martedì 20 novembre 2012


Papa Wojtyla senza effetti speciali...


Prima e dopo la cura...



Delle grandi cattedrali medievali quasi mai si conosce o  ricorda il progettista ( o i progettisti). Gli storici parlano di  maestosi  lavori collettivi  animati da   "diffuso senso del sacro". Per contro, della statua di Papa Wojtyla, nella romana  piazza dei Cinquecento,  ieri  "ri-scoperta" nella nuova versione,  si sa tutto, anche troppo ( http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/curiosita/2012/11/19/Svelata-nuova-versione-statua-Wojtyla_7819948.html  ) . Qualcuno si fermerà a guardarla restando in mistica contemplazione? O magari  facendosi solo  il  segno della croce ? Può darsi. Ma è il senso del sacro, come patrimonio  collettivo (di tutta la società) che, dall'Umanesimo in poi,  si è rarefatto,   favorendo,  tra le tante conquiste importanti,  anche quella dei diritti (individuali) di autore… Magari giustamente meritati :  si pensi alla genialità di Michelangelo (per non parlare di Leonardo). Però, ecco il punto, piano piano ci si è abituati a  guardare  all’opera in sé,  ammirando la bravura del singolo  autore.  Oppure criticandolo,  come nel caso del Wojtyla della Stazione Termini…Tutto qui.

È un bene? È un male? In realtà il senso collettivo del sacro, dopo essersi impossessato, soprattutto nel Novecento, della politica, si è spostato altrove, ad esempio, negli stadi conquistati dagli effetti speciali e dalle cattedrali di luce che  accompagnano  le partite di calcio e i  concerti di musica rock o pop. Quindi è meno diffuso, o comunque ravvisabile   in eventi circoscritti  ad alcune categorie di persone (tifosi e fans),  che con la religione delle cattedrali, non di luce,  ma medievali,  non hanno nulla a che fare.  E la statua di Papa di Wojtyla? Forse con qualche effetto speciale potrebbe attirare l’attenzione dei passanti… Ma non per molto. L’uomo del Ventunesimo Secolo si stanca presto. 

Carlo Gambescia

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