domenica 2 ottobre 2022

Elementi di economia politica per Giorgia Meloni

 


Come dicevano i nonni? Il buon giorno si vede dal mattino. Perciò nel caso di Giorgia Meloni, già premier in pectore (che si muove come Alberto Sordi-Dottor Tersili sulle note della Marcia di Esculapio), il sole è lontano dal brillare alto nel cielo azzurro della “Nazione”. Termine che i redattori Ansa, quando parla Giorgia Almirante, pardon Meloni, ora scrivono con la maiuscola. Mai mordere la mano che potrebbe nutrire…

Ma veniamo al punto. Ieri nel discorsetto alla Coldiretti, con Ignazio La Russa ghignante al suo fianco, la leader di Fratelli d’Italia, ha mostrato di non sapere nulla di economia politica.

Esageriamo? Siamo prevenuti? Decida il lettore.

Se c’è una cosa imbecille, che però maleodora di autarchia fascista, è il mito della sovranità alimentare. Ascoltiamola.

«”Non faremo da soli, coinvolgeremo i corpi intermedi”.E spiegando la necessità di un “sovranismo alimentare” per rendere il Paese autosufficiente anche in questo settore.
“Sull’agroalimentare ci sono tre grandi questioni, il primo è la sostenibilità ambientale, sociale ed economica: vogliamo difendere l’ambiente con l’uomo dentro”. “Il tema della protezione è la seconda questione cioè qualità, difesa del marchio e delle filiere – aggiunge -. La sovranità alimentare è la terza questione, ed è centrale: ci hanno raccontato che il libero commercio senza regole ci avrebbe reso tutti più ricchi, ma non è andata così, la ricchezza è concentrata verso l’alto e ci siamo indeboliti, dipendiamo da tutti per tutto”» (*).

A parte il lessico tremendo: i “corpi intermedi”. Roba da Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Si noti la rampogna tipica della destra nazionalista e fascista contro il libero mercato (“Ci hanno raccontato che il libero commercio…”).

A Giorgia Almirante, pardon Meloni, nessuno ha spiegato che il "libero commercio" – basta sfogliare qualsiasi manuale di storia economica – ha determinato la più grande redistribuzione di ricchezza della storia umana. E che, per contro, la “sovranità alimentare” faceva sì, che nella Francia del Settecento – la Meloni si vada a leggere qualche paginetta dei “Fisiocratici” – a causa della cattiva circolazione “del commercio dei grani” si morisse di inedia, a cominciare dagli stessi contadini, vestiti di stracci e malnutriti.

La moderna economia capitalistica rimanda alla divisione internazionale del lavoro, al vino portoghese che si scambia con le pezze di stoffa inglesi: primo anno di economia. Perché ai portoghesi conviene produrre vino, ai britannici stoffa. Altrimenti gli inglesi, produrrebbero pessimo vino e i portoghesi cattive stoffe. E gli uni e gli altri a costi altissimi. Sono cosette che Adam Smith e David Ricardo (per l’esempio ricordato) ci hanno spiegato più di duecento anni fa.

Perciò, “sovranità alimentare” significa far bere ai consumatori inglesi pessimo vino a costi altissimi, e far indossare ai consumatori portoghesi abiti sdruciti che costano un occhio della testa. Ovviamente, si fanno felici i produttori di abiti sdruciti. Il che, come il lettore può capire con un piccolo sforzo, spiega gli applausi della Coldiretti…

L’autarchia fascista fu una vera e propria disgrazia. L’Italia rinacque nel dopoguerra, in tutti i settori, con l’apertura dei mercati internazionali. Fu una liberazione in tutti in sensi.

E ora, Giorgia Almirante, pardon Meloni, che cosa vuole fare? Chiudere tutto un’altra volta…

Bocciata, quantomeno in economia.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/10/01/incontro-a-milano-meloni-berlusconi_0745d4e7-f8b1-45bf-9fa0-86399e804901.html   .

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