giovedì 6 ottobre 2022

In fondo a sinistra: Annie Ernaux, nuovo “Premio Nobel” per la letteratura

 


Come la pensa, politicamente, Annie Ernaux,“Premio Nobel” per la letteratura? Le sue idee sono di ultrasinistra. Quando si dice il caso…

Leggere per credere. Il breve testo che segue risale al 2017.

Ho visto morire la sinistra, di anno in anno. Dal programma comune e dalle “110” proposte” di Mitterrand nel 1981 alla legge El Khomri, dall’abolizione della pena di morte alla proposta di legge sulla revoca della cittadinanza. Dall’appoggio dalle marce di protesta in favore degli immigrati al puro e semplice abbandono delle periferie. Da Pierre Mauroy che contestava che la parola “lavoratore” fosse una “parolaccia” a Manuel Valls che stigmatizzava un quartiere della sua città di Evry ritenuto “poco borghese”. Da una linguaggio all’altro. Dalla speranza alla rinuncia.
Ci sono stati momenti in cui la sinistra sembrava ancora viva: quando difendeva la riduzione dell’orario di lavoro, la sua condivisione, assicurava la salute dei poveri con l’assistenza pubblica, sosteneva i diritti delle donne, degli immigrati irregolari, dichiarava che il suo “nemico è la finanza”. […] . Ci siamo perfino illusi che in fondo nulla era perduto, che potevamo ancora contare sulla sinistra per rendere le persone più uguali e più felici. Ma mai ci saremmo aspettati che cessasse di tutelare il lavoro, di favorire la cassa integrazione […], di comportarsi insomma come la destra più autoritaria […]. Parlo ovviamente della sinistra che ha governato, che governa, e di quella degli editorialisti, dei cosiddetti esperti, e degli intellettuali mediatizzati tutti conquistati dall’ideologia liberale, che hanno bandito dai loro discorsi persino il termine “ceto sociale”, che dubitano del merito degli scioperi, astenendosi solo dal giudicarli criminali. La sinistra che ha costantemente sulla labbra la “realtà economica”, ma non è più interessata alla realtà delle vite, la sinistra che ha evacuato dal suo orizzonte intellettuale i rapporti sociali di dominio.
“Quello che fate per noi, senza di noi, è sempre contro di noi”: questa frase di Nelson Mandela, la classe operaia francese deve recuperarla per chiedersi cosa ha fatto per i lavoratori la sinistra. Una sinistra che non merita più questo nome, dal momento che ha rinunciato a ciò che storicamente la costituisce e la separa dalla destra: il rifiuto dell’ordine naturale e il suo perpetuarsi, la lotta alle disuguaglianze e la difesa del lavoro contro capitale
(*).

Chiaro no? Del resto basta sfogliare, non dico leggere, le sue opere per accorgersi di un uso in quantità industriali del determinismo sociale marxista. Nel senso che la società borghese viene liquidata come una gabbia dalla quale – si lascia traparire – non si esce con le buone maniere.

La Signora Ernaux ha insegnato nei licei francesi. Quanti danni avrà fatto?

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://bibliobs.nouvelobs.com/idees/20170120.OBS4109/qu-est-ce-que-la-gauche-les-reponses-d-annie-ernaux-winock-et-foessel.html . La traduzione è nostra.

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