giovedì 31 marzo 2016

Perché gli italiani odiano Renzi



Se volete capire le ragioni dell’odio verso Renzi di larga parte dell’opinione pubblica ai vari livelli, a cominciare dai social network,  consigliamo di osservare attentamente la foto sopra.
Siamo davanti al ritratto della modernità, attenzione,  di una modernità che scoppia di salute: la sfida dei grattacieli, quindi la modernità verticale; lo jogging, il rito del buon esercizio fisico, altra celebrazione della modernità, come dire, orizzontale, on the road; Chicago,  metropoli degli Stati Uniti, nazione  culla ed emblema della modernità capitalistica, verticale e orizzontale (1).
Chiaro, no?  Non si digerisce la  straripante  modernità di Renzi.  Del resto,  parliamo dell'Italia:  nazione dove tuttora si idolatrano Pasolini e Berlinguer (2).  Certo, per  caratteristiche politiche, il Presidente del Consiglio  resta  un leader italiano:  semplificando,  che "inciucia", strizza l’occhio, si atteggia a furbetto,  eccetera.  Però - ecco il punto - Renzi ha sposato la causa della modernità:  consumi,  crescita economica, ottimismo, meritocrazia, pragmatismo, voglia di fare e di cambiare il mondo. Il che spiega la simpatia  (ricambiata) di Sergio Marchionne nei suoi riguardi. Una specie di pietra tombale per gli antimoderni d'Italia...  Inoltre, a  riprova di quanto appena detto, basta leggere i commenti sotto la  foto:   tutti all’insegna di  un collettivo  antimodernismo piagnone. Roba da brividi.
Il problema italiano -  questione che  solca tutto il Novecento -  è  di non aver mai accettato la modernità. C’è veramente di che inorridire, quando si rileggono  le polemiche Strapaese-Stracittà,  le critiche populiste  al decollo economico degli anni Sessanta  e   il successivo  distillato di  odio verso la televisione commerciale.
Per fare solo un esempio, banalissimo:  che cosa si rimprovera a Renzi?  Di aver partecipato da giovane  a una trasmissione condotta da Mike Bongiorno. Non sia mai...  
Tuttavia un fenomeno come l’antimodernismo, che viene da lontano ( di derivazione clericale,  prolungatosi nel fascismo e  nel  consociativismo culturale catto-comunista)  non può essere contrastato da un uomo solo comando. Non basta la bacchetta magica per cambiare la mentalità arcaicizzante di larga parte degli italiani.  Al riguardo,  le parabole di  Craxi e Berlusconi, due modernizzatori (comunque la si pensi),  potrebbero  essere istruttive. Occorre perciò  una nuova classe politica determinata a modernizzare il Paese. Che non si forma in un giorno. Quindi, anche Renzi potrebbe fallire, come detto, per limiti politici (resta comunque un uomo di sinistra), ma anche per il  clima ostile che circonda il suo governo, nonché per la disastrosa evoluzione del quadro politico internazionale.   
Del resto, tre sole rondini, magari  due, pure azzoppate (Craxi, Berlusconi),  e un rondinotto  (Renzi), in quarant’anni non possono fare primavera…  Possono però  indicare la strada.  O no?

Carlo Gambescia                      
        

        

(2) Non è elegante autocitarsi, però sull’asse culturale  Pasolini- Berlinguer  si veda il mio Sociologi per caso, Edizioni Il Foglio 2016, cap. IX. 

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