Profili/21
Samuel Edward Finer
Ci sono scienziati politici e sociali che hanno scritto
numerosi e interessanti libri, ma che devono la loro fama a un libro in
particolare. Ad esempio, Pareto, è ricordato per il Trattato di Sociologia
Generale (1916), Sombart per il Capitalismo moderno (1902),
Sorokin per la Dinamica
sociale e culturale (1937-1941), Parsons per La struttura dell'azione
sociale (1937). Samuel Edward Finer (1915-1993) sarà studiato e ricordato per The
History of Government From the Earliest Times (1997, 1999), 3 volumi, 1700
pagine (www.oxforduniversitypress.uk). Un'opera completamente dedicata all'analisi politologica, sociologica,
storica e comparativa di tutte le forme di governo succedutesi negli ultimi
5000 anni, dalle antiche monarchie allo stato moderno. Uno studio gigantesco,
non compilativo ma "interpretativo", che non ha eguali nella scienza
politica del Novecento. Se non nella ricerca storico-comparativa delle varie
forme di potere legata al nome di studiosi del valore di Mosca, Pareto, Weber
Aron, Ellul, Schmitt, Freund.
Samuel E. Finer nasce nel 1915 a Londra, da una coppia
di ebrei immigrati in Gran Bretagna dalla Romania. Compie studi brillanti,
sotto la guida e l'esempio del fratello maggiore Herman (più grande di diciotto
anni, a sua volta, poi trasferitosi in America, come docente di politica
all'Università di Chicago). Nel1937 Finer si laurea ad Oxford in politica,
filosofia ed economia (Ppe) e nel 1938 in Storia. Finita la guerra, torna
all'attività accademica. Insegna "Government" e poi "Comparative
Government" a Oxford (1946-1950); alla Keele University (già College
universitario del NorthStaffordshire (1951-1965), dove ricopre anche incarichi
istituzionali; all'Università di Manchester (1966), che poi lascerà (1974) per
trasferirisi di nuovo Oxford. Si ritira dall'insegnamento, per sopravvenute
ragioni d'età nel 1982. Dedica gli ultimi undici anni della sua vita alla
realizzazione del progetto più ambizioso: The History of Government.
Nonostante un attacco di cuore, che lo coglie nel 1987, procede alacremente:
divora le fonti secondarie, legge valanghe di libri storia, contatta e
interroga storici e altri specialisti. Vuole finire a tutti costi l' opera
della sua vita. Tuttavia, quando muore, nel 1993, a causa di un altro
attacco, il libro non è ancora finito. Le varie parti già scritte da Finer al
momento della morte, dovranno perciò essere "assemblate". Purtroppo
resterà fuori dal libro la ricostruzione dell'intero Novecento, che Finer non
aveva ancora scritto. Ma studiosi e lettori oggi possono giovarsi dell'accurato
lavoro degli editori, affettuosamente spronati dalla moglie Catherine Jones
Finer, e per l'ultimo volume in particolare della "overview"(che apre
Pathways to the Modern State, vol. III, pp. 1473-1484) dove Finer indica
le linee maestre di quella che sarebbe stata la sua interpretazione delle
istituzioni politiche del secolo XX. Altri elementi prospettici di riflessione
possono essere colti anche nella sua trattazione degli effetti di ricaduta dell'industrializzazione
(Ibidem , pp. 1610-1651). L'opera è dunque perfettamente conchiusa.
Fondamentalmente The History of Government si
fonda su due presupposti uno metodologico e uno filosofico.
Dal punto di vista metodologico Finer studia le
istituzioni di governo, in termini concreti, di "politica applicata alle
istituzioni" e ne esamina l'andamento storico, da un punto di vista
ciclico (nascita, sviluppo, declino). Di qui la grande importanza da lui
attribuita allo studio comparativo delle varie forme storicamente assunte dalle
istituzioni amministrative, religiose, giuridiche, economiche. Particolare
attenzione è dedicata allo sviluppo dei processi decisionali, ma anche al ruolo
concreto delle istituzioni fiscali e militari.
Dal punto di vista filosofico-politico Finer, come Pareto
(di cui era estimatore, come del resto di Marx e Keynes), non fa sconti a
nessuna ideologia politica. Certo, ha simpatie per la moderna democrazia
liberale. Ma respinge qualsiasi entusiasmo alla Fukuyama. E' un realista, che
compara, senza pronunciarsi, le diverse istituzioni di governo, succedutesi
storicamente: dai Sumeri ai Romani, dalla Cina alla Chiesa medievale, dall'
Antico Israele al Giappone feduale. E così via, fino alle democrazie
costituzionali e parlamentari dell'Ottocento europeo. Uno sguardo storico che
lascia veramente sbalorditi, anche per la sua ricchezza concettuale. Finer è un
vero e proprio genio della comparazione storica, abilissimo nel costruire
schemi "operativi" che tagliano trasversalmente l'intera opera,
permettendo al lettore di non perdere mai il filo interpretativo dell'opera. Un
fatto straordinario. Da lasciare stupiti, per un opera di tali dimensioni...
Di Finer, a parte qualche raro saggio apparso in riviste
o antologie, non è mai stato pubblicato un solo libro in lingua italiana,
nonostante l'amicizia con Giovanni Sartori, nume tutelare della politologia
italiana, e l'attività di docente presso l'European University Institute (1977
e 1979). Tra l'altro ha conosciuto e apprezzato come studioso e amico il
compianto Paolo Farneti.
Sarà perciò difficile che qualche editore italiano, possa
assumersi il ruolo di outsider e pubblicare un'opera di 1700 pagine. In
subordine potrebbe essere tradotto almeno il Conceptual Prologue (
incluso nel vol. I. Ancient Monachies and Empires, pp. 1-96), dove
Finer formula le sue originalissime tipologie concettuali e traccia le linee
guida dell'opera: un piccolo gioiello teorico e metodologico di scienza politca
sociale. Da tradurre assolutamente...
Per un agile e interessante profilo biobibliografico di
Finer si veda Hans Daalder, Samuel E. Finer: l'analisi dei governi in
D. Campus e G. Pasquino, Maestri della scienza politica, il Mulino,
Bologna 2004, pp.109-125.
Carlo Gambescia
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