Il “nodo Pio XII”
Non
possiamo pretendere di sciogliere il “nodo Pio XII" scrivendo un post.
Certo, come alcuni sostengono, la verità storica va accertata fino in fondo,
aprendo gli archivi Vaticani. Ma può essere sufficiente? Ne dubitiamo. Prima di
spiegare perché, passiamo però in rassegna le varie posizioni.
Antisemiti e antigiudaisti (più sfumato l'atteggiamento degli antisionisti)
sono contro qualsiasi forma di approfondimento "storiografico" perché
vi scorgono una grave intromissione nelle vicende interne della Chiesa, se non
di peggio…
Al contrario la comunità israelitica è favorevole. Anche perché si ritiene, che
Pio XII avrebbe potuto, comunque, fare di più. E ovviamente, al suo interno, i
livelli polemici variano in relazione ai diversi atteggiamenti politici
maturati all'interno della diaspora ebraica.
Il punto è che il “nodo Pio XII” è innanzitutto una questione politica. Perché
legata alle differenti valutazioni degli attori politici internazionali sulla
questione palestinese e in più in generale sul rebus medio orientale.
Perciò, pur auspicandolo, crediamo che un maggiore approfondimento
storiografico, non scioglierà mai “il nodo Pio XII”.
La cultura non può bastare: i “dirimenti” dati archivistici, tanto invocati e
attesi, in un contesto segnato da forti contrasti, rischiano di essere
interpretati, una volta "usciti", secondo le rispettive convenienze
politiche.
Solo un decisivo mutamento dei rispettivi, e per ora contrastanti, interessi
strategici tra Usa, Europa, Israele, mondo arabo e islamico potrebbe
contribuire a scioglierlo. Ma purtroppo ci si può giungere sia con la pace sia
con la guerra.
Perciò, in ultima istanza il nodo Pio XII non è una questione storiografica, ma
di rapporti di forza.
E di intelligenza politica.
Carlo Gambescia
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