lunedì 25 febbraio 2019

Elezioni regionali in Sardegna
Crollo Cinque Stelle, ma non del populismo…





Nelle nostre analisi tentiamo  sempre di  ricondurre gli eventi politici nell’alveo delle questioni strutturali.  Si prenda il  voto in Sardegna,  stando ai primi sondaggi,  si vanno profilando il crollo verticale del Movimento  Cinque Stelle, l’ottimo   recupero del Centrosinistra, e la sostanziale tenuta  del Centrodestra.  Si prepara dunque  un testa a testa tra i principali schieramenti politici  degli  anni Novanta e Duemila.

Ritorno al passato?  Ancora presto per dirlo. Perché,  al di là della questione  elettorale,   esiste un dato di fondo, strutturale, che rinvia al cambiamento del clima politico,  rispetto a due decenni fa. 
Oggi, sintezzando,   prevale  il Politicamente Corretto di Destra, che storicamente rinvia  alla triade Dio, Patria e Famiglia, valori,  certo, modernamente reincarnati, ma non in meglio: perché si va   dal razzismo anti-islamico fitto di  richiami religiosi, al sovranismo più sordido, reinterpretato in chiave antieuropea e anti-immigrazione,  fino  al diritto di  difendere con le armi  famiglia e beni, in stile film western.   
Non è uno spettacolo gratificante,  dal momento che il Centrodestra, chi più chi meno. sembra aver sposato questa trita e pericolosa  formula, per giunta male reinventata.
E il Centrosinistra, dato in forte recupero?   Dando per scontato il progressivo crollo del Movimento  Cinque Stelle, diventa interessante capire quale potrebbe il suo  atteggiamento. Riprenderà il cammino riformista, attento alle esigenze di mediazione tra destra e sinistra? Oppure sposerà, in opposizione al Politicamente Corretto di Destra, la causa del Politicamente Corretto di Sinistra, che al Dio, Patria e Famiglia contrappone la triade  Io,Umanità, Genere?
Certo, semplifichiamo.  Però, come si legge  sui giornali di oggi,  occuparsi della durata del Governo giallo-verde, insomma delle ripercussioni immediate del  voto, non aiuta a capire. Perché ci allontana dal comprendere un fatto fondamentale, ripetiamo, strutturale:   che il clima politico-culturale è mutato, che il populismo, di destra come di sinistra,  ha contagiato tutti partiti  ( o quasi).   Di qui, l’importanza di capire, cosa vuole fare  il Centrosinistra da grande, rispetto alla questione strutturale evidenziata. Ma anche come si muoverà il Centrodestra, per ora prigioniero del violento populismo di Salvini. 
Noi siamo pessimisti,  perché l' altra cosa importante  da chiarire,  non è tanto (o comunque non solo) se i voti perduti da  Cinque Stelle, sono di destra o sinistra, ma quanto siano imbevuti di populismo o riformismo. Ad occhio, crediamo che la carica  populista, racchiusa anche in questo voto sia notevole. Si veda, ad esempio,   l'atteggiamento benevolo di tutti i partiti nei riguardi dell'ennesimo conflitto per la  spartizione (dai pastori agli industriali) di quel  bottino che si chiama prezzo politico del latte.
Ciò significa, almeno a nostro avviso, che la tremenda forza dello tsunami  populista  rischia veramente  di travolgere  l'intero quadro politico. E di riflesso il Paese.
Perché è inutile, questa mattina,   bearsi del crollo annunciato  di Cinque Stelle, se poi il Centrodestra e il Centrosinistra, pur di intercettare l'elettore populista,  continueranno, anche in futuro,  a tramutarsi  in succursali politiche del movimento fondato da Beppe Grillo.  A fronte, ovviamente, di un movimento pentastellato, che, nella contesa per gli stessi elettori, potrebbe essere sospinto a radicalizzare la posizione politica.   Si chiama spirale populista. Un dato strutturale. Purtroppo.
Un'ultima cosa.  Il lettore si chiederà, visto che si è ragionato per triadi politico-culturali, quale potrebbe essere quella riformista. Esiste, insomma, anche, se proprio vogliamo chiamarlo così,  un Politicamente Corretto  Riformista?   Presto detto: Europa, Mercato, Libertà.  Tuttavia,  a differenza, degli ideali fascistoidi della destra  e di quelli  utopistici di certa sinistra, questi valori  hanno dietro sé, un lungo periodo di pace e benessere.  Non sogni, ma realtà. E dalla realtà deve  partire, sempre, ogni vero riformismo.  Il punto è credere in essi,  anzi esserne orgogliosi,  rifiutando di inseguire il voto populista.   
Ma per dirla con Battisti,  cantautore a noi caro, come  può uno scoglio, soprattutto di questi tempi,  arginare il mare...   

Carlo Gambescia