domenica 8 settembre 2019

La battaglia ambientalista della Chiesa Cattolica
L’eco-comunismo di Papa Francesco



Perché meravigliarsi della prima pagina dell' “ Osservatore Romano”?  La Chiesa Cattolica ha sempre avuto nei riguardi della società aperta una posizione a dir poco ambigua. 
Per farla breve:  la Chiesa accetta i valori di libertà quando le sono vitali per tentare di recuperare il potere, valori,  che però,  una volta consolidatasi,  rischiano di  diventare  inutili a causa  dei contenuti integralisti  della sua dottrina.  Oggettivamente integralisti: il giudizio può piacere o meno, ma così stanno le cose. 

Il punto è che negli ultimi due secoli  una  Chiesa in gravi difficoltà politiche  ha finto di  sposare  la causa della libertà.   Non si illudano perciò i liberal di sinistra (quelli di “Repubblica” ad esempio), sulla sincera conversione  della Chiesa alla società aperta.
Dicevamo della prima pagina dell’ “Osservatore”. Per quale ragione?  Perché ricorda, per tasso di anticapitalismo, quelle della comunista “Unità".  
Il forte accento sulla difesa dell'ambiente, congiunto addirittura a uno dei concetti più strampalati della filosofia politica, quello di  giustizia sociale, rappresenta  un attacco non solo al libero mercato ma alla libertà tout court,  punto di forza di una società libera, che la Chiesa Cattolica, salvo alcune eccezioni, ha sempre avversato.  Si noti pure come “Avvenire”, giornale dei vescovi, sia sulla stessa linea “ambientalista”. Per non parlare di "Famiglia Cristiana" e delle numerose riviste e rivistine che ruotano intorno alla Chiesa. 
Conclusioni?  Dal momento che l’ambientalismo, con le sue menzogne cospirative e  anticapitaliste,  è la continuazione del comunismo con altri mezzi, la Chiesa Cattolica, in particolare quella di Francesco, è su posizioni comuniste. Anzi eco-comuniste.      
Esageriamo? Si pensi alle  dichiarazioni  della Chiesa, sui cosiddetti temi etici? Banco di prova della società aperta.  A parte qualche  sfumatura (ad esempio su gay e divorziati), su tutto il resto  non è cambiato nulla.  

Non  desideriamo  però  entrare  nel merito delle posizioni etiche della Chiesa, che secondo il punto di vista  possono essere giuste o sbagliate. Anzi riteniamo sociologicamente necessario che esista una agenzia morale, che restando però dentro i propri confini,  combatta gli eccessi del relativismo.  
Quel che invece  non è accettabile  è che la Chiesa invada politicamente campi che non sono suoi, usando  in modo ambiguo  il  concetto di libertà:  che  nega sui temi etici, provando che non è cambiato il suo scopo finale  (quello di organizzare una società “integralmente”cristiana), per rivendicarlo in campo politico ed economico, indicando  un “modello di sviluppo” chiaramente anticapitalista.
In realtà,  il nocciolo duro delle critiche  è antiliberale, perché in buona sostanza la Chiesa condanna tutte libertà, economiche, etiche e di pensiero, a parte quelle che ambiguamente rivendica per sé. Come la libertà di stampa. Che usa in modo velenoso, affiancando  sciagurate campagne eco-comuniste contro il libero mercato e di riflesso contro la società aperta. 
Carlo Gambescia