venerdì 7 aprile 2006


La campagna elettorale del Cavaliere
Ultimo urrà per Berlusconi?


Berlusconi ultimo urrà


Tutti ricorderanno un vecchio film in bianco e nero molto bello sulla politica americana interpretato da Spencer Tracy, Ultimo urrà. Un boss politico, una specie di simpatica canaglia, combatte e perde la sua ultima campagna elettorale. Condotta a colpi di scandali, dichiarazioni infuocate e grandi promesse, anche dai suoi avversari. Un film, che se lo si segue con attenzione, fa soprattutto capire che in realtà il vero potere, quello strutturale (economico e sociale) risiede altrove: dietro le quinte elettorali. Alla fine il protagonista viene "scaricato" da tutti, compagni di partito, media, finanziatori... Ma nonostante tutto, come il professionista della politica, in senso alto, tratteggiato da Max Weber, pur sapendo di dovere perdere, non demorde.
Ed è quel che finora ha fatto Berlusconi. Nonostante i pronostici sfavorevoli e un trend elettorale negativo ha mostrato di saper lottare come un vero politico, che sa di non doversi arrendere mai. E questo gli va riconosciuto, a prescindere dalla supponenza del personaggio, dai suoi devastanti interessi particolari, e dalla bontà o meno del programma politico del centrodestra.
Anche perché la politica ( e questa è una costante) prima ancora che consenso è conflitto. Per farla breve, come nel pugilato, vince chi riesce a rimanere in piedi un minuto in più dell'avversario. Può piacere o meno, ma è così.
Quanto al centrosinistra, si può dire, che la demonizzazione di Berlusconi (che, va detto, non ha mai voluto risolvere il problema del conflitto di interessi), rappresenta una specie di "programma unico", sul quale sono tutti d'accordo. Mentre sulle questioni veramente importanti, come ad esempio la politica estera (rapporti con gli Usa, questione irachena, protezionismo europeo, relazioni con la Bce, eccetera), non c'è alcun accordo. Il che in caso di vittoria rappresenterà un grave problema per il centrosinistra.
Quanto ai programmi, si può dire, che certo hanno importanza ma solo nelle fasi storiche di svolta, mentre in genere nel lungo periodo, come mostra la storia delle democrazie liberali post-belliche, finiscono per somigliarsi tutti. Praticamente in Italia, dalla fine della Ricostruzione (prima metà anni Cinquanta) si discute solo di spesa pubblica e fisco. Come, appunto, è regolarmente accaduto anche in quest'ultima campagna elettorale.
Quanto al problema morale dell'onestà dei candidati, si tratta semplicemente di un prerequisito. Se l'onestà si trasforma in programma politico (il "partito degli onesti", dei valori, ecc.), allora c'è qualcosa che non va, non tanto nei singoli candidati che zoppicano, quanto nel sistema stesso, malgrado certa magistratura voglia far credere il contrario. E un solo partito, come una rondine, non può fare primavera. Ma questa è un'altra storia...
C' è poi poi un aspetto, particolarmente preoccupante: il rapporto tra poteri forti (confindustria, banche, grandi sindacati) e il centrosinistra. Questo blocco economico e politico ha praticamente eletto Berlusconi a nemico pubblico numero 1. Lasciamo stare perché... Possono essere date le spiegazioni più differenti (sia di apprezzamento che di critica). Limitiamoci a constatare, di fatto, la convergenza. Che però nasconde, sicuramente, un voto di scambio. A danno di chi? Sicuramente della parte del potere "forte" più "debole": il sindacato". Un accoppiamento poco giudizioso il cui conto, salato, sarà pagato dal lavoro dipendente. E Prodi, già uomo Fiat (e non solo per le famigerate "rottamazioni") è stato messo lì, proprio per fare il garante.
Perciò con la sconfitta di Berlusconi ( data quasi per certa nel "risultato", ma non nella "misura", e questo è un altro aspetto non secondario della questione), si potrebbe aprire un contenzioso in politica estera ed economica che rischia di spaccare in due la maggioranza di centrosinistra e il Paese. Anche perché Berlusconi, conoscendo il politico più che l'uomo, ne approfitterà e continuerà a dare battaglia, anche dai banchi dell'opposizione.
Questo non significa che domenica lo si debba votare per evitare future spaccature... O che chi voti per il centrosinistra commetta un errore.
Ma più semplicemente che non è il caso di farsi troppe illusioni. La vita purtroppo non è un film che deve rispettare un precisa sceneggiatura. Le azioni sociali e politiche spesso causano conseguenze inaspettate. Perciò l'ultimo urrà per Berlusconi, potrebbe non essere proprio l'ultimo...

Carlo Gambescia

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