Comunico agli amici lettori che tra il serio e il faceto mi è stato suggerito di lasciare in pace Giorgia Meloni, che, testuale, si “sta occupando del bene di questa nazione”. Non dirò di più. Per ora.
La prima cosa che ho pensato è che il mio blog non è quello di Beppe Grillo. Diciamo che ho un piccolo gruppo di lettori, culturalmente agguerriti, di varia estrazione politica, che mi segue con attenzione e simpatia. Diciamo quattro gatti.
Qualche dato. Il mio blog risale al fine del 2005, e da allora, a grandi linee, ho ricevuto quasi un milione di visite uniche per due milioni di pagine lette. Insomma, niente di significativo rispetto a giganti, ripeto, come Beppe Grillo.
Il fatto che però mi incuriosisce è che rispetto al passato, distinto da alcuni attacchi pirata (regolarmente denunciati alla polizia postale), dalla vittoria di Giorgia Meloni in poi avverto intorno a me un crescente clima di malcelata insofferenza. Si tenga pure presente che, oltre che a destra, non sono benvisto a sinistra, ma neppure gli stessi liberali mi amano: quelli di sinistra mi reputano troppo a destra, quelli di destra troppo a sinistra. Insomma, sono un disastro digitale, da manuale del perfetto antilike.
Un’ insofferenza che non riesco a giustificare, dal momento che i miei articoli non sono ripresi dalla stampa a grande tiratura e dai siti più importanti e diffusi. Per non parlare dei famosi “like”, che non superano mai le dieci-venti unità. Per non parlare delle condivisioni, opera di due o tre affezionati.
Anche perché la reazione diciamo “normale” sarebbe quella di alzare le spalle verso chi, come me, che in termini di grandi numeri resta ai nastri di partenza o poco più in là.
Però, evidentemente, coloro che contano mi leggono. Stando anche alle provenienze istituzionali, che rilevo su Shinystat…
Perciò i miei lettori sono avvisati: Carlo Gambescia è pericoloso.
Dimenticavo. Buon 2023 a tutti! Anche a coloro che non mi sopportano.
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.