lunedì 11 settembre 2017

Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2017, lunedì 11 settembre, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO

Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito della procedura riservata n. 145/5, autorizzazione COPASIR 501/3 [Operazione “ARMA VIRUMQUE” , N.d.V.] è stata registrata in data 10/09/2017, ore 8,45 la seguente conversazione tra le utenze di Stato 321***, in uso a S.E. il Ministro della Difesa  ALBERTA PINETTI,  e 342***, in uso al Comandante Generale Arma dei Carabinieri Gen. PIERO SETTANTASETTE. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della registrazione suindicata.


S.E. ALBERTA PINETTI: “Generale, Lei già immagina perché La chiamo.”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Naturalmente, signora Ministro. I fatti incresciosi di Firenze.”
S.E. ALBERTA PINETTI: “Quindi?”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Quindi può star certa che la punizione sarà esemplare.””
S.E. ALBERTA PINETTI: “Esemplare come?”
Gen. PIERO SETTANTASETTE [pausa]: “Esemplare, signora Ministro. Sospensione, indagine interna…anzitutto c’è l’abbandono di posto, già accertato…poi se le indagini della magistratura proveranno…”
S.E. ALBERTA PINETTI: “No, scusi, generale: qui di esemplare non vedo proprio nulla.”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Scusi Lei, signora Ministro, ma non La seguo.”
S.E. ALBERTA PINETTI: “Signor generale. Do per scontato che la Sua prima preoccupazione sia la tutela del buon nome dell’Arma. Mi sbaglio?”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Certo, è così. Per due mele marce, non si può…”
S.E. ALBERTA PINETTI: “…ecco. Per due mele marce non si può e non si deve dubitare dell’Arma. Ma allora, deve risultare chiaro a tutti che i due colpevoli dello stupro di Firenze sono mele marce, e non rappresentano l’Arma.”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Mi permetta, signor Ministro: che siano colpevoli dello stupro non è ancora accertato. Uno non parla, l’altro sostiene trattarsi di rapporto consensuale. La magistratura…”
S.E. ALBERTA PINETTI: “…la magistratura indagherà, certo. Ma intanto qui li stiamo proteggendo.”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Mi perdoni, non capisco.”
S.E. ALBERTA PINETTI: “Perché non sono stati diffusi i nomi dei colpevoli?”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Non vedo come la diffusione dei nomi degli indagati potrebbe favorire l’accertamento delle responsabilità, signora Ministro.”
S.E. ALBERTA PINETTI: “Ma Lei certo vede che l’opinione pubblica si interroga se non stiamo applicando due pesi e due misure. Degli stupratori di Rimini, perché migranti, si è saputo tutto e subito. Degli stupratori di Firenze, perché carabinieri, non si sa nulla.”
Gen. PIERO SETTANTASETTE [pausa]: “La comunicazione ai media di dati coperti da segreto istruttorio nel caso di Rimini non dipende da noi, signora Ministro.”
S.E. ALBERTA PINETTI: “E la mancata comunicazione di dati coperti da segreto istruttorio nel caso di Firenze da chi dipende, signor generale? ”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Questo non posso saperlo, signora Ministro.”
S.E. ALBERTA PINETTI: “Le propongo un’ipotesi. E se dipendesse dalla moral suasion dell’Arma? I media hanno interesse a mantenere un rapporto di fiducia con l’Arma, che sa tante cose.”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: [pausa]: “Io penso, signora Ministro, che tutti hanno interesse a mantenere un rapporto di fiducia con l’Arma, in particolare il Governo.”
S.E. ALBERTA PINETTI [pausa]: “Su questo non posso che concordare. Però…”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “…però?”
S.E. ALBERTA PINETTI: “Però Lei sa che a volte, ahimè troppo spesso, non è possibile evitare la diffusione di dati coperti da segreto istruttorio.”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Fenomeno deprecabile.”
S.E. ALBERTA PINETTI: “Senz’altro, ma frequente. Se si ripetesse nel caso di Firenze, a chi addossarne la responsabilità? Non certo all’Arma.”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Certo. Nemmeno al Governo, del resto.”
S.E. ALBERTA PINETTI: “Infatti.”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Certo, se si pensa alle famiglie…”
S.E. ALBERTA PINETTI: “Delle due vittime statunitensi?”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Delle due vittime, certo. Ma anche dei due indagati, signora Ministro.”
S.E. ALBERTA PINETTI: “La famiglia è importante, ma per un servitore dello Stato viene dopo il dovere, e dopo l’interesse superiore dello Stato. Non crede?”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Senz’altro.”
S.E. ALBERTA PINETTI: “Allora siamo d’accordo?”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Senza il minimo dubbio.”
S.E. ALBERTA PINETTI: “Bene. Dunque sarà fatta chiarezza.”
Gen. PIERO SETTANTASETTE: “Chiarezza esemplare, signora Ministro.”

Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.Osvaldo Spengler

(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)

Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***

Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...