martedì 4 ottobre 2022

Ucraina. Giorni critici…

 


In queste ore circolano voci su un possibile uso di armi atomiche tattiche da parte della Russia. Si parla di un’esercitazione ai confini dell’’Ucraina (*). Ma conoscendo  usi e costumi dei russi, se le voci dovessero rivelarsi autentiche le conseguenze sarebbero catastrofiche.

Da mesi scriviamo della necessità, da parte dell’Occidente euro-americano, di appoggiare militarmente l’Ucraina, puntando sulla guerra convenzionale, per respingere oltre i confini gli invasori russi. In particolare, per strappare l’iniziativa militare dalle mani dei russi e per provare che l’Occidente fa sul serio. Ma, cosa importante, che non è intenzionato a usare armi atomiche, anche tattiche.

Ora, che accade? Che i russi sembrano invece intenzionati a usarle. Quale potrebbe essere la riposta dell’Occidente? Quella guerra convenzionale, della cui necessità, quantomeno, come minaccia reale, parliamo da mesi. Però, ecco il punto, ora, l’uso di armi atomiche tattiche da parte dei russi potrebbero avere conseguenze inenarrabili sulle popolazioni non solo ucraine.

Riportiamo qui di seguito una parte dell’ intervista al generale Petraeus , già direttore della CIA,  rilasciata alla rete Abc nel corso del programma “This Week”, domenica 2 ottobre (**), prima che si diffondesse la notizia del possibile uso di armi atomiche tattiche. Petraus parla di una risposta convenzionale:

Jonathan KARL ( ABC): la minaccia [atomica], voglio dire, si deve prendere sul serio?
David PETRAEUS: Sì, si deve prendere sul serio. Jake Sullivan [Consigliere per la sicurezza nazionale] ha dichiarato pubblicamente che gli Stati Uniti hanno comunicato alla Russia cosa sarebbe successo in risposta a ciò.
KARL: Cosa accadrebbe?
PETRAEUS: Non ho parlato deliberatamente con Jake di questo. Però, ecco, solo per consentire che ci si faccia un’ idea della cosa, posso dire che la NATO, come portato di uno sforzo collettivo, eliminerebbe ogni forza convenzionale russa attualmente sul campo di battaglia, in Ucraina, in Crimea, sul Mar Nero.
KARL: Quindi gli Stato Uniti e la NATO entrerebbero in guerra? Ho capito bene?
PETRAEUS: Esattamente questo.
KARL: Come, sostanzialmente previsto dall’articolo 5.
PETRAEUS: No. Perché l’Ucraina non fa parte della NATO…
(CONVERSAZIONE)
PETRAEUS: … Sarebbe una risposta degli USA e della NATO a qualcosa che è assolutamente…
(CONVERSAZIONE)
KARL: Le radiazioni si estenderebbero ai paesi della NATO, sarebbe effettivamente un attacco alla NATO.
PETRAEUS: Sì. E probabilmente potremmo farcela. Dinanzi a un cosa orribile, come questa, non può non esserci risposta. Però non nucleare. Nessuna escalation: non nucleare per nucleare. Però si deve dimostrare che tutto questo non può essere accettato in alcun modo.

C’è poco da aggiungere. Solo che se in marzo l’Occidente avesse risposto in modo più deciso sul piano militare-convenzionale, ora non saremmo giunti a questo punto: appesi alle decisioni russe. Con il rischio di dover iniziare sei mesi dopo ( perché, piaccia o meno, il senso tragico degli eventi in corso è questo), quasi trascinati a forza, una guerra convenzionale. Che si doveva iniziare prima. O quanto meno minacciare da subito, ma in modo credibile. Altro che sanzioni economiche…

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.thetimes.co.uk/article/putin-orders-nuclear-military-train-to-ukraine-front-line-tswzv2v50 ; https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/10/04/ucraina-times-putin-prepara-un-test-nucleare-al-confine-ucraino_09272f0e-3d15-488c-8c72-ce1259159a0a.html .

(**) Qui: https://abcnews.go.com/Politics/week-transcript-10-22-fema-administrator-deanne-criswell/story?id=90870039 . La traduzione è nostra, come pure gli inserti fra parentesi quadre.

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