Papa Wojtyla senza effetti speciali...
Delle grandi cattedrali medievali quasi mai si conosce
o ricorda il progettista ( o i progettisti). Gli storici parlano di
maestosi lavori collettivi animati
da "diffuso senso del sacro". Per contro, della
statua di Papa Wojtyla, nella romana piazza dei Cinquecento,
ieri "ri-scoperta" nella nuova versione, si sa tutto,
anche troppo ( http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/curiosita/2012/11/19/Svelata-nuova-versione-statua-Wojtyla_7819948.html
) . Qualcuno si fermerà a guardarla restando in mistica contemplazione? O
magari facendosi solo il segno della croce ? Può darsi. Ma è
il senso del sacro, come patrimonio collettivo (di tutta la società) che,
dall'Umanesimo in poi, si è rarefatto, favorendo,
tra le tante conquiste importanti, anche quella dei diritti
(individuali) di autore… Magari giustamente meritati : si pensi alla
genialità di Michelangelo (per non parlare di Leonardo). Però, ecco il punto,
piano piano ci si è abituati a guardare all’opera in sé,
ammirando la bravura del singolo autore.
Oppure criticandolo, come nel caso del Wojtyla della Stazione
Termini…Tutto qui.
È un bene? È un male? In realtà il senso collettivo del
sacro, dopo essersi impossessato, soprattutto nel Novecento, della politica, si
è spostato altrove, ad esempio, negli stadi conquistati dagli effetti
speciali e dalle cattedrali di luce che accompagnano le
partite di calcio e i concerti di musica rock o pop. Quindi è
meno diffuso, o comunque ravvisabile in eventi circoscritti
ad alcune categorie di persone (tifosi e fans), che con la
religione delle cattedrali, non di luce, ma medievali, non hanno
nulla a che fare. E la statua di Papa di Wojtyla? Forse con qualche
effetto speciale potrebbe attirare l’attenzione dei passanti… Ma non per molto.
L’uomo del Ventunesimo Secolo si stanca presto.
Carlo Gambescia
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