Il libro della settimana: Alan
Ebenstein, Friedrich von Hayek. Una biografia, Rubbettino 2009,
pp. 674, euro 40,00.
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Prima i fatti, poi le interpretazioni. Ha
ragione Sergio Noto nella sua densa introduzione alla notevole ricostruzione
della vicenda hayekiana scritta da Alan Ebenstein ( Friedrich von Hayek. Una biografia, Rubbettino 2009, pp.
674, euro 40,00 ). Perché si può essere d’accordo o meno con Hayek, ma non va
mai dimenticato che si tratta di uno dei massimi pensatori sociali (e dunque
non solo “un economista”) del XX secolo. E che dunque va prima letto e poi
eventualmente criticato. Non per niente, Alain de Benoist, un intellettuale che più antiliberale non si
può, gli dedicò qualche anno fa un interessante volumetto (Hayek, Edizioni Settimo Sigillo 2000).
Libro tra l’altro ricordato da Carmelo Ferlito, curatore di una corposa
appendice bibliografica a questa bella edizione Rubbettino.Ma qual è il pregio principale della biografia di Ebenstein? Quello di non
occuparsi solo dell’economista Hayek (al quale naturalmente sono dedicate molte
pagine importanti), ma del pensatore tout court. Pertanto si tratta di un
lavoro meritevole di essere letto, soprattutto per l’ approccio globale. Ci
limiteremo perciò solo a due piccoli rilievi.La teoria sociale hayekiana scorge nel mercato, come interazione tra gli
individui, un fattore sociale ed evolutivo. E dal punto di vista sociologico la
sua teoria, oltre ai consueti rinvii alla “mano invisibile” di Adam Smith,
rimanda, almeno a nostro avviso, a uno dei classici del pensiero sociale,
Herbert Spencer. E su tre punti sociologici affini : comune fiducia indiscussa
nel meccanismo della libertà economica individuale; stesso anticostruttivismo
radicale (nel senso di una contrarietà assoluta a qualsiasi forma di
interventismo statale); medesimo convincimento circa la superiorità della
società industriale o di mercato sulla società militare o tribale.La griglia qui proposta delle “affinità” è troppo larga? Può darsi. Dispiace
però che Ebenstein non abbia voluto approfondire la questione di una possibile
contaminazione intellettuale tra Spencer e Hayek. Anche perché si tratta di un
autore letto da Hayek.Certo, i due pensatori appartengono a periodi storici diversi. E di conseguenza
il pensiero di Spencer rimane viziato da un forte biologismo sociale mescolato
a una visione evoluzionistica della storia di sapore ottocentesco. Il che però
non impedisce a Hayek, in Law,
Legislation and Liberty (ed. it. Il Saggiatore 1989) di applicare
il meccanismo sociologico della selezione evolutiva, sebbene non in chiave di
“ferree” leggi spenceriane, alla nascita e allo sviluppo delle istituzioni
sociali .Insomma, Hayek e Spencer addirittura come “gemelli” separati alla nascita? Non
spetta a noi dirlo. Ma di sicuro si tratta di un’ ipotesi meritevole di essere
esplorata. Come del resto ha suggerito, tra le righe, un altro acuto biografo
di Hayek, Andrew Gamble (Hayek. The Iron
Cage of Liberty , ed. it. il Mulino 2005).Ma si pensi anche - e veniamo al secondo rilievo - alle critiche mosse da
Raymond Aron al concetto hayekiano di libertà nella sua recensione a The Constitution of Liberty ( ed. it.
Vallecchi 1969), altro testo fondamentale del pensatore austriaco. Secondo
Aron, sociologo finissimo, l’evoluzionismo di Hayek racchiude il rischio di
sopravvalutare il ruolo delle istituzioni, in particolare quelle economiche. E
dunque di privilegiare la libertà esteriore rispetto a quella interiore ( si
veda R. Aron, Il concetto di libertà,
Ideazione Editrice 1997). E purtroppo questi nodi, per quanto secondari dal punto di vista della teoria
economica, non vengono sciolti dalla pur interessante biografia di Ebenstein.
Che se ha un altro limite, è quello di presentarci, talvolta, un Hayek dove di
solito ci si aspetta di trovarlo: fermo al suo posto di combattimento, con il
fucile spianato, in attesa di aprire il fuoco sul nemico statalista. Proprio
come spesso capita di leggere in opere peraltro apologetiche, e quindi
inferiori per qualità alla comunque notevole biografia di Ebenstein. Peccato.
Carlo Gambescia
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