venerdì 10 febbraio 2023

Certo, poi il cattivo è Macron

 


Si mettano subito da parte le polemiche sull’isolamento dell’Italia in Europa, sulle “provocazioni” di Macron, eccetera, eccetera. Tutte chiacchiere che per la destra sono una manna per fare riserve in quantità industriale di vittimismo antieuropeo.

Cosa che la sinistra alla melassa pacifista non ha ancora capito. Si cerchi invece di ragionare di questioni concrete.

Qual è stata finora la posizione dell’Italia dei cento giorni della destra sull’aggressione russa all’Ucraina ? Lo ha spiegato ieri la stessa Meloni:

«”L’Italia continua ad essere pienamente impegnata” a fianco dell’Ucraina. “La nostra contribuzione è a 360 gradi, perché siamo consapevoli di come, oltre al tema del rispetto del diritto internazionale, del valore della libertà e della sovranità di una nazione, il conflitto ucraino ci coinvolge tutti direttamente e credo che il modo migliore per costruire una opzione di pace e di dialogo sia mantenere le forze in campo su un piano di equilibrio. Il sostegno all’Ucraina a 360 gradi è anche il modo migliore per arrivare ad una possibile trattativa”, aggiunge Meloni. “In ogni caso l’Italia continuerà a sostenere” l’Ucraina e “intende essere protagonista nella futura possibile ricostruzione del Paese”, conclude » (*).

A 360 gradi? Richiamiamo l’attenzione del lettore sul seguente passaggio: “Credo che il modo migliore per costruire una opzione di pace e di dialogo sia mantenere le forze in campo su un piano di equilibrio”.

Cosa si vuol dire? Sì agli aerei e ai missili a lunga gittata? Non si capisce. Perché, dipende dal giudizio sulle forze schierate in campo. E qui da una parte abbiamo 40 milioni di ucraini dall’altro 143 milioni di russi. Inoltre la superficie dell’Ucraina è di 603.700 km² quella della Russia invece è di 17.100.000 km². A parità di potere d’acquisto il reddito nazionale dell’Ucraina è di 573,5  miliardi di dollari. Quello della Russia è di 4,678 migliaia di miliardi di  dollari (dati Banca Mondiale 2021).

Sono dati basici, il minimo sindacale per così dire.  Che però indicano che sul campo le forze che può schierare le Russia in termini di uomini e risorse sono infinitamente superiori. Tra Russia e Ucraina esiste un netto squilibrio di forze: non c’è partita.

Se finora l’Ucraina ha retto (pur perdendo un quinto del suo territorio), la resistenza è dovuta all’aiuto dell’Occidente (in particolare Stati Uniti e Gran Bretagna). Anche il resto dell’ Europa ha fatto la sua parte ma non del tutto. Il che spiega il tour di Zelensky, preoccupato per la prossima offensiva primaverile dei russi.

Pertanto parlare di mantenimento dell’ equilibrio delle forze in campo, come fa Giorgia Meloni, fingendo di conoscere quanto detto sopra, è semplicemente ridicolo. Anzi, peggio, suona come una presa in giro. Perché, ripetiamo, strutturalmente parlando, le potenzialità della Russia rispetto all’Ucraina sono nettamente superiori. Da qui si deve partire quando si parla di equilibrio di forze.

Dire di essere dalla parte dell’Ucraina ” a 360 gradi” e nicchiare su jet e missili e quant’altro, significa giocare sporco sulla pelle degli ucraini. Nonché, per il futuro, degli europei: perché il panrussismo non si accontenterà dell’Ucraina.

Ovviamente Zelensky, che non è uno stupido, ha perfettamente capito che un governo come quello italiano, composto di tre partiti filorussi (il piccolo centro moderato non conta nulla), o comunque antioccidentali (perché anticapitalisti e antiliberali) come Fratelli d’Italia, non potrà mai essere dalla parte dell’Ucraina. Di qui, l’inutilità, dal suo punto di vista, di un incontro con Giorgia Meloni.

Se la Meloni avesse inviato un segnale forte all’Ucraina, ma subito. Ad esempio una visita ufficiale, appena nominata Presidente del Consiglio: “Sono qui a Kiev, perché qui ci si batte per la nostra libertà”. Per inciso: Draghi, che in Ucraina è andato, e quando si dice il caso con Macron e Scholz, rispetto alla Meloni è una specie di Giuseppe Garibaldi.

Insomma, dicevamo, se avesse fatto una cosa del genere, sarebbe stato Zelensky, ancora prima di partire, a richiedere un colloquio alla Meloni o addirittura imporla a francesi e tedeschi.

Altro che colpa di Macron… Specchietto per le allodole imbecilli del redivivo nazionalismo italiano. Un pugno di zombies ignoranti che gonfia il petto contro la Francia e si sdraia invece davanti alla Russia, sperando che finisca presto il suo sporco lavoro. Nel frattempo, tante pacche sulle spalle degli ucraini, da lontano ovviamente.

Il vero problema è plasticamente riassunto dalla sociolinguistica. Si faccia pure una verifica: i termini Putin e aggressione militare, uniti ovviamente, non ricorrono mai negli interventi di politica estera di Giorgia Meloni.

Ecco il problema. Certo, poi il cattivo è Macron…

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.adnkronos.com/ucraina-meloni-inopportuno-invito-di-ieri-a-zelensky-ue-sia-compatta_4jiOytZ2rcBr5y6NPJkcrS?refresh_ce .

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