domenica 7 luglio 2019

Un articolo  di Giampaolo Rossi
"Complessità" antiliberale…


Promettiamo che leggeremo con attenzione tutto l'articolo, ma se il buongiorno si vede dal mattino... Secondo Giampaolo Rossi (nella foto), membro del  Cda in quota sovranista, programmi come  quelli di Fabio Fazio, non rispecchierebbero  la realtà.  Così si legge in un lancio (*).
Perché?   Innanzitutto,

“la funzione del Servizio Pubblico non può essere quella di unificare, ma di rappresentare la complessità. Il rischio – ha sottolineato Rossi – è che la RAI rimanga estranea ai nuovi flussi culturali che attraversano la società italiana; che si abbandoni a raccontare l’Italia dei pochi”.

E in secondo luogo,
gli happy fews sono i “soliti”. Rossi scrive: “Se un osservatore leggesse l’Italia attraverso gli ospiti di Fazio, vedrebbe una bolla sospesa fuori dal tempo, immersa in una monovisione del mondo”.

Mentre,   

il Tg2 di Gennaro Sangiuliano [sarebbe una] testata capace i raccontare il politicamente scorretto senza paura: “Ecco la vera sfida culturale della RAI: quella del Plurale che non è sottrazione ma somma e si realizza non limitando ma moltiplicando le voci”.

Certamente, come se fossero antani...  
A proposito di "nuovi flussi culturali", e di "moltiplicazione" delle voci,  intanto diciamo che  la Russia di Putin, così  ammirata da Gennaro Sangiuliano (nella foto a destra, da giovane,  con Almirante),  non è che sia proprio un esempio di pluralismo. E neppure lo è l’atteggiamento verso i media di un altro campione del Tg2, Donald Trump.   Che siano invece  "flussi"  vecchiotti  in stile littorio?  Di ritorno? 
E qui va sottolineata  un'altra cosa: l’idea  del  rappresentare la complessità  dipende dalla definizione di complessità. Il mondo è complesso perché sussistono più punti di vista?  Certamente. Ma anche tra gli avventori di un bar sussistono più punti di vista. Come del resto  in un Consiglio di Facoltà.
Il vero punto è la qualità  dei punti di vista.  Sulla quale -  ecco la funzione di un servizio pubblico -   la Rai dovrebbe fare da  filtro.   Insomma,  fare  quello che non fanno i Social, dove passa di tutto.
Filtro può però  sembrare termine censorio.  In realtà,  ci sono visioni e visioni del mondo.  Quella che Giampaolo Rossi, chiama “monovisione” del mondo,  risulta invece fondata  sulla libertà individuale, sulla  tolleranza, sul  multiculturalismo,  sui mercati aperti,   sul multilateralismo e   sulla  democrazia parlamentare.  Siamo dinanzi alla   visione  che ha vinto, e  meritatamente,   nel 1945, schierando i soldati.  E nel 1989-1991 allineando le imprese. Si chiama liberalismo.
Può essere una monovisione  solo per lo sconfitto del 1945: per chi  non si sia rassegnato  alla sconfitta del nazionalismo, del razzismo, del protezionismo e della dittatura. Rossi è tra questi?    
Si dirà, che cosa c’entra tutto ciò  con la Rai. C’entra, c’entra…  La visione liberale del mondo non è un punto di  vista come gli altri,  ma   è la base,  il fondamento,  e di conseguenza il filtro,  di tutte le altre libertà, né tantomeno può essere ridotta a  monovisione, o peggio a visione di parte.  Croce parlò del liberalismo come di  un   pre-partito, una visione del mondo capace di  abbracciare ogni partito politico. Una concezione che se condivisa da tutti, può aiutare  a capirsi e conoscersi, a   ridurre guerre e conflitti. Popper la chiamò  società aperta, Hayek Grande Società.    
Insomma, se viene meno il filtro liberale, quello dei valori del 1945, e ancora prima della tradizione illuminista e moderna,   il rischio è di veder tornare in auge ciò  che Rossi chiama complessità, addirittura pluralismo,  ma che in realtà  non è altro  che una riproposizione del brutale antiliberalismo della tentazione  fascista: un misto di  razzismo, bellicismo e occasionalismo. Un miscuglio cognitivo che  rinvia alla narrazione della  Rai  come arma più forte di un regime nemico del liberalismo. Come un tempo Cinecittà.
Ripetiamo, Rossi è consapevole del rischio insito nel nichilismo armato delle idee a chilometro zero? 
Insomma, altro che  i “soliti”  noti  “degli happy fews”…  Altro che Fazio…    Qui  è in gioco la libertà di tutti.         

Carlo Gambescia  

(*) Qui : http://www.barbadillo.it/83561-idee-giampaolo-rossi-su-culturaidentita-la-vera-sfida-della-rai-sara-quella-del-pluralismo/