giovedì 3 marzo 2016

Bagarre alla Camera sui mutui casa
Capitalismo all’italiana


In Italia, un capitalismo con regole all’americana, non funzionerà mai.  Servirebbe prima un rivoluzionario cambio di mentalità. Che, probabilmente, non arriverà mai. Questa storia di banche, mutui concessi e case che, in caso di morosità,  possono tornare alla banca senza pignoramento (o detto altrimenti, bypassando il tribunale), rientra pienamente nelle regole di una società del rischio, come quella statunitense, dove i mutui sono bassi, facili da concedere e gestire.  Al contrario,  in  Italia, dove il mercato è rigido (c’è, o c’era secondo la nuova normativa,  un articolo del codice civile, quello fascista del 1942, che vieta il patto commissorio), dove  la casa viene considerata  “un bene primario”, qualsiasi tentativo di snellire il mercato dei mutui e far scendere i prezzi (perché lo scopo economico - economico, attenzione -  della normativa europea  è  questo), viene visto, in chiave arcaica,  come una tremenda vittoria dell’usura.  E invece è capitalismo all'americana. O puro, se si vuole.  Con un sua coerenza. Può piacere o meno, ma funziona così.
Negli Stati Uniti, mutui e case, costano poco: si vende, si compra,  ci si sposta, si cambia lavoro rapidamente… Anzi, negli Usa, qualche anno fa si è commesso l’errore opposto, legato però alla speculazione borsistica sui titoli ipotecari, tutti a rischio, proprio perché bassi, facili da concedere eccetera, eccetera. Questo, il rovescio della medaglia.  Nessuno è perfetto. Non sosteniamo, insomma, che il capitalismo puro all’americana sia esente da critiche. Però, ripetiamo, è coerente. 
Per contro, in Italia  -  cosa di cui nessuno ama parlare -    la rigidità, politicamente imposta,  del mercato dei mutui, carissimi da sempre, ha costretto numerose famiglie a inenarrabili sacrifici  per comprarsi  casa.  Il che spiega la nascita e  lo sviluppo dell'epica  mitologia umanista  intorno alla casa:  però, ecco il punto,  la colpa dei sacrifici  non era ed è delle banche, bensì  delle rigidità, ripetiamo,  introdotte da una politica culturalmente arretrata e legata alla vecchia idea fascista della "guerra del sangue contro l'oro"  o  quella cattolica del "denaro sterco del demonio": dicesi, altrimenti, mentalità precapitalistica.  Il massimo dell'incoerenza: capitalisti con  mentalità anticapitalista.    
Sicché,  con la scusa di tutelare  il singolo dai demoniaci “soprusi della banche”,  i mutui non potevano non essere cari: se una banca sa che per recuperare un  bene e/o credito, ci vogliono dieci anni di carte e  tribunali, il prezzo del   mutuo non può non essere alto. O no?  Qualcuno per i rischi assunti dal creditore deve pagare? O no?   È l’economia (capitalista), bellezza.           
Insomma, se sfrondiamo il discorso sulla nuova normativa  da tutte le arcaiche  chiacchiere pietiste, catto-fascio-comuniste, la vera questione  economica  è che i mutui sono salati e che  la nuova normativa  va invece  in direzione  di  una diminuzione dei costi. E perciò, in prospettiva,  di  minori sacrifici per le famiglie.  
Naturalmente, gli imbecilli pentastellati hanno capito subito tutto.  Certo, l’attuale sistema è il più giusto… Infatti, i costi politici, vengono riversati sulle banche, che a loro volta, non possono non riversarli sui clienti. Fermo restando, visto che siamo in Italia,  che i costi dell' "umanesimo politico-bancario", chiudendo il cerchio dell'individualismo protetto,  non può non  ripianarli lo stato: quindi mutui cari e tasse alte. Per la serie continuiamo a farci del male. 
Tra l’altro, sulla nuova normativa,  ha già fatto una mezza marcia indietro anche la stessa Abi… Cosa pensare? Che è bello fare il banchiere con i soldi dello stato…   Roba da pazzi, pure le banche tradiscono...  Capitalismo all’italiana…

Carlo Gambescia    

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