I diciannove morti di Duisburg
Love Parade
e “cultura dello sballo”
I diciannove morti di Duisburg, tra cui una giovane italiana, schiacciati dalla
folla che premeva per entrare e assistere all'annuale “Love Parade”, parlano da
soli… La colpa va equamente divisa tra organizzatori e polizia. Perché non
scegliere prudentemente un altro luogo? Perché, una volta scelto quella specie
di maledetto imbuto, non si è provveduto a segmentare gli ingressi,
suddividendo il pubblico in piccoli gruppi? Proprio per evitare i perniciosi
effetti di ricaduta dei fenomeni di folla, a cominciare dal panico di massa?
E con i morti sembra morta anche la Love Parade. Infatti l'organizzatore Rainer
Schaller ha annunciato la fine definitiva. della manifestazione che dal
prossimo anno non si terrà più. La Love Parade era nata nel 1989 a Berlino, poco prima
della caduta del Muro, su iniziativa del Dj Matthias Roeingh, alias Dr. Motte.
Fra i primi ad esprimere dolore ai familiari delle vittime ieri sera, la
cancelliera Angela Merkel: “Quei giovani - ha dichiarato - erano andati a
festeggiare e invece ci sono morti e feriti”.
Bel modo di divertirsi e festeggiare quello dei Rave Party e dei megaraduni…
Tra musica assordante, sconfinamento nell’animalità ipnotica e uso massiccio di
droghe … Ma la Merkel ,
in fondo, riflette un sentire oggi diffuso...
E qui vorremmo fare alcune riflessioni di carattere generale. Ma fino a un
certo punto.
Innanzitutto - prendendola alla lontana - è vero che le ragioni profonde per
cui l’uomo ricorre all’uso della droga sono misteriose. Ma è altrettanto vero
che nel XX secolo il consumo di sostanze stupefacenti è cresciuto enormemente,
soprattutto in Occidente, dove gli stili di vita hanno parallelamente
conseguito una straordinaria razionalizzazione ( o standardizzazione), sotto
tutti gli aspetti. Probabilmente un ruolo decisivo nella diffusione sociale
dell’uso di droghe è stato giocato dalla massificazione e dalle tecniche
capitalistiche di produzione e riproduzione sociale dei beni economici. Un
capitalismo sempre più povero culturalmente, puntando sul binomio lavoro-consumo,
ha promosso in modo sistematico e crescente una ricerca collettiva della
felicità individuale a buon mercato.
L’uso della droga, in quanto
legato alla massificazione dei consumi, riguarda le più diverse classi sociali,
e perciò va a situarsi in un contesto sociale, dove spesso una condotta
razionale di vita (lavoro, famiglia, amore, vacanze), finisce per includere,
razionalmente, anche l’uso sistematico della droga come "aiutino" o
valvola di sfogo... Tuttavia - ecco il fatto interessante - il punto di sutura
sociale tra razionalità e irrazionalità è rappresentato, soprattutto nei
giovani, dalla cosiddetta cultura dello “sballo” (per usare un termine
giornalistico): il voler essere felici a tutti i costi fino a farsi male... Una
cultura che però va a situarsi razionalmente, nella catena razionale di vita
dei giovani (scuola, lavoro, famiglia, eccetera). Dal momento che celebra lo
"sballo" come il momento “fisiologico” di una specie di
irrazionalità-razionale. Infatti lo "sballo", quale dispositivo sociale
(rave, megaraduni, eccetera), viene visto come simbolica e momentanea rottura
degli schemi “razionali” di vita quotidiana, a patto però di rientravi subito
dopo. Ecco l'inderogabile "condizione" sociale che razionalizza
l'irrazionale. E spiega il perché di una manifestazione come la Love Parade. Dove
però il dispostivo sociale dell’’irrazionalità-irrazionale finisce per
scontrarsi con il cattivo dispositivo organizzativo reale… Insomma, se ci si
passa la caduta di stile: il diavolo (capitalista) fa la pentole (il Rave) ma
non i coperchi (la cattiva organizzazione nel caso specifico).
A prescindere da questi "incidenti di percorso" il crescente uso
sociale della droga rischia di essere inarrestabile. E per una ragione molto
semplice: l’ uso sociale e “razionale” della droga è parte passiva di quel
processo di razionalizzazione di tutti gli aspetti della vita sociale che ha
segnato il destino dell’Occidente moderno, descritto da Max Weber.
E la riprova di questo fenomeno è nel fatto che l’ uso sociale della droga
viene sempre più giudicato come “normale e benefico”: occasione di sballo nel
quadro di una noiosa vita razionale. Come appunto rivela l’espressione della
Merkel: “giovani che erano andati a festeggiare”. Del resto chi si diverte,
anche drogandosi, acconsente al sistema...
Tuttavia, il fenomeno rischia di riguardare non solo i giovani. Proprio perché
tutti noi siamo “soggetti” alle pressioni di un vita razionale e
burocraticamente organizzata. Una vita che al tempo stesso favorisce e integra
sistematicamente la "trasgressione"…
Questo meccanismo sociale di crescente razionalizzazione dell'irrazionale non
ha eguali nella storia umana. E per alcuni è il fiore all'occhiello
dell'Occidente. Questione di punti di vista...
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