sabato 28 settembre 2019

La marcia mondiale per il clima
I nuovi mostriciattoli



Cantava Battisti: “Come  può uno scoglio arginare il mare…”.  Che c’entra il grande Lucio  con la manifestazione di ieri?  Che ha visto in prima fila  i nuovi   bambini del dio Pan?
C’entra, eccome.  Perché la nostra società,  che deve la sua fortuna alla libertà di stampa, ne  perirà. Una  libertà faticosamente guadagnata, neppure  due secoli  fa, rischia di morire di catastrofismo: una macabra  visione del mondo che viene alimentata a ondate crescenti dall'irresponsabile allarmismo mediatico. Esiste al riguardo una interessante letteratura sociologica  ovviamente ignorata dagli stessi giornali.    

Pertanto,   come può lo scoglio della ragione e del pensiero critico arginare il quotidiano  mare di notizie catastrofiche, accuratamente scelte,  per  imporre, attraverso il populismo ambientale,   ciò  che di fatto  si trasformerà nel colpo di grazia per l’Occidente. 
Anche il nostro è catastrofismo? No. Perché, cosa che i giornali non dicono, mentre le nostre società, preda di un isterismo  ambientale  infantile, di nome e di fatto,   singhiozzano  su stesse,  il mondo non occidentale, popolazioni  islamiche comprese,  mira  a svilupparsi e perseguire uno stile di vita occidentale, quanto meno per i consumi,  senza tanto rispetto per  quel  taglio dei costi ambientali e distopiche transizioni,  sacralizzati invece in Occidente. 
In Italia, come in altri paesi occidentali,  si sono rivisti i balilla.  Che tristezza sentire i bambini, con le loro vocine affaticate e  strozzate,  urlare slogan illiberali inventati da altri e rilanciati dai media.
Fissi davanti alla  tv,  noi adulti,  con i nostri  piagnistei,  stiamo offrendo il fianco ai  potenti competitori economici e politici dell’Occidente.  Il  triste  spettacolo  dei bambini fanatizzati  -  veri e propri mostriciattoli - dai vecchi nemici del capitalismo, verdi, neri, rossi che siano,  è qualcosa di  tragico e comico al tempo stesso.

Tragico, perché come abbiamo detto, la tanto auspicata regolamentazione ambientalista rischia di uccidere libertà economica, massacrando la produttività,  e  di influire  sulle divisioni politiche interne all’Occidente, rimettendo  in discussione il modello di sviluppo liberale. Sociologia e metapolitica insegnano che il nesso tra emergenze  e dittature è strettissimo.
Comico, perché è l’Occidente stesso, come animato da  una volontà  autodissolutiva,  a rinnegare  i valori  di libertà politica ed economica che lo hanno fatto grande.  Un suicidio collettivo assistito,  che vede protagonisti  quei politici che leccano i piedi ai nemici interni dell’Occidente, vecchi e nuovi:   tutti animati dallo stesso odio verso l’economia di mercato e la libertà economica.
Il che spiega il ruolo cruciale dei mass media, tradizionali e digitali, che invece di difendere i valori che li hanno fatti grandi,  assecondano  le  onde tempestose della burrasca  populista.  Il catastrofismo ambientalista  rischia  di sommergere le istituzioni politiche ed economiche dell’Occidente.


Non osiamo entrare nel merito della questione climatica. Rileviamo però che  la Terra ha miliardi di anni e che la nostra civiltà si  è sviluppata in un periodo interglaciale,  che crediamo sia   tuttora in corso.  Possono due secoli di libera  crescita economica  averlo accentuato?  Non crediamo. Basta aver studiato  un poco di storia universale della Terra e degli  Uomini ( e qui serve la maiuscola, contro l’ olismo d’accatto). La Terra, dicevamo, segue il suo corso, ignorando uomini e dinosauri.  
Si dia  piuttosto un’occhiata alla durata dei precedenti periodi interglaciali: si parla di centinaia e decine di migliaia di anni. Per non parlare  di   una Terra  che ha miliardi di anni e ne ha viste di tutti i colori. E comunque sia,  il trend  plurimillenario  è verso una  nuova  glaciazione. Se proprio al lontanissimo futuro si deve guardare.
Di questo però non si parla. Di plastica e petrolio sì. E  non solo per dare addosso a due beni (la plastica,  geniale  invenzione dell’uomo, il petrolio frutto della fatica umana e del  gusto della scoperta),  ma  per colpire la libertà economica e politica in nome dell’irreggimentazione sociale. Per trasformarci tutti  in quei mostriciattoli di  otto, dieci, dodici anni,  ieri scesi in piazza a comando. Nuova gioventù hitleriana, pronta a denunciare i padri:  la logica politica è la stessa. E come l’altra volta, rischiamo di pagarla cara.
A proposito,   viva la plastica  e  viva il petrolio!             

Carlo Gambescia