Profili /11
Susan Strange
L'opera di Susan Strange (1923-1998), studiosa britannica
di relazioni economiche e politiche internazionali è il migliore esempio di
come studiare scientificamente un universo così complesso e controverso come
quello delle imprese multinazionali (o più correttamente transnazionali), in
modo critico e senza complessi, evitando però scorciatoie
"complottologiche".
Susan Strange nasce in Gran Bretagna nel Dorset, figlia
di un asso dell'aviazione britannica, il colonnello Louis Strange, studia in
ottime scuole e università (Royal School, Bath e London School of Economics) e
si laurea in economia nel 1943. Dopo di che si dedica al giornalismo
collaborando con l' "Economist" e l' "Observer", di cui
diventa, ancora giovanissima, corrispondente da Washington, e poi New York,
dall 'Onu. Torna in Gran Bretagna alla fine degli anni Quaranta per insegnare
Relazioni Internazionali all'University College di Londra (1949-1964). In
seguito diviene direttore dell Royal Institute of International Affair (1965),
docente della London School Economics (1978-1988), e dell'European University
Institute di Firenze (1989-1993) e infine dell'Università di Warwick
(1994-1998), dove fonda il Center for the Study of Globalisation and
Regionalisation. Nel 1995 viene nominata presidente dell'American International
Studies Association, incarico onorifico, ma comunque prestigioso per una
"non cittadina americana" come la Strange , e per giunta molto critica nei riguardi
dell'establishment universitario, politico ed economico statunitense. Tentativo
estremo di cooptazione o bella testimonianza di indipendenza del mondo
accademico americano ? Al lettore la risposta.
Un curriculum impeccabile sotto il profilo accademico per
una studiosa indipendente e spigolosa, poco tenera nei riguardi di quelli che
giornalisticamente sono definiti i "poteri forti". In Italia è nota
per tre libri: Capitalismo d'azzardo (Editori Laterza, Roma-Bari
1988[ed. or. 1986]); Chi governa l'economia mondiale? (il Mulino,
Bologna 1996[ed. or. 1996, con un titolo diverso e più significativo sotto
l'aspetto teorico: The Retreat of State. The Diffusion of Power in World
Economy]); Denaro impazzito. I mercati finanziari: presente e futuro
(Edizioni di Comunità 1999 [ed.or. 1998]). Il suo approccio è basato sul
concetto di potere diffuso o "strutturale": non è A che ordina a B di
fare una certa cosa, ma è B che si comporta come desidera A, senza che A lo
abbia esplicitamente ordinato. Da questo punta vista, secondo la Strange le Imprese
Transanazionali, avrebbero esautorato il potere degli stati, al punto di non
dover più ordinare o chiedere nulla alla controparte politica, che in pratica
si uniforma automaticamente, come accade oggi in campo finanziario, monetario,
petrolifero, alle necessità "strutturali" dell'economia, che in
realtà sono quelle settoriali o privatistiche delle Imprese Transnazionali.
Ovviamente i suoi libri, come tutti i testi accademici,
sono fitti di notazioni metodologiche, polemiche teoriche, e riferimenti alle
varie scuole internazionalistiche. Il che non rende sempre facile il compito
del lettore, soprattutto se non ha preparazione sociologica. Ma una volta
superato "l'impatto", la lettura può essere veramente interessante e
istruttiva, perché si tratta di libri basati su ipotesi serie, dati sicuri e
non fantasie "complottologiche".
Della Strange vanno
ricordati anche States and Market: An Introduction to International
Political Economy (Pinter, London 1988) e con John Stopford,
Rival States, Rival Firms: Competition for World Market Shares (Cambridge
University Press, Cambridge 1991).
Carlo Gambescia
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