venerdì 17 febbraio 2006



L'Onu, gli Stati Uniti, Guantanamo
Forza del diritto o diritto della forza?




Le accuse dell'Onu nei riguardi degli Stati Uniti a proposito di Guantanamo meritano un'attenta riflessione sul rapporto tra democrazia, diritto e uso delle forza.
Dal punto di vista della teoria democratica, delle carte dei diritti e dei trattati che regolano la materia, la condizione dei prigionieri di Guantanamo e illegale e gravemente lesiva delle dignità umana.
Tuttavia, ci si può giustamente chiedere: perché l'Onu ha permesso questo fino a oggi? E ora che ha assunto una posizione così decisa, che accadrà? Certo, gli americani non libereranno i prigionieri, ma almeno verranno processati subito come chiede l'Onu?
Purtroppo non avverrà nulla. Almeno nell'immediato, o comunque fin quando gli Stati Uniti non si sentiranno "sicuri", come dichiara quotidianamente Bush.
Ora, qualche spiegazione.
Nell' Occidente moderno il diritto è inteso come uno strumento basato sul consenso, volto alla tutela dei diritti dei singoli e allo sviluppo di una ordinata vita civile. Questo in teoria. Ma in pratica come sono tutelati i diritti nelle società moderne? Attraverso l'uso legale e legittimo delle forza da parte dello stato: "legale", perché si tratta di un uso rispettoso delle procedure; "legittimo", perché sussiste un fondamento costituzionale ma in realtà morale, sociale, politico, economico, che sancisce l'uso delle forza da parte dello Stato per garantire, appunto, i diritti dei cittadini e una regolare vita sociale.
Ora gli Usa, pur accettando, o fingendo di accettare, le critiche a proposito delle illegalità commesse a Guantanamo (ad esempio la violazione dello status giuridico del prigioniero di guerra), non transigeranno sulla legittimità di quello che stanno facendo. Perché?
Perché si ritengono dalla parte della ragione: si definiscono portatori di un principio forte di legittimità, dal momento che stanno difendendo, così dicono, la democrazia e i diritti di tutti: un modello di vita, insomma, come dichiara lo stesso Bush. E hanno la forza militare necessaria non solo per difenderlo ma anche per imporlo agli altri... Quindi potranno transigere, ma non subito, sui processi, ma non sul "principio di legittimità": in futuro, sorgeranno sicuramente altre Guantanamo in "difesa della democrazia". Non è il caso di farsi troppe illusioni.
Il punto tragico della questione è che per imporre un principio di legittimità differente, o comunque la sua interpretazione "autentica", sono necessarie forze morali, sociali politiche, economiche, e in definitiva militari, superiori o almeno uguali a quelle detenute da chi difende il principio di legittimità che si vuole contrastare. L'Onu perciò, al massimo, potrà occuparsi di "legalità", ma non di legittimità...
Stalin, credo nei suoi colloqui di Yalta con Churchill e Roosevelt, ironizzò sulla forza militare di papa Pio XII, chiedendo quante divisioni avesse a disposizione...

E probabilmente, in questo momento, anche Bush sta chiedendo, ironicamente, ai suoi collaboratori, quante ne abbia oggi l'Onu. 

Carlo Gambescia

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