Crollano le Borse
europee
Ci risiamo con la speculazione
Ieri le Borse europee hanno bruciato 128 miliardi di euro per contrastare i
timori degli investitori circa lo stato di salute dell'economia spagnola.
L'indice paneuropeo Dj Stoxx 600, che sintetizza l'andamento dei principali
indici del Vecchio Continente, ha perso il 2,69%, mentre la Borsa di Madrid è
caduta del 5,94%. In rosso anche la chiusura di Wall Street a causa delle nubi
che sembrano addensarsi, come è già accaduto per l'economia greca, sul futuro
economico di Spagna e Portogallo (disoccupazione crescente e deficit di
bilancio) : l'indice Dow Jones, dopo esser sceso brevemente sotto quota 10.000,
ha chiuso a 10.002,18 punti (-2,61%), mentre il Nasdaq é arretrato a 2.125,43
(-2.99%). In perdita anche l'indice S&P 500 a 1.063,11 punti (-3,11%).
Domanda. I timori degli investitori sono fondati o meno? Dipende. Da che cosa?
Dalla qualità del debito pubblico. E chi giudica la bontà o meno del debito
pubblico? Gli stessi investitori attraverso le società di rating, di regola
collegate a società di investimento e banche, le cui speculazione borsistiche
sono però alle origini della crisi.
Ma perché alcune nazioni, come Stati Uniti, Spagna, Portogallo, Grecia, si sono
indebitate? Per ripianare i bilanci di società di investimento e banche,
prossime alla bancarotta, perché dedite alle speculazioni borsistiche. Ora le
società finanziarie e bancarie che hanno goduto di quei finanziamenti pubblici,
non dovrebbero speculare contro i governi che le hanno aiutate. Si tratta di un
comportamento totalmente irrazionale, contrario agli stessi interessi del
capitalismo. Perché pretendendo di fare profitti a breve, perfino sui disastri
che hanno causato, speculando sui debiti pubblici, società finanziarie e banche
di investimento rischiano soltanto di allargare e approfondire la crisi
economica in atto. E quindi di auto-affondarsi e di conseguenza auto-affondare,
se non il sistema, quel poco o tanto, in termini di libertà civili e
democratiche, così faticosamente conquistato nell'ultimo sessantennio.
Perciò “capitalisti” ripensateci… E’ nel vostro interesse, combattere la
speculazione.
Carlo Gambescia
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