lunedì 26 luglio 2010

I diciannove morti di Duisburg
Love Parade 
e “cultura dello sballo”


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I diciannove morti di Duisburg, tra cui una giovane italiana, schiacciati dalla folla che premeva per entrare e assistere all'annuale “Love Parade”, parlano da soli… La colpa va equamente divisa tra organizzatori e polizia. Perché non scegliere prudentemente un altro luogo? Perché, una volta scelto quella specie di maledetto imbuto, non si è provveduto a segmentare gli ingressi, suddividendo il pubblico in piccoli gruppi? Proprio per evitare i perniciosi effetti di ricaduta dei fenomeni di folla, a cominciare dal panico di massa?
E con i morti sembra morta anche la Love Parade. Infatti l'organizzatore Rainer Schaller ha annunciato la fine definitiva. della manifestazione che dal prossimo anno non si terrà più. La Love Parade era nata nel 1989 a Berlino, poco prima della caduta del Muro, su iniziativa del Dj Matthias Roeingh, alias Dr. Motte. Fra i primi ad esprimere dolore ai familiari delle vittime ieri sera, la cancelliera Angela Merkel: “Quei giovani - ha dichiarato - erano andati a festeggiare e invece ci sono morti e feriti”.
Bel modo di divertirsi e festeggiare quello dei Rave Party e dei megaraduni… Tra musica assordante, sconfinamento nell’animalità ipnotica e uso massiccio di droghe … Ma la Merkel, in fondo, riflette un sentire oggi diffuso...
E qui vorremmo fare alcune riflessioni di carattere generale. Ma fino a un certo punto.
Innanzitutto - prendendola alla lontana - è vero che le ragioni profonde per cui l’uomo ricorre all’uso della droga sono misteriose. Ma è altrettanto vero che nel XX secolo il consumo di sostanze stupefacenti è cresciuto enormemente, soprattutto in Occidente, dove gli stili di vita hanno parallelamente conseguito una straordinaria razionalizzazione ( o standardizzazione), sotto tutti gli aspetti. Probabilmente un ruolo decisivo nella diffusione sociale dell’uso di droghe è stato giocato dalla massificazione e dalle tecniche capitalistiche di produzione e riproduzione sociale dei beni economici. Un capitalismo sempre più povero culturalmente, puntando sul binomio lavoro-consumo, ha promosso in modo sistematico e crescente una ricerca collettiva della felicità individuale a buon mercato.
L’uso della droga, in quanto legato alla massificazione dei consumi, riguarda le più diverse classi sociali, e perciò va a situarsi in un contesto sociale, dove spesso una condotta razionale di vita (lavoro, famiglia, amore, vacanze), finisce per includere, razionalmente, anche l’uso sistematico della droga come "aiutino" o valvola di sfogo... Tuttavia - ecco il fatto interessante - il punto di sutura sociale tra razionalità e irrazionalità è rappresentato, soprattutto nei giovani, dalla cosiddetta cultura dello “sballo” (per usare un termine giornalistico): il voler essere felici a tutti i costi fino a farsi male... Una cultura che però va a situarsi razionalmente, nella catena razionale di vita dei giovani (scuola, lavoro, famiglia, eccetera). Dal momento che celebra lo "sballo" come il momento “fisiologico” di una specie di irrazionalità-razionale. Infatti lo "sballo", quale dispositivo sociale (rave, megaraduni, eccetera), viene visto come simbolica e momentanea rottura degli schemi “razionali” di vita quotidiana, a patto però di rientravi subito dopo. Ecco l'inderogabile "condizione" sociale che razionalizza l'irrazionale. E spiega il perché di una manifestazione come la Love Parade. Dove però il dispostivo sociale dell’’irrazionalità-irrazionale finisce per scontrarsi con il cattivo dispositivo organizzativo reale… Insomma, se ci si passa la caduta di stile: il diavolo (capitalista) fa la pentole (il Rave) ma non i coperchi (la cattiva organizzazione nel caso specifico).
A prescindere da questi "incidenti di percorso" il crescente uso sociale della droga rischia di essere inarrestabile. E per una ragione molto semplice: l’ uso sociale e “razionale” della droga è parte passiva di quel processo di razionalizzazione di tutti gli aspetti della vita sociale che ha segnato il destino dell’Occidente moderno, descritto da Max Weber.
E la riprova di questo fenomeno è nel fatto che l’ uso sociale della droga viene sempre più giudicato come “normale e benefico”: occasione di sballo nel quadro di una noiosa vita razionale. Come appunto rivela l’espressione della Merkel: “giovani che erano andati a festeggiare”. Del resto chi si diverte, anche drogandosi, acconsente al sistema...
Tuttavia, il fenomeno rischia di riguardare non solo i giovani. Proprio perché tutti noi siamo “soggetti” alle pressioni di un vita razionale e burocraticamente organizzata. Una vita che al tempo stesso favorisce e integra sistematicamente la "trasgressione"…
Questo meccanismo sociale di crescente razionalizzazione dell'irrazionale non ha eguali nella storia umana. E per alcuni è il fiore all'occhiello dell'Occidente. Questione di punti di vista...

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