mercoledì 8 febbraio 2023

Sanremo. La destra e Mosca ringraziano

 


Costituzione, Costituzione, Costituzione… Il tutto benedetto dal Presidente Mattarella e officiato dal suo vero Vice, Roberto Benigni. Senza dimenticare tutti gli altri sul palco, compunti e con la mano sul cuore. Pronti al selfie, perché l’Italia chiamò.

Coloro che lamentano l’ egemonia della cultura di sinistra ringraziano. Spieghiamo perché.

I diritti sanciti dalla Costituzione sono importanti, diremmo sacrosanti. Però va anche preso atto di un fatto: che il costume italiano negli ultimi cinquant’anni è cambiato. E probabilmente se n’è accorta anche la sinistra. Che però continua a usare la Costituzione come un martello. Cioè in chiave propagandistica: come il patrimonio privato di una parte, eletta, colta, civile, contro l’altra dipinta come reietta, analfabeta e incivile.

A dire il vero è innegabile che la destra mostri di soffrire di allergie al dettato costituzionale. Però è altrettanto innegabile il cambiamento dei costumi. Non pochi diritti civili sono oggi apprezzati e interiorizzati dagli italiani a prescindere dall'appartenza partitica. Invece sui diritti politici il discorso è diverso. Molti italiani di destra e sinistra, continuano a ragionare come se il liberalismo non fosse mai esistito. Di chi è la colpa?

Se la destra ha inventato il fascismo, la sinistra ha monopolizzato l’idea di libertà. Come?  Usando la Costituzione come lo strumento principale di una propaganda ottusa e fastidiosa che, proprio perché tale, stando ai risultati elettorali, invece di contrastare, favorisce la destra. Si vota contro la sinistra per reazione e sfinimento. E nell’assenza di un vero partito liberale.

Pertanto, visto che domenica prossima nel Lazio e in Lombardia si voterà, la serata sanremese, tenutasi all’insegna della dolciastra faziosità costituzionale della sinistra (lavoro, pacifismo, eccetera), è un altro bel regalo elettorale allo scombiccherato populismo-sovranismo della maggioranza di destra arruffapopoli che governa l’Italia.

Si legga cosa si scrive oggi sulla “Verità”, sul “Giornale”, su “Libero”. L’ennesimo atto d’accusa contro l’egemonia politico-culturale della sinistra che avrebbe conquistato anche Sanremo. Sallusti, addirittura, coglie l’occasione per celebrare la nuova tolleranza della destra che avrebbe graziosamente permesso tutto questo. Veneziani, come al solito in modo sguaiato, avanza l’ipotesi che la sinistra voglia inserire Sanremo nella Costituzione. E così via.

Però, attenzione, su tutti i giornali di una destra che si proclama liberale non si trova alcuna condanna della vergognosa censura Rai al più che auspicabile intervento di Zelensky. L’unico vero presidente, sotto le bombe russe e non sotto le caramelle ai pistacchi di Bronte, che doveva aprire la prima serata e in diretta. Una presenza fondamentale capace di conferire valore simbolico a una gigantesca battaglia di libertà: quella combattuta dal popolo ucraino.

E invece? Abbiamo assistito al solito sfogo di retorica, pacifista e dolciastra, della sinistra. Anch’essa però silente davanti al vero nemico delle stesse libertà sancite dalla nostra Costituzione. Libertà che Mattarella e Benigni affermano di difendere dai fascisti italiani glissando però su quelli russi. Per capirsi, Mattarella e Benigni dovevano dichiarare: “Noi saremo sul quel palco solo se con noi ci sarà anche Zelensky”.

Che dire? La destra ringrazia. E Mosca pure.

Carlo Gambescia

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