giovedì 10 gennaio 2019

Una farsa,  secondo Claudio Baglioni  
Basterà una risata  per seppellire  Salvini e Di Maio?
   
 
Una risata li seppellirà? Il grande  Claudio Baglioni sembra  aprire uno spiraglio. Insomma, ci invita a sperare.  Oppure no?  Intanto,  si legga qui.   

«"Se non fosse drammatica la situazione di oggi, ci sarebbe da ridere. Ci sono milioni di persone in movimento, non si può pensare di risolvere il problema evitando lo sbarco di 40-50 persone, siamo un po' alla farsa". Rispondendo alle domande dei cronisti nella conferenza stampa di presentazione del Festival di Sanremo, che andrà in onda su Rai1 dal 5 al 9 febbraio, Claudio Baglioni prende posizione sul tema migranti. "Non credo che un dirigente politico di oggi abbia la capacità di risolvere il problema, ma almeno serve la verità di dire: è un grave problema, dobbiamo tutti metterci nella condizione di risolverlo"».
Un  ragazzo romano che da Centocelle  è arrivato a Sanremo, ma, sessantenne,  dopo anni di  durissimo impegno,  e non con mezzo video su YouTube o trecento preferenze sulla Sacra Piattaforma Unita  dei Casaleggio,  se la prende, e giustamente,  con la classe politica e con l’ opinione pubblica. Il motivo? Perché non  hanno  dato  risposte adeguate, se non quella di chiudersi in casa e buttare la chiave. Di qui,  secondo Baglioni, un Paese «incattivito, rancoroso, nei confronti di qualsiasi "altro", visto come essere pericoloso».
La sua analisi, certamente semplice (ma non semplicistica),  non fa una piega. E  Minniti,  ci permettiamo di aggiungere, aveva capito tutto, unico tra i politici italiani.   Ma non gli è stato permesso di continuare.   
Baglioni, dicendo queste cose,  mostra  di   conoscere  l’anima profonda, nel bene e nel male,  di un’ Italia sempre più razzista.  Oggi governata con la paura,  e che - ecco la cosa più  grave -  non si accorge di essere ridicola.   In alto come in basso.
Cinquanta persone da accogliere,  diventano un problema. In nome di che cosa?  Della purezza della razza e del portafogli…  Per i soldi basterebbe però  crescere economicamente. E qui gli alleati del giostraio mancato, Matteo Salvini,  capeggiati da un trascorso bibitaro del San Paolo, Luigi Di Maio, sembra invece che stiano facendo di  tutto per distruggere l’economia italiana. Perché?  Per poter controllare meglio, con quattro soldi di sussidio,  quel popolo  deificato in campagna elettorale. Popolo, ma forse sarebbe meglio definirlo plebe,  che  - ecco come entra in scena il razzista Salvini - non può assolutamente permettersi di dividere con i "non-italiani" quel poco che c'è in tavola...
In sintesi, più la torta del reddito si restringe, più il razzismo cresce. Sicché, tanto peggio tanto meglio: modello Venezuela. Seguono, ovviamente, per giustificare il tutto,  pose stentoree,  slogan cripto-fascisti (se non apertamente fascisti),  battaglie di "principio" per cinquanta o dieci persone da far sbarcare (ma quali "principi"?  quelli della “difesa della razza”? ).
Insomma, proprio quel clima da farsa ben colto da Claudio  Baglioni.  Che ringraziamo di nuovo per la sacrosanta  presa di posizione.   
Tuttavia, il  vero  punto  è che gli italiani non ridono.  Come la famosa vecchietta di Porta Portese   con foto sul banco di Papa Giovanni. Si prendono sul serio. Ci credono. Come l’altra volta.  Solo che, nella foto, allora,  al posto  del Papa Buono  campeggiava il   Duce. 

P.S. Dimenticavamo, Baglioni è amico di Fazio,  quindi secondo i nuovi padroni del pensiero, in quanto membro delle élite,  non avrebbe diritto di parola...    

Carlo Gambescia