Vaccini,
il Veneto concede una proroga fino al 2019
La marcia (non più così lunga) della demenza politica
Vaccini. Invitiamo i lettori a dare un’occhiata ai
giornali di oggi. Tutti (*). Fatto? Bene, sulla decisione del Veneto, a parte qualche generico richiamo alla purtroppo
cronica diatriba “giurisdizionale” stato-regioni
che, tra parentesi, se fosse passato il referendum costituzionale, non
staremmo qui a discutere (ma Renzi doveva
cadere, per la serie tagliarsi i testicoli per far dispetto alla consorte…), non c’è un titolo deciso, chiaro e netto, che illumini sulla gravità della posta in gioco, tipo, "La politica del gambero", " Con la salute non si scherza", e così via.
Perché? Insomma, cosa
sta accadendo? Che, non solo sui Social (ormai ricettacolo di qualsiasi
scemenza), ma anche nella pubblica opinione,
un tempo seria, quella che
dovrebbe ruotare intorno ai giornali, sta prevalendo una pericolosa condiscendenza verso idee, a
dir poco bizzarre, politicamente rappresentate dal Movimento Cinque Stelle e
dalla Lega. Per non parlare dei gruppuscoli di estrema destra e di estrema
sinistra, sempre pronti a fare casino, se ci si perdona l’espressione.
Pensiamo
a battaglie lunatiche, come quella dei vaccini, che un tempo nessuno avrebbe preso in
considerazione. E che invece oggi sono
al centro di campagne sociali, con inevitabili risvolti elettorali. Ciò
spiega anche i tentennamenti politici, i conseguenti provvedimenti pieni di
buchi, come quello del Ministro Lorenzin, varati all’ultimo minuto, quindi
facile bersaglio di critiche e ritorsioni politiche.
Perché questa crescente prevalenza di pseudo-opinioni? Di cui in tempo avremmo tutti sorriso? Per un verso manca una vera leadership politica: si gioca, tutti, a prendere più voti, sposando le cause più
bislacche, che però proprio perché recepite politicamente, finiscono per non
essere considerate più tali, al punto di entrare nella "normale" agenda dei politici; per l’altro, dal momento che la storia procede per oscillazioni, stiamo subendo una paurosa regressione collettiva, verso credenze magiche, dettate da paure
irrazionali. Una involuzione assecondata dalla crescente diffusione di comportamenti radicati nell' egoismo antipolitico e nel giustizialismo più volgare. Insomma, la parte irrazionale dell'uomo - complici una "certa" idea anti-capitalista della crisi economica e l'effetto-moltiplicatore dei Social - si sta vendicando della sua parte razionale.
E nessuno sembra accorgersene. Anzi, il ritorno del magico viene celebrato, da non pochi, come una conquista di libertà. Al peggio non c'è mai fine: mancava, nella nostra, collezione di osservazioni sociali, l'ultimo nato, il liberalismo magico dei No-vax. Il multi-culturalismo vaccinale, ammesso e non concesso che abbia dignità di cultura politica, non è liberalismo ma la sua scimmia: un welfarismo negromantico, liberale quando fa comodo, a spizzico, quindi caricaturale: sanità pubblica, sì, vaccino, no. Per la serie - perché poi il punto è sempre lo stesso - privatizzare i profitti, socializzare le perdite. Solo che qui, si "socializza" la salute dei bimbi degli altri.
In realtà, siamo dinanzi a un "mix" di protesta sociale e demenza ideologica, che non trovando freni politici
e mediatici, rischia
di portarci, tutti, alla rovina.
Carlo Gambescia