La rivista della
settimana: “éléments”, Avril-Juin 2013, n. 147, pp. 64, euro 5,50.
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Più effervescente
che mai l’ultimo fascicolo di “éléments” ( Avril-Juin 2013), a cominciare
dall’editoriale di Robert de Herte (Alain de Benoist), "Défiance partout,
espoir nulle part" (p.3), dove si evidenzia il crescente
disgusto dei popoli europei per una politica senza alternative e per
un' economia sempre più avara. Disaffezione, alla base di quella crisi
rivoluzionaria che, citando Lenin, de Benoist sembra auspicare e prevedere
al tempo stesso.
Un' apertura
scoppiettante, che ben si salda al dossier dedicato a "Les oubliés"
(pp. 51-62), alle nuove “classes populaires”, sempre più giudicate, con un
misto di timore e ripugnanza, “classes dangereuses”. E da chi? Dalle
élite sociali al potere, di regola con passato di sinistra, secondo la
nota interpretazione di Lasch e prima ancora di Sorel. Il dossier, che
ospita scritti di Pascal Eysseric, Jean Peusse, Laurent Cantamessi, David
L’Épée, ripercorre la progressiva estromissione della classe operaia, negli
ultimi trent’anni, dalla vita politica, economica e perfino dall’immaginario
culturale, sotto i colpi della mondializzazione economica.
Svolta operaista ?
Chissà. O forse anarchica? Come sembra avanzare l’interessante articolo di
Olivier François ("Redécouvrir l’ anarchisme", pp. 48-50). Da un
creativo pensatore politico come Alain de Benoist - punto di
riferimento della rivista - ci si può attendere di tutto.
Tranne, ovviamente, diventare liberale o
socialdemocratico…
Uno dei meriti della
rivista è di sollevare problemi e rimettere in discussione
verità date per scontate. Si veda ad esempio
l’interessante articolo, di Pierre Le Vigan sulle “città-giardino”
("Le renouveau des cité-jardins", pp. 40-41), in chiaro
contrasto con i dettami di un' architettura
funzionalista, nemica delle differenze e delle particolarità
locali.
Intrigante anche lo
scritto di Mathilde Gibelin dedicato allo scrittore Alain Damasio
("Révolution: le mode d’emploi selon Alain Damasio", pp.
36- 37): una specie di Orwell nutritosi di Foucault; un
esplosivo mix letterario che pone la fantascienza, di
altissimo livello, al servizio della previsione politica
anti-autoritaria.
Operaismo,
anarchismo, science-fiction libertaria
E dulcis in fundo una
rievocazione simpatetica ma dissacrante di San Francesco
D'Assisi di Jean Messier ("Éloge de François d'Assise", p. 24),
che non sarebbe dispiaciuta al libertino
Engels... Probabilmente, la rivista animata da Alain de Benoist
non è mai stata così lontana dalla destra. Diremmo anni luce.
E dalla sinistra? Dai socialdemocratici sicuramente.
E da radicali e rivoluzionari? In attesa delle
prossime puntate, di certo ghiotte, sospendiamo il
giudizio.
A dire il vero,
Alain de Benoist, sembra sempre più ricordare la figura
di Georges Sorel, anche per statura intellettuale e non
comuni capacità di sintesi. Si spera, però, senza la
stessa passione per gli uomini forti, troppo forti…
Carlo Gambescia
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