I libri della settimana: Alain de Benoist.
Bibliographie 1960-2010, Avant-propos de Michel Marmin, Les Amis
d’Alain de Benoist, Paris 2009, pp. 467, euro 32,00; Alain de Benoist, Au temps des
ideologie “à la mode” (1977-1982), Les Amis d’Alain de
Benoist, Paris 2009, pp. 416, euro ( http://www.alaindebenoist.com/pages/librairie.php ); Alain de Benoist, Comment peut-on être païen?, Èdition revise et
augmentée, Avatar
Èditions 2009, pp. 311, euro 26,00 ( http://www.avatareditions.com/85/comment-peut-on-etre-paien
).
Alain de Benoist si può "anche" discutere, ma si deve
"comunque" leggere . E’ uno dei pochi intellettuali di fama mondiale,
la cui materia grigia non smette mai di lavorare. Non è sicuramente di
sinistra, ma da un bel pezzo neppure di destra. Lo si potrebbe definire un
pensatore “in marcia” attraverso una specie di Terra di Nessuno ideologica, che
sembra non finire mai… Un difficile cammino, per chi abbia il coraggio di seguirlo,
dove di sicuro non ci si annoia. Ma dove si rischia, qualche volta, di perdersi
fra i mille rivoli di un pensiero affascinate e complesso.
Sotto questo aspetto giudichiamo “provvidenziale” la pubblicazione della prima
bibliografia di e su l’opera debenoistiana: Alain
de Benoist. Bibliographie 1960-2010, Avant-propos de Michel Marmin,
Les Amis d’Alain de Benoist, Paris 2009, pp. 467, euro 32,00.
Il volume è diviso in due parti. La prima riguarda i testi di Alain de Benoist:
libri, articoli, pefazioni postfazioni, antologie, contributi a opere
collettive, traduzioni. La seconda parte concerne invece le opere a lui
dedicate: studi universitari, libri, articoli scelti, lavori sulla nuova destra
europea.
Siamo davanti a una sintesi magistrale, la cui capillarità lascia veramente
senza parole. Del resto è la stessa opera debenoistana a imporre un lavoro del
genere. Come scrive Michel Marmin, suo amico e collaboratore da sempre, “se il
pensiero di Alain de Benoist si mostra così vivo, ciò dipende dal fatto che
egli stesso è in perenne ascolto della vita, come animato da una curiosità
autentica e priva di limiti, frutto di un’immensa generosità intellettuale. Non
ci si deve perciò stupire, nello sfogliare questa bibliografia,
dell’incredibile quantità di questioni da lui abbordate”. E dunque anche della
necessità di ricondurre un pensiero così lussureggiante a un qualche principio
d'ordine, benché temporaneo ed esterno come può essere quello racchiuso in un
lavoro bibliografico.
Ma non finisce qui. Perché il pensiero di Alain de Benoist merita, non solo di
essere letto, e magari scoperto, ma anche “riletto”. Di qui l’importanza di non
farsi scappare altri due volumi freschi di stampa: Au temps des ideologie “à la mode” (1977-1982), Les Amis d’Alain de
Benoist, Paris 2009, pp. 416, euro 26; Comment
peut-on être païen?, Èdition revise et augmentée, Avatar Èditions
2009, pp. 311, euro 26,00.
In Au temps des ideologie “à la mode”
sono finalmente raccolti gli scritti pubblicati dal trentenne de Benoist nel
“Figaro-Dimanche” e nel “Figaro Magazine”, dal 1977 al 1982. La cui lettura può
costituire una preziosa sponda per capire storiograficamente le matrici
intellettuali e la gestazione di opere come Vu
de Droite (1977) e Les idées
à l’endroit (1980). Oltre ad apprezzarne, per chi legga il
francese, lo stile di scrittura brillante e colto al tempo stesso.
Quanto a Comment peut-on être païen?,
parliamo di un’opera che alla sua uscita (1981), fece molto rumore, soprattutto
nei circoli cattolici. Venne interpretata come una dichiarazione di guerra. In
realtà de Benoist aveva voluto scrivere un libro weberiano, dove le varie
divinità erano messe sullo stesso piano. E il che, non poteva essere gradito a
certo cattolicesimo tradizionalista, ma neppure progressista, che confondeva,
spesso volutamente, cristianesimo e comunismo. Di qui l’interesse a rileggere,
un libro, che tra l’altro invita chiaramente a distinguere, propendendo per il
primo, tra politeismo intellettuale o cognitivo (prima che religioso e
teologico) e paganesimo folcloristico da quattro soldi. Da segnalare, in
appendice, l’intervista concessa nel 1997 da Alain de Benoist a Charles
Champetier sul Comment peut-on être
païen? Quinze ans après. Dove viene sviluppato il profilo weberiano
dell’approccio “al paganesimo” del pensatore francese. Che meriterebbe di
essere approfondito.
Crediamo che la “legna” debenoistiana
accumulata sia più che sufficiente. Ai lettori, ora, il compito di accedere il
fuoco, divorando questi tre "appetitosi" volumi.
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento