lunedì 30 settembre 2019

Il ritorno di “Che tempo fa”
Forzati  del bene 
contro forzati del male


Ieri sera è ripartita la nave ammiraglia della sinistra buonista  di  “Che tempo fa”. Con   Fabio Fazio e Luciana Littizzetto  al timone,  più pimpanti  che mai,  e  con   Gino Strada e Michela Murgia  tra i primi agguerriti passeggeri.

Crediamo però  che tra il buonismo di Fazio & Co.  e il cattivismo di  Salvini e della destra  razzista  sia pari e patta. Da un lato i forzati  del bene dall’altro i forzati del male.  Sono purtroppo  la brutta  immagine e contro-immagine di un’Italia livorosa, sfacciata e prepotente, che non si accontenta mai di vincere, perché  vuole stravincere, cancellando l’avversario.
Un’Italia politica che grida alla persecuzione, quando è sotto,  salvo poi una volta  al potere comportarsi peggio dell’avversario. La destra voleva licenziare Fazio. Alla fine  si  è accontentata  di un trasferimento del programma  su Rai2.  Poi il governo giallo-verde è caduto e Fazio si è subito vendicato.  Ieri appena tornato in onda, chi ha invitato?  Gino Strada, l’anti-Salvini.
Infierire sul nemico in ginocchio,  dando voce a un personaggio impolitico come Strada, che però viene usato politicamente, significa solo una cosa:   favorire la crescita di un clima d’odio,  già molto accentuato, che  fa il gioco degli opposti estremismi.

C’è un nuovo governo che giustamente e faticosamente sta tentando di cambiare  la politica migratoria salviniana,  che bisogno c’è di infuocare gli animi, invitando Gino Strada?  Un profeta disarmato (e per fortuna) in camice bianco  che  ritiene  che  la distinzione tra diritto d’asilo  e migrazioni economiche sia  una “stupidaggine”?  In realtà, come insegnano gli economisti, si  tratta invece di una   “stupidaggine"  di Strada,  che fa il paio con  il “chiudiamo le frontiere” di Salvini.  Pari e patta, come dicevamo.
Purtroppo, come sembra, sussiste  un ineliminabile surplus di estremismo politico a destra come a sinistra. Un invito all’irrealismo economico  che sembra segnare  il dibattito politico e   influire sul   senso comune delle persone in chiave distorsiva.  Ci si deve schierare, sempre e comunque:  o di qua o di là,  o con Strada o con Salvini.  Se non si avverte l’obbligo di amare tutti, allora per forza li si deve odiare tutti e viceversa.  
Esiste ancora una terza via liberale?

Carlo Gambescia