giovedì 6 giugno 2013

La rivista della settimana: “éléments”, Avril-Juin 2013, n. 147, pp. 64, euro 5,50.





Più effervescente che mai l’ultimo fascicolo di “éléments” ( Avril-Juin 2013), a cominciare dall’editoriale di Robert de Herte (Alain de Benoist), "Défiance partout, espoir nulle part" (p.3),  dove si evidenzia il crescente disgusto dei popoli europei per una politica senza alternative e per un' economia sempre più avara. Disaffezione, alla base di quella crisi rivoluzionaria che, citando Lenin, de Benoist sembra auspicare e prevedere al  tempo stesso.
Un' apertura scoppiettante, che ben si salda al dossier dedicato a "Les oubliés" (pp. 51-62), alle nuove “classes populaires”, sempre più giudicate, con un misto di timore e ripugnanza,  “classes dangereuses”. E da chi? Dalle élite sociali al potere, di regola con passato di sinistra,  secondo la nota interpretazione di Lasch e prima ancora di Sorel.  Il dossier, che ospita scritti di Pascal Eysseric, Jean Peusse, Laurent Cantamessi, David L’Épée, ripercorre la progressiva estromissione della classe operaia, negli ultimi trent’anni, dalla vita politica, economica e perfino dall’immaginario culturale, sotto i colpi della mondializzazione economica.
Svolta operaista ? Chissà. O forse anarchica? Come sembra avanzare l’interessante articolo di Olivier François ("Redécouvrir l’ anarchisme", pp. 48-50). Da un creativo pensatore politico come Alain de Benoist  -  punto di riferimento della rivista -   ci si può attendere di tutto.  Tranne,  ovviamente,   diventare liberale o socialdemocratico…
Uno dei meriti della  rivista è  di sollevare  problemi e rimettere in discussione  verità date  per scontate. Si veda ad esempio   l’interessante articolo, di Pierre Le Vigan sulle “città-giardino” ("Le renouveau des cité-jardins", pp. 40-41), in chiaro contrasto  con i dettami  di un'  architettura funzionalista,  nemica delle differenze e delle  particolarità locali.
Intrigante anche lo scritto di Mathilde Gibelin dedicato allo scrittore Alain Damasio ("Révolution: le mode d’emploi selon Alain Damasio", pp. 36- 37): una specie di Orwell nutritosi di Foucault; un esplosivo mix letterario che  pone la fantascienza, di altissimo livello,  al servizio della previsione politica anti-autoritaria.
Operaismo, anarchismo,  science-fiction libertaria  E dulcis in fundo una rievocazione simpatetica ma dissacrante di  San Francesco D'Assisi  di Jean Messier ("Éloge de François d'Assise", p. 24), che  non sarebbe  dispiaciuta al libertino Engels...  Probabilmente, la rivista animata da Alain de Benoist   non è mai stata così lontana dalla destra. Diremmo anni luce.  E dalla sinistra? Dai  socialdemocratici sicuramente.  E  da  radicali e rivoluzionari?  In attesa delle prossime puntate, di certo ghiotte, sospendiamo il giudizio.  

A dire il vero, Alain de Benoist, sembra sempre  più  ricordare  la figura di Georges Sorel, anche per statura intellettuale e non comuni  capacità di sintesi.   Si spera, però, senza la stessa passione per gli uomini forti, troppo forti… 

Carlo Gambescia

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