(Meta)political comics
Mario Merola,
eroe per caso
Solo in Italia ormai si può discutere di certe scemenze…
Tipo? Se piangere ai funerali di Merola sia di destra o sinistra. Perché è
questo l’interrogativo che Giuseppe D’Avanzo si pone tra le righe di un suo
lungo articolo su Repubblica di mercoledì scorso. Dove bacchetta
Bassolino, Mastella e la
Russo Iervolino che ne hanno tessuto pubblicamente le lodi
post mortem .
E le migliaia di persone che hanno partecipato e pianto ai funerali, pure quello sono di destra? D’Avanzo non risponde. Lui se la prende in particolare con le “élites napoletane”. Probabilmente perché crede che il pesce inizi a puzzare dalla testa. Il che non è del tutto sbagliato.
Ma diciamola tutta: la bella Italia di oggi (si fa per dire…) che punti di riferimento ha? Con quali valori le “élites politiche e dirigenti” (per usare un parolone) edificano gli italiani? Il “Telethon”… Che certo aiuta, ma non guarisce, come certi prodotti farmaceutici da banco… E che tipo di programmi ci propinano le televisioni private e pubbliche? Cosce allegre, quiz, vanzinate, finti dibattiti alla Vespa, processi pseudopopolari alla Santoro, risse a comando, lacrime in diretta, calcio fino alla nausea, l’ ”Anna Maria Franzoni Channel” (poverina, pure lei). E, infine “vai col tango”: in senso letterale, visto che ormai lo mettono ovunque, pure nell’insalata.
E, allora, che differenza c’è tra la “sceneggiata” di Merola e tormentoni come “Centovetrine”? Tra “Napoli… Serenata calibro9” e i tanti serial polizieschi,
molto pulp, che vedono scornarsi tra di loro squadre, commissariati, e
delinquenti? Tra Zappatore ed Elisa di Rivombrosa? Nessuna.
Diciamo la verità, un popolo di intronati televisivi, imbevuto di “cultura moderna” , e che insegue con l’acquolina in bocca pacchi miliardari, si esprime come può o come capita. Non è di destra né di sinistra. Come non lo sono quei politici di cui sopra, che corrono dietro a Merola, come potrebbero inseguire la popolarità di un Mammucari… Quel che conta per loro è conservare la poltrona. Meglio se comoda e di lusso…
Il vero problema è che in Italia regna il menefreghismo totale… Ormai si vive alla giornata. Oggi, l’italiano sceglie il partito per cui votare con gli stessi criteri con cui acquista un detersivo al supermercato: qualità, convenienza, prezzo. Poi se ci scappa la raccomandazione per figli e nipoti tanto meglio. Salvo poi tuonare, quando si è in fila alla posta o in banca (mica davanti al forno del pane…), contro l’Italia del “magna-magna” e dei raccomandati. Insomma, si è di destra, se fa comodo, di sinistra, se torna utile, e viceversa… E la cultura? Il popolo s’arrangia con quel che trova. A Napoli hanno Merola e piangono Merola. Conferendogli sul campo la medaglia di eroe (ma per caso…). E lui dal Cielo ringrazia.
Già sento piovere la solita accusa. Ma allora vuoi i Talebani, quelli incazzosi, che poi fanno a pezzi le televisioni?
No. Però qualche giacobino, di quelli tosti. Quasi quasi…
E le migliaia di persone che hanno partecipato e pianto ai funerali, pure quello sono di destra? D’Avanzo non risponde. Lui se la prende in particolare con le “élites napoletane”. Probabilmente perché crede che il pesce inizi a puzzare dalla testa. Il che non è del tutto sbagliato.
Ma diciamola tutta: la bella Italia di oggi (si fa per dire…) che punti di riferimento ha? Con quali valori le “élites politiche e dirigenti” (per usare un parolone) edificano gli italiani? Il “Telethon”… Che certo aiuta, ma non guarisce, come certi prodotti farmaceutici da banco… E che tipo di programmi ci propinano le televisioni private e pubbliche? Cosce allegre, quiz, vanzinate, finti dibattiti alla Vespa, processi pseudopopolari alla Santoro, risse a comando, lacrime in diretta, calcio fino alla nausea, l’ ”Anna Maria Franzoni Channel” (poverina, pure lei). E, infine “vai col tango”: in senso letterale, visto che ormai lo mettono ovunque, pure nell’insalata.
E, allora, che differenza c’è tra la “sceneggiata” di Merola e tormentoni come “Centovetrine”? Tra “Napoli… Serenata calibro
Diciamo la verità, un popolo di intronati televisivi, imbevuto di “cultura moderna” , e che insegue con l’acquolina in bocca pacchi miliardari, si esprime come può o come capita. Non è di destra né di sinistra. Come non lo sono quei politici di cui sopra, che corrono dietro a Merola, come potrebbero inseguire la popolarità di un Mammucari… Quel che conta per loro è conservare la poltrona. Meglio se comoda e di lusso…
Il vero problema è che in Italia regna il menefreghismo totale… Ormai si vive alla giornata. Oggi, l’italiano sceglie il partito per cui votare con gli stessi criteri con cui acquista un detersivo al supermercato: qualità, convenienza, prezzo. Poi se ci scappa la raccomandazione per figli e nipoti tanto meglio. Salvo poi tuonare, quando si è in fila alla posta o in banca (mica davanti al forno del pane…), contro l’Italia del “magna-magna” e dei raccomandati. Insomma, si è di destra, se fa comodo, di sinistra, se torna utile, e viceversa… E la cultura? Il popolo s’arrangia con quel che trova. A Napoli hanno Merola e piangono Merola. Conferendogli sul campo la medaglia di eroe (ma per caso…). E lui dal Cielo ringrazia.
Già sento piovere la solita accusa. Ma allora vuoi i Talebani, quelli incazzosi, che poi fanno a pezzi le televisioni?
No. Però qualche giacobino, di quelli tosti. Quasi quasi…
Carlo Gambescia
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