, frutto dell' isolamento,  e  le feroci scorrerie indiane erano le cause principali  di morte.  La guerra  doganale  del made contro il made non vede vincitori ma solo perdenti.
Laissez faire, Laissez passer, altro che nazionalismo alimentare…


Carlo Gambescia