lunedì 26 novembre 2012






Cara donna Mestizia,
dopo lunghissimo e onorato servizio siamo stati brutalmente licenziati dal nostro datore di lavoro, che per tutta risposta alle nostre vibrate proteste ha sfacciatamente diffuso a mezzo stampa la tesi paradossale che non soltanto non abbiamo mai lavorato alle sue dipendenze, ma addirittura non siamo mai esistiti! Recatici in uno studio legale per sondare le possibilità di adire le vie legali, la segretaria ci ha scacciato con offensivi pretesti razzisti (testuale: “Fuori di qui che mi sporcate tutto!”). Ci siamo messi a frugare nei cassonetti per racimolare un po’ di cibo, ma siamo vegetariani, e qui sembra che tutti mangino solo carne e merendine. Ci accorgiamo che tutti ci fissano con un’espressione strana. Al nostro indirizzo i passanti pronunciano a mezza bocca frasi enigmatiche e preoccupanti, quali: “Buono, lo stracotto con la polenta!” oppure “Ammazzalo quante belle bisteccone!” Che fare?
I lavoratori della Cooperativa “Bue & Asinello”

Cari lavoratori della Cooperativa “Bue & Asinello”,
la crisi è un momento difficile, ma è anche una opportunità di rinnovamento sociale e personale. Come dice il nostro Presidente del Consiglio, il posto fisso è noioso! Comunque, visto che ci avviciniamo al Santo Natale e ci sentiamo tutti più buoni, scrivetemi privatamente accludendo dettagliato CV, e vedrò se posso fare qualcosa.

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Cara donna Mestizia,
mi consenta: non ci capisco più un cavolo. Ho fatto tutto quello che mi hanno chiesto, e non è che mi hanno chiesto poco, mi hanno chiesto quasi tutto. Però almeno il quasi me lo devono lasciare! E invece qui mi condannano in tribunale, mi rapiscono il ragioniere, fanno crollare i titoli azionari delle mie imprese, continuano a darmi la colpa di tutto. Questa persecuzione non finisce mai! Cos’altro vogliono da me, quegli squali?! Cosa vuole, l’abbronzato maledetto?! Mi vogliono vedere in mezzo a una strada, a dormire sui cartoni?
Cav. S. Bernasconi

Caro Cav. S. Bernasconi,
mi consenta Lei: cosa sono questi indovinelli? Lei allude a certi “loro” che le hanno “chiesto quasi tutto”, protesta che “almeno il quasi” glielo “devono lasciare” … vaneggia di un “abbronzato maledetto”… come se noi fossimo tenuti a sapere tutto di Lei, di “loro”, de “l’abbronzato” e delle vostre beghe personali. Ma Lei chi diavolo è, chi diavolo si crede di essere? Mario Monti? Napoleone? Visto però che ci avviciniamo al Santo Natale e ci sentiamo tutti più buoni, mi scriva privatamente, e La metterò in contatto con i lavoratori della Cooperativa “Bue & Asinello”. Come si dice? Mal comune, mezzo gaudio.

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Cara donna Mestizia,
una settimana fa, dopo ventitre anni di lavoro come magazziniere presso la Ditta “Triccheballacche & F.lli”, vengo licenziato dal nuovo amministratore delegato dott. Cing Ciang, che motiva il provvedimento con la mia ostinata renitenza ad accettare più di trenta ore straordinarie settimanali, aggiungendo che se io sono  “choosy”, lui con tutti i disoccupati che ci sono ha solo l’imbarazzo della choice. Esco stravolto dall’ex luogo di lavoro, e dopo aver vagato alla cieca per ore rientro a casa. Salgo a piedi (l’ascensore è rotto). Metto la chiave nella serratura, ma non gira. Riprovo. Niente da fare, non gira. Perplesso, suono alla porta. Mi apre mia moglie, mi guarda, e mi fa: “Desidera?” Anche se non ho voglia di scherzare, sorrido e faccio per entrare. Lei mi dà uno spintone e si mette a gridare “Aiuto, aiuto!” Esce il vicino di pianerottolo, una cintura nera di karate, che mi massacra di botte. Giaccio al suolo sanguinante, gemo, sputo due denti. Arrivano i carabinieri. Mi controllano i documenti, mi accusano di tentata effrazione, tentata aggressione, tentato stupro, più altro che non ho capito perché il karateka mi ha rotto un timpano. Mi ammanettano e mi traducono alle carceri circondariali. Vengo rinchiuso in una cella di mt. 4 x 3 già occupata da cinque detenuti. Essi non gradiscono la mia persona e dopo avermi crudelmente malmenato, mi sottopongono a una pratica terribilmente umiliante e dolorosa che, allo scopo di conservare un barlume di salute mentale, preferisco non definire esplicitamente. Dopo alcuni terribili giorni e più terribili notti, finalmente vengo chiamato per il colloquio con il magistrato. Barcollo accanto all’agente di polizia penitenziaria fino alla stanzetta dove il signor giudice m’attende in piedi, guardando dalla finestra. Distrutto come sono, dimentico le buone maniere e mi siedo per primo senza chiedere permesso. Il magistrato si inviperisce e mi apostrofa così: “Ma Lei chi si crede di essere?” Ci ho riflettuto per un po’, e non ho saputo rispondere, né al magistrato né a me stesso. D’ora in avanti, mi avvarrò della facoltà di non rispondere.
Nessuno 2012

Caro Nessuno 2012,
Lei sta vivendo un’emozionante svolta di vita. Pensi quanto darebbe un romanziere per essere al Suo posto! Se cerca compagni d’avventura, mi scriva privatamente e La metterò in contatto con i lavoratori della Coop. “Bue & Asinello” e con il Cav. S. Bernasconi, che come Lei hanno rinunciato alle ossificate abitudini e alle noiose certezze del posto fisso. Le auguro buon Natale.



Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...

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