lunedì 28 gennaio 2019

Come non far cadere il  governo razzista di Salvini e Di Maio...
 Blitz in gommone e manifestazioni pubbliche possono bastare?




Per capire quel che sta accadendo in Italia non bisogna perdere tempo con i  retroscena di cui oggi sono pieni i giornali,  ma guardare al paradigma cognitivo-politico.  Insomma, non crediamo bastino tre onorevoli in  gommone per salvare l'Italia dai razzisti.
Paradigma. Il lettore non si spaventi del parolone. Il paradigma cognitivo-politico rinvia  a un modello di riferimento delle credenze  dominanti,  dunque ritenute “normali” dalla gente,  e dai  conseguenti meccanismi comunicativi.    
Oggi, dispiace dirlo, ma  siamo dinanzi a una specie di  rovesciamento di storiche alleanze intellettuali. E quindi  al mutamento del paradigma cognitivo-politico.   Idee ritenute fino a qualche anno  fa  lunatiche, come il signoraggio, l’inutilità dei vaccini, il superamento del Parlamento, la difesa della razza italiana, per citare solo alcune delle pericolose tossine  entrate nel  circolo sanguigno della comunicazione politica, sembrano ora  godere di crescente consenso. O comunque, se ne parla, con grande serietà,  come se, per fare un esempio,  fosse normale discutere della "piattitudine" della Terra. 
In qualche misura lo schema sociologico è quello della mobilitazione della masse,  che al  di là delle frasi a effetto sul “potere del popolo”,  rimanda sempre all’ opera  di minoranze organizzate.  Uno schema mobilitante, volto al mutamento di paradigma,  che in passato  caratterizzò  il fascismo, il nazismo e il comunismo,  schema  basato  sull’introduzione di slogan politici chiari e comprensibili da tutti.  E proprio per questo  di una superficialità estrema.
Ieri, sulla nostra pagina Facebook accennavano  a un video sul signoraggio, trasmesso dalla  nuova Rai sovranista e populista,  nel suo genere, tecnicamente perfetto, in vero stile pubblicità progresso per ragazzini di dodici anni: i ministri  liberali ed europeisti  dipinti  come gangster,  le famigliole, tratteggiate  con graziosi pupazzetti in lacrime, perché vittime dell’euro, e così  via.  
Per ora siamo nella fase dello stravolgimento della realtà -  al  cambiamento cognitivo  dei nomi delle cose  -   che rischia però  di  giustificare vere e proprie svolte autoritarie. 
Facciamo qualche esempio:   se gli immigrati affogano la colpa non è del governo razzista che ha chiuso i porti, ma  delle Ong, organizzaioni  umanitarie per eccellenza,  liquidate invece come bande di trafficanti di esseri umani; il reddito di  cittadinanza, che in realtà non è un reddito di cittadinanza, ma un reddito di inserimento sconfiggerà,  si proclama,  una  povertà che in realtà, come attestano  le statistiche, non è povertà, in quanto tale,  ma  rischio  di  impoverimento a causa della disoccupazione, tra l'altro limitata a lavori scarsamente qualificati  e al rifiuto della mobilità geografica. E via dicendo.
La sinistra, che ormai  è  programmaticamente  “al caviale”  (secondo il Nuovo Politicamente Corretto di Destra), oggi  organizza una manifestazione, davanti a Montecitorio, contro le stragi nel Mediterraneo.  Manconi, che ha lanciato l’appello “Non siamo pesci”, si è sentito chiedere da un giornalista: “Lei  gli immigrati li porterebbe a casa sua?” . Capito?   Come se l'attività  politica fosse il naturale prolungamento del  francescanesimo un tanto al chilo  dell’aggiungi un posto a tavola.     
Ora, il solo  chiedere una cosa del genere a  un politico,  significa  che si  ha una visione della politica a dir poco semplicistica. E se tale visione informa le domande di un giornalista, compiacente al nuovo potere,  vuol dire  che a livello collettivo il semplicismo, come nuovo paradigma cognitivo-politico,  è aggressivo e  diffuso.  Gli eretici abbondano quando una religione è dominante, non quando è caduta o è  lì  per cadere, come sta accadendo.  
Ciò implica alcune cose, dal rilievo pratico, di una gravità assoluta. Quali?  Al posto della competenza, l’imperizia; al posto delle parole misurate, gli sproloqui; al posto della prudenza la temerarietà, e così via.
Si tratta di un ciclo politico-cogntivo, che sembra trovare forza in se  stesso. E più dura più si rafforza. E qui si pongono due questioni.
La prima riguarda, la natura cognitiva dell’opposizione a questo governo:  non basta un' opposizione puramente politica, serve un’opposizione cognitiva, al paradigma intellettuale sovranista-populista. Però, ecco il punto, come rendere di nuovo  appetibile, cognitivamente parlando,   il paradigma liberale  in una società di  dodicenni fessi (non troviamo altro termine), sempre più  antiliberale?   
La seconda, rinvia a Machiavelli,  e alla possibilità  di rovesciare, prima o poi,  i profeti disarmati. Ma i sovranisti-populisti sono disarmati?  Quindi possono bastare per rovesciare il governo giallo-verde, la richiesta di Manconi di una Commissione parlamentare d’inchiesta sui  disperati morti nel Mediterraneo? O un blitz, per carità spettacolare, come quello di ieri sulla Sea Watch, di tre parlamentari dell’opposizione? 

Carlo Gambescia