Berlusconi mira al Colle, è ufficiale. Ha il via degli alleati. Potrebbe farcela? Il punto non è questo. Ma il fatto che si sia potuto autocandidare, tra l’assenso, limpido o meno, dei suoi, e il dissenso, più o meno palese, di una sinistra che però sembra in realtà priva di nomi significativi da opporre al Cavaliere.
A dire il vero, la sinistra recita la solita commedia, del candidato politicamente “al di sopra delle parti”, come se gli ultimi due, presidenti, Napolitano e Mattarella fossero stati tali. Berlusconi, ovviamente, non lo è da sempre, pure in modo sfacciato.
La destra, per ora, fa finta di niente e lascia fare al Cavaliere.
Come andrà a finire? Qui veniamo alla nobiltà e miseria della politica italiana. In che senso? Innanzitutto della povertà di candidati “papabili” per il Quirinale.
Si passi in rassegna il centrosinistra. Prodi, non è “al di sopra delle parti”, anche se avrebbe l’aplomb istituzionale. Casini, altro nome in circolo, che forse piace al centro della sinistra, lo avrebbe. Però un tempo fu alleato di Berlusconi. Questo il suo peccato originale. D’Alema, infine, parla, parla, ma politicamente è più morto di Sassoli.
Quanto al centrodestra, non si può che registrare l’assenza di candidati degni di essere votati, incluso Berlusconi, il più prepotente. Per fare un solo esempio, Tajani, già presidente dell’Europarlamento, avrebbe l’aplomb istituzionale. Tuttavia non è “al di sopra delle parti”, neppure per finta.
Qui però bisogna intendersi. Il nostro virgolettato vuole indicare che un candidato veramente “al di sopra delle parti”, non esiste, né a destra né a sinistra. Si tratta di una specie di leggenda politica, accettata da tutti, per evitare ogni volta di tirarla troppo per le lunghe.
Quindi la scelta, dalla quarta votazione in poi, sarà tra un candidato di centrosinistra presentato come “al di sopra delle parti” e un colpo di mano di Berlusconi ( al momento asserisce che gli mancano “solo” settantacinque voti…).
Ferma restando – c’è il precedente Napolitano – la conferma di Mattarella (che ufficialmente dice no, però…). Diciamo per stanchezza, se non si dovesse arrivare a un accordo, prima sul nome di Berlusconi (disaccordo scontato), poi sul nome di un candidato di centrosinistra, ufficialmente “al di sopra delle parti”.
Oppure, altra possibilità: il centrosinistra, potrebbe puntare sul l’elezione di Draghi al Colle, personaggio politico, in realtà non “al di sopra delle parti”. Non si è definito liberalsocialista? Non è forse membro eminente del “partito della spesa pubblica”? Draghi, curiosamente, potrebbe ricevere i voti di quel centrodestra che vuole andare alle elezioni, approfittando dell’improvviso vuoto di potere a Palazzo Chigi. Per contro, si tratta di candidatura rischiosa per la maggioranza che attualmente lo appoggia: i cosiddetti filogovernativi di destra e sinistra. Comunque sia, si tratta di una ipotesi da non escludere del tutto.
Come si può capire, la candidatura Berlusconi rischia di favorire l’elezione di un candidato spostato a sinistra (conferma di Mattarella inclusa), ufficialmente – non sia mai… – “al di sopra delle parti”.
Infine, non si può escludere la sorpresa, magari al femminile, però attenzione, sempre spostata a sinistra, ma ufficialmente, eccetera,eccetera.
Il lettore si chiederà se abbiamo un nostro candidato ideale.
In realtà, vedremmo bene al Quirinale un candidato, caso più unico che raro, realmente al di sopra delle parti (senza virgolette).
Chi? Sabino Cassese, forse con timide e trascorse simpatie a sinistra, ma prima di tutto un grande giurista e al tempo stesso un profondo conoscitore della macchina politica e costituzionale. Un vero studioso, attento però alla lezione del realismo politico, e che, proprio per questa ragione, ha sempre diffidato della facile retorica di partito. Certo, per così dire, non è più giovane (classe 1935). Quindi, se eletto, finirebbe il settennato alla venerabile età di 93 anni… Che non sono pochi.
Però, proprio il fatto che una nobile e dotta figura, come Cassese, non sia ancora ascesa alla Presidenza della Repubblica, è la più grande riprova dell’ autentica miseria morale della politica italiana. Che, come la moneta cattiva, scaccia la moneta buona.
Pertanto, anche questa volta, nessuno lo proporrà. Troppo indipendente. Quindi, per così dire, non “al di sopra delle parti” (con le virgolette)…
Carlo Gambescia
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