Obama-re
o della continuità del potere
E così Obama è stato rieletto... o incoronato...
Comunque sia, auguri.
Per quale ragione "incoronato"? Perché
desideriamo porre l’accento su un dato, ormai strutturale, che ha
distinto le presidenze statunitensi negli ultimi trent'anni: quello del doppio
mandato. Si pensi a Reagan (2), Clinton (2), Bush figlio (2) e ora Obama (2).
Ciò significa una sola cosa: che “anche” la democrazia repubblicana
" più grande del mondo", dove si enfatizzano ricambio
politico e partecipazione diretta, ha necessità assoluta di continuità e
stabilità politica. In definitiva, quattro anni sono
pochi. Serve un "re-repubblicano".
Del resto, come è noto,
il presidente americano, quanto ai suoi poteri di
"comandante in capo", è già una specie
di monarca assoluto ( o quasi) in sedicesimo...
Naturalmente, il terzo mandato consecutivo è vietato da uno specifico
emendamento ratificato nel 1951 per evitare altri Franklin Delano
Roosevelt, il temuto (dai repubblicani) presidente
"socialista" dei quattro mandati, 1933-1945. Tuttavia, da
allora, sono passati più di sessant'anni, perciò non è detto
che, prima o poi, la necessità insita nel principio di
continuità e stabilità del potere, non possa vendicarsi. Parliamo di una
"costante metapolitica"
che innerva tutti i regimi politici e le
forme di stato. Insomma, il
potere sembra essere più forte degli uomini…
e delle democrazie repubblicane.
Carlo Gambescia
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