Molti italiani ancora non si rendono conto di essere governati da brutta gente, per dirla alla buona: da partiti, a cominciare da Fratelli d’Italia, con una forma mentis autoritaria, che non promette nulla di buono per il futuro.
Si deve saper cogliere i dettagli. E gli italiani, è noto, sono superficiali, nonché secondo Fabio Cusin (autore di una celebre Antistoria d’Italia), egoisti e profittatori.
Ovviamente si tratta di dettagli, abilmente oscurati da una feroce propaganda di destra, portata avanti dalla tv di stato e dalle reti della famiglia Berlusconi, con l’aiuto di un potente gruppo di giornali organici al governo Meloni.
Perfino sul web, e in particolare sui social, la destra è particolarmente ramificata. La tecnica discorsiva della comunicazione politica, a ogni livello (Dal Tg1 al blog “identitario”), è quello di accusare di ogni male la sinistra, magnificando l’operato della destra. Oltre a dipingere, soprattutto sui social, i valori e l’operato del nazismo e del fascismo, come severi ma giusti e la società aperta dell’Occidente come una macchina repressiva al servizio di élite debosciate.
Non è un bel momento per la cultura liberale e nemica delle dittature.
Si dirà normale propaganda. Nulla di preoccupante. Una pagliacciata…. Tutto passerà, come sono passati Berlusconi e Fini.
Il punto è che il principale propagandista e azionista politico, Fratelli d’Italia, non ha mai fatto i conti con il fascismo. La sua ideologia è a dir poco autoritaria. E si vede. Però, per vedere, si deve guardare nella direzione giusta. E molti, anche tra la gente comune, non guardano, o guardano nelle direzione sbagliata.
Ad esempio nel recente disegno di legge “Sicurezza”, approvato alla Camera, si scopre, tra le altre magagne repressive, una misura, di cui non si è parlato affatto, ma che, a riflettervi, è di una gravità assoluta, soprattutto come dicevamo, per la forma mentis autoritaria che vi è dietro e che apre la porta a prospettive di tipo totalitario. Sì, totalitario, non esageriamo.
Si introduce l' obbligo per i negozi che vendono schede telefoniche SIM di chiedere copia del permesso di soggiorno ai clienti di nazionalità non appartenente all’Unione europea. Chi non rispetta questa norma rischia di vedersi chiudere il negozio per un periodo da cinque a trenta giorni (*).
Sorvolando (ovviamente si fa per dire) sulla gravissima discriminazione, di tipo etnocentrico, tra comunitari ed extracomunitari, che reputa questi ultimi pericolosi a prescindere, quindi colpevoli, senza aver commesso alcun reato: in pratica li si presume, a vista, colpevoli di immigrazione clandestina.
Sorvolando su questo, dicevamo, resta un fatto, come dire prospettico, inquietante, per il nostro futuro di libertà.
Ci spieghiamo subito. Partendo dalla presunzione di colpevolezza, e una volta introdotto un reato conesso in qualche misura all’ appartenenza a una certa razza, religione, eccetera, si potrà vietare la vendita, non solo di beni di largo consumo (come può essere una scheda SIM), ma anche lo stesso accesso al negozio che vende il bene di largo consumo. Che un giorno potrebbe essere un supermercato interdetto a un non caucasico, cioè bianco di pelle.
Capito? Questo negozio è “ariano”. Si ricomincia da capo…
Si dirà che stiamo esagerando, e che esistono le corti dei diritti e le corti costituzionali, alle quali si può ricorrere eccetera, eccetera. Certo. Però solo l’idea, di nuovo in circolazione, del discriminare le persone attraverso la “razza”, perché di questo si tratta, a ottant’anni dalla sconfitta del fascismo e del nazionalsocialismo, è di una gravità assoluta. Non solo per l’atto in sé, ma, ripetiamo, per l’inquietante prospettiva ideologica che si apre e che può riguardare tutti.
Si rifletta, la stessa forma mentis, una volta trasformata in routine politica e sociale, potrebbe imporre al negoziante di non vendere un chilo di pane a chi non presenti la certificazione di appartenenza alla razza bianca o alla religione cristiana. Oppure, addirittura, come giustamento paventato, a chi non abbia preferenze sessuali in linea con le proibizioni racchiuse nei capitoli 18 e 20 del Levitico.
Ritornando alla brutta gente dell’incipit, Giorgia Meloni, la stessa che ha definito le leggi razziali del 1938 una “macchia indelebile” (*), non sembra però comportarsi in mondo conseguente. Il che, al di là degli aspetti politici, non è un comportamento da brava persona. Mente, probabilmente cosciente di mentire. E il partito è con lei.
Brutta gente. Sul serio.
Carlo Gambescia
(*) Qui: https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01428625.pdf#page=40 .
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