martedì 22 marzo 2016

 Erasmus, Obama a Cuba, Salah Abdeslam
Lezioni di giornalismo 
(e di realismo politico)







A dar retta ai media,  che  riflettono la banalità organizzata, l’Erasmus dovrebbe essere sospeso, Barack Obama avrebbe conquistato il portafoglio e il cuore dei dirigenti politici cubani, Salah Abdeslam il kamikaze islamista spuntato, con il suo bel  faccino,  sarebbe un pentito, un povero ragazzo traviato, che può essere tranquillamente recuperato.
Le sfumature  mediatiche possono essere differenti, ma nell'insieme riflettono tre miti del nostro tempo: a) dell' eliminazione di qualsiasi rischio; b) del commercio che converte tutti alla democrazia; c) del far finta che il remake dell’Islam militarizzato non ci abbia dichiarato guerra.
Insomma, si ignorano ( o si fa finta di) tre questioni fondamentali   : uno,  che  il rischio è  un fattore di libertà, (se Cristoforo Colombo, avesse rinunciato al suo Erasmus su tre caravelle, per paura di affogare  chissà…);  due,  è vero che il commercio facilita relazioni, apre porte eccetera,  ma è altrettanto vero che non converte nessuno ipso facto alla democrazia  (vedi Cina,  nonché la vecchia Russia Zarista);  tre, che Salah Abdeslam  non è un mafioso o un criminale, magari con  inclinazioni terroristiche, bensì un soldato  che combatte per  uno Stato  che punta a  distruggerci ( alla stregua dei soldati nazionalsocialisti che, su ordine di Hitler, volenterosamente tentarono di  ridurre l’Europa in schiavitù).
Abbiamo parlano di banalità organizzata, non nel senso del grande vecchio dietro le quinte eccetera, bensì di un sentire comune - quindi un fattore sociologico -  fondato su tre pilastri ideologici,  tre convincimenti sbagliati che però stanno rovinando l’ Europa e l’Occidente: l’assistenzialismo, l’economicismo e il pacifismo.  Del resto, che c'è di meglio del sentirsi sicuri e protetti? E sopratutto rassicurati?  Il meccanismo di rinforzo è collettivo, in qualche misura democratico: i media non fanno altro che ricevere e moltiplicare un desiderio di pace e tranquillità che giunge dal basso.  Del  resto si tratta di  ciò che le persone comuni amano sentirsi ripetere, almeno a far tempo dalla fine delle guerre civili europee della della prima metà del Novecento. E in teoria la gente comune  non avrebbe torto. Senonché la sicurezza personale non può essere garantita dalla culla alla tomba, per tutti  e per sempre, a parte il costo economico ( tasse elevatissime),  ne andrebbe di mezzo la libertà che è responsabilità individuale e  rischio.  Inoltre, i buoni affari, come abbiamo visto, non portano sempre alla democrazia; le guerre, infine non possono essere bandite per sempre,  perché è il nemico a designarti come tale.  E purtroppo,  di questa melassa, i media sono i ripetitori organizzati. Anche per un politico deciso, sarebbe molto  difficile opporsi al  buonismo imperante. Certo,  dando per scontato il suo desiderio di mantenersi al potere...   
In realtà, tre soluzioni  le avremmo. Politicamente scorrette.  
In primo luogo, l’Erasmus, andrebbe  reso il più scomodo e difficile  in termini economici e di severità degli studi. Il che significa  cancellare  gli aspetti vacanzieri, In questo modo - detto ovviamente con grande rispetto per le vittime -   l'Erasmus  attirerebbe solo  i più motivati, disposti a studiare punto e basta.  Certo, poi tutto può accadere, ma  non all'interno di un'ottica  turistica di massa.  
In secondo luogo,  anche  il commercio è  buona cosa, mai però aspettarsi  tanto o troppo dal mercante. Infatti, quando si aprono agli affari,  i primi a beneficiarne e  arricchirsi,  soprattutto nei regimi autoritari o dittatoriali,  sono quelli in cima alla scala sociale. E perché (dal loro punto di vista, ovviamente) dovrebbero autoliquidarsi politicamente  in favore del popolo? 
In terzo luogo,  per il soldato islamista, tribunali di guerra, senza tante chiacchiere e telenovelas. Perché siamo in guerra.
Certo, sono verità sgradevoli che la gente non vuole  sentire. Il classico comportamento dello struzzo. Una deriva  favorita  dalla  condiscendenza seriale dei media.   Il risveglio però potrebbe essere molto brusco... 

Carlo Gambescia
                       

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