(Meta) political comics
Nostro Ferrara dei Turchi
Ma Il Foglio di Ferrara da che parte sta? Lui
Giulianone, dice di stare col Papa. Però - c’è sempre un però nella vita -
questo viaggio in Turchia, pare, gli sia piuttosto difficile da digerire, come
una di quelle cene pantagrueliche alle quale talvolta non sa rinunciare. E
invece con Papa Benedetto XVI, ogni tanto, deve andare di magro…
Prendiamo il titolo d’apertura di lunedì scorso: “L’ostinata colomba che vola verso i lupi”. Catenaccio: “Benedetto XVI va in Turchia: ad accoglierlo nessun politico, pochi fedeli e tante manifestazioni ostili. Perché lo fa?”. Segue il solito collage di frasi, tratte da articoli, presi un po’ qui e po’ lì, ma non a casaccio. I testi ripresi, come diceva un mio professore di liceo, fine dicitore, “avvalorano” quel che recita il titolo. Ed è inutile fare un elenco di nomi e pubblicazioni. Ferrara non ti vende mai merce di contrabbando. La quantità (e qualità) di prodotto contenuta negli articoli del Foglio riflette quella indicata sul fondo della scatola. Ammesso però che piaccia quel prodotto…
Tuttavia il taglio del pastone d’apertura, chiamiamolo così, ricorda il ritornello-tormentone della celebre Gianna di Rino Gaetano, quello con l’occhio furbo, che cantava in cilindro, frac e maglietta a rigoni: “Ma dove vai, vieni qua, ma che fai, dove vai, con chi vai, con chi ce l’hai, vieni qui”. Vi ricordate, no… Ebbene, secondo Il Foglio, anche il Papa, come Gianna, sosterrebbe “tesi e illusioni”… Insomma Benedetto XV, andando in Turchia, si esporrebbe, nelle migliore delle ipotesi a una cattiva figura, nella peggiore, a qualche grave attentato.. Di conseguenza: “Ma dove vai, vieni qua, eccetera” .
Stessa musica nei giorni successivi… E figuriamoci, oggi, dopo le minacce fresche-fresche di Al- Qaeda, rimbalzate col telegiornale fin dentro milioni di famiglie Bonduelle di quell’enorme Mulino Bianco, chiamato Italia. Quasi bianco… Chiedere a Bertinotti e Diliberto. Nonché al piano di sopra: famiglia Prodi.
Ora uno si dovrebbe chiedere: ma un teocon come Ferrara, oltre al famoso Lucano della pubblicità, che vuole di più dalla vita? Che il Papa vada a ripetizioni di politica estera da lui. Che Il Foglio sostituisca ufficialmente l’Osservatore Romano? Qui però Ferrara dovrebbe rinunciare a quel colonnino sfizioso e licenziosetto, sempre del lunedì: “Amori”. Come a quello, un po’ guardone e iettatorio, dedicato a delitti e suicidi… Oppure sogna di essere nominato Primo Camerlengo addetto alla lettura e alla spiegazione dei giornali mattino a Sua Santità? Auguri.
In realtà, il Papa è il Papa e fa quel che vuole… Non sarà più il Papa-Re col baldacchino, ma non può neppure essere il cappellano dei teocon all’amatriciana… Se va in Turchia, evidentemente ha ricevuto ordini dall’Alto, anzi dall’Altissimo… Da uno, che probabilmente, è molto più alto di Ferrara e del sottoscritto.
E poi scusate, la storia non sta in piedi: immaginate un Giuliano Ferrara, direttore duemila anni fa del Foglio della Galilea, sconsigliare Gesù di recarsi all’Ultima Cena, perché in certe occasioni, magari si beve troppo e poi non si sa quello che si dice… Meglio evitare brutte figure…
Ma mi “facci” il piacere, diceva il grande Totò, che - va ricordato - era pure Principe di Bisanzio…
Prendiamo il titolo d’apertura di lunedì scorso: “L’ostinata colomba che vola verso i lupi”. Catenaccio: “Benedetto XVI va in Turchia: ad accoglierlo nessun politico, pochi fedeli e tante manifestazioni ostili. Perché lo fa?”. Segue il solito collage di frasi, tratte da articoli, presi un po’ qui e po’ lì, ma non a casaccio. I testi ripresi, come diceva un mio professore di liceo, fine dicitore, “avvalorano” quel che recita il titolo. Ed è inutile fare un elenco di nomi e pubblicazioni. Ferrara non ti vende mai merce di contrabbando. La quantità (e qualità) di prodotto contenuta negli articoli del Foglio riflette quella indicata sul fondo della scatola. Ammesso però che piaccia quel prodotto…
Tuttavia il taglio del pastone d’apertura, chiamiamolo così, ricorda il ritornello-tormentone della celebre Gianna di Rino Gaetano, quello con l’occhio furbo, che cantava in cilindro, frac e maglietta a rigoni: “Ma dove vai, vieni qua, ma che fai, dove vai, con chi vai, con chi ce l’hai, vieni qui”. Vi ricordate, no… Ebbene, secondo Il Foglio, anche il Papa, come Gianna, sosterrebbe “tesi e illusioni”… Insomma Benedetto XV, andando in Turchia, si esporrebbe, nelle migliore delle ipotesi a una cattiva figura, nella peggiore, a qualche grave attentato.. Di conseguenza: “Ma dove vai, vieni qua, eccetera” .
Stessa musica nei giorni successivi… E figuriamoci, oggi, dopo le minacce fresche-fresche di Al- Qaeda, rimbalzate col telegiornale fin dentro milioni di famiglie Bonduelle di quell’enorme Mulino Bianco, chiamato Italia. Quasi bianco… Chiedere a Bertinotti e Diliberto. Nonché al piano di sopra: famiglia Prodi.
Ora uno si dovrebbe chiedere: ma un teocon come Ferrara, oltre al famoso Lucano della pubblicità, che vuole di più dalla vita? Che il Papa vada a ripetizioni di politica estera da lui. Che Il Foglio sostituisca ufficialmente l’Osservatore Romano? Qui però Ferrara dovrebbe rinunciare a quel colonnino sfizioso e licenziosetto, sempre del lunedì: “Amori”. Come a quello, un po’ guardone e iettatorio, dedicato a delitti e suicidi… Oppure sogna di essere nominato Primo Camerlengo addetto alla lettura e alla spiegazione dei giornali mattino a Sua Santità? Auguri.
In realtà, il Papa è il Papa e fa quel che vuole… Non sarà più il Papa-Re col baldacchino, ma non può neppure essere il cappellano dei teocon all’amatriciana… Se va in Turchia, evidentemente ha ricevuto ordini dall’Alto, anzi dall’Altissimo… Da uno, che probabilmente, è molto più alto di Ferrara e del sottoscritto.
E poi scusate, la storia non sta in piedi: immaginate un Giuliano Ferrara, direttore duemila anni fa del Foglio della Galilea, sconsigliare Gesù di recarsi all’Ultima Cena, perché in certe occasioni, magari si beve troppo e poi non si sa quello che si dice… Meglio evitare brutte figure…
Ma mi “facci” il piacere, diceva il grande Totò, che - va ricordato - era pure Principe di Bisanzio…
Carlo Gambescia