Giuseppina Ghersi, Aldo e Carlo Rosselli
Crimini di guerra e crimini di
pace
Probabilmente a qualche lettore non sarà
sfuggita la polemica sulla targa dedicata a Giuseppina Ghersi, tredici
anni, stuprata e uccisa nel 1945 dai partigiani, nel savonese,
perché ritenuta una “collaborazionista fascista”.
Ovviamente, la scelta è strumentalizzata dalla
destra e dalla sinistra: i primi perché assetati di vendetta, i secondi, in
particolare quelli di antica fede comunista, perché convinti di essere nel
giusto. Al riguardo, la reazione di Rifondazione comunista è esemplare:
«Anche
Rifondazione comunista di Savona prende posizione contro la targa in memoria di
Giuseppina Ghersi e lo fa citando questo pensiero
di Italo Calvino: "Dietro il milite delle Brigate nere più onesto,
più in buonafede, più idealista, c’erano i rastrellamenti, le operazioni di
sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l’ Olocausto; dietro il
partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c’era la lotta per una società
pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso
assoluto, chè di queste non ce ne sono" (1).
Pur con tutto il rispetto per Calvino, grande
scrittore, non condividiamo la seconda parte del ragionamento. I partigiani
comunisti filo-sovietici avrebbero instaurato una feroce dittatura, altro che società
pacifica e democratica. Le buone intenzioni non bastano per giustificare né capire il fenomeno totalitario.
Pertanto, ben venga il monumento riparatore. Quello che però non giustifichiamo è la scelta del luogo per il
cippo: una piazza di Noli dedicata ai fratelli Rosselli, uccisi in Francia
da sicari di estrema destra al servizio dell’Ovra e di Mussolini. Benché, va detto, non esista prova provata del coinvolgimento diretto del dittatore (2). Personalmente, a prescindere dall'accertamento delle responsabilità apicali, propendiamo per la tesi della feroce esecuzione fascista, negata invece
dalla storiografia di destra, che rimanda a faide, interne all’ambiente
antifascista.
Il punto però è un altro. Lo stupro e l’uccisione della piccola Ghersi,
rinviano ai crimini di guerra, a un terribile stato di eccezione, dove in nome di pòlemos furono commesse nefandezze da tutte le parti in lotta. L’uccisione dei fratelli Rosselli
rimanda invece a un atto premeditato, commesso a freddo, per così dire un crimine di pace. Furono
sgozzati e finiti a colpi di pistola, una
cosa terribile (3).
Quale delle due uccisioni fu più grave? Difficile
dirlo. Probabilmente, i crimini di pace sono i più odiosi. Ma è un giudizio
personale. E fermo restando che siamo davanti a due atti di barbarie. Avvenuti però in situazioni
storiche assai diverse. Mai dimenticarlo. Quindi parificarli, scegliendo lo stesso luogo
celebrativo è un errore. Perché non aiuta a capire né ricordare quanto siano stati rovinosi il fascismo e l’antifascismo
dei partigiani comunisti.
Carlo
Gambescia
(2) S.G.
Pugliese, Carlo Rosselli. Socialista eretico ed esule antifascista
(1899-1937), Bollati Boringhieri 2001, p. 212.
(3)
Ibid., pp. 210-211.
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