Governo Monti.
Chi vince e chi perde?
Quanto durerà il Governo Monti? La risposta più scontata è che durerà fino a
quando i sondaggi non saranno in grado di prevedere-assicurare la vittoria
(«dirimente», direbbe Renato Mannheimer) di uno dei due principali contendenti.
Perciò, come tempi, si va da pochi mesi alla primavera 2013. Ovviamente, sia il
Pdl che il Pd, prima attenderanno che Monti passi dalle parole ai fatti,
facendo così da parafulmine alla rabbia degli italiani. Dopo di che potrà
iniziare, tra i partiti, il tira e molla sulle misure economiche, sulla riforma
elettorale, eccetera. Un teatrino politico sulla cui spettacolarizzazione
influirà l’andamento dei mercati…
Ma veniamo al punto: con Monti, chi vince e chi perde? Vince, anche se
defenestrato, Berlusconi. Che, come ha affermato a caldo, può staccare la spina
quando vuole, e proprio sulle misure più pesanti, magari guadagnando nuovi
consensi sociali. Perde invece il Pd, che, certo, ha “cacciato via” il
Cavaliere, il Grande Satana odiato dal Popolo Viola. Ma che ora, dopo aver dato
corpo ai sogni di un pugno di giovani giacobini digitali, si trova, e da
sinistra, a dover appoggiare un governo economicamente più a destra di quello
Berlusconi: un incubo.
È però il Terzo Polo a correre il pericolo maggiore dal punto di vista delle
tenuta elettorale, proprio per il suo appoggio incondizionato a Monti: gli
elettori bastonati, mai perdoneranno i tre mandanti politici del professore,
Casini, Rutelli, Fini. Infatti, il trio-ma-quanto-siamo-bravi-e-responsabili si
è tolto dai piedi Berlusconi, ma come? Pagando un prezzo altissimo. Quello di
infilare i propri (di piedi) nella soletta di cemento del Governo Monti. A
proposito, a dir poco suicida, dietrologie a parte, la proposta di Bocchino su
Monti candidato Terzo Polo-Pd alle prossime elezioni… Per la vecchia serie del
marito che si taglia gli “attributi” per far dispetto alla consorte…
Per contro IdV, Sel, Lega potrebbero invece capitalizzare elettoralmente (in
particolare Bossi, nettamente all’opposizione) l’ atteggiamento critico verso
il Governo Monti.
Il nostro ragionamento politico si regge però su una premessa: che Monti abbia
la autorevolezza (e quindi la forza) necessaria per scotennare gli italiani.
Perché, in effetti, il professore finora si è comportato più da democristiano
d'antan, esperto in "galleggiamento", che da puro tecnico... Come ha
provato la preoccupata insistenza sulla necessità di «dare un contenuto
politico condiviso» al suo governo. Ciò significa che se Monti non fosse
riuscito nell’intento di stipulare con i partiti un vero contratto di
assicurazione politica, come purtroppo proverebbe lo scivolone sui nomi di
Letta e Amato, il suo governo rischierà, già da domani, di condurre vita grama.
Anche perché, non avendo alle spalle Pd e Pdl, dove potrà trovare asilo
politico? Ma dalle parti del Quirinale, of course. L’unica vera sponda politica
cui potrà aggrapparsi per non finire a fondo. Ma con quale controindicazione?
Quella di far cominciare un' aggrovigliata telenovela, costellata di incontri,
telefonate, pronunciamenti, per puntellare, giorno per giorno, un Governo del
Presidente della Repubblica, inviso al Parlamento e, in particolare, a elettori
che non lo hanno mai votato, e per giunta bastonati… Di qui però, come in ogni
soap che si rispetti, colpi di scena, tradimenti, lacrime, fughe, ripensamenti,
eccetera ... Ma attenzione, questa volta, con una special guest star molto
lunatica: il mercato borsistico.
Come faceva la canzone del simpatico Tonino Carotone? «È un mondo difficile/ è
vita intensa/ felicità a momenti/ e futuro incerto». Ecco, quale potrebbe essere
la sorte del Governo Monti. Ma senza “felicità a momenti”. Soprattutto per gli
italiani.
Carlo Gambescia
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