Si è ormai capito che Giorgia Meloni ha scelto il profilo basso. Si comporta come la segretaria del capo, gentile (ma con la fregatura) con i sottoposti, arrendevole o comunque accomodante con chiunque conti.
E chi sarebbe il capo? L Unione Europea. E i sottoposti? Salvini e Berlusconi. Al primo, in fondo, si è regalato ciò che un tempo si chiamava Ministero dei Lavori Pubblici, per fare la gioia dei giudici che verranno (qui il veleno nel regalo meloniano). Al secondo solo un poco di importanza, come si fa con i generali in pensione. Tanto prima o poi…
Quanto all’Europa, si è scelto, come capita quando il capo si incarta nel fare un'unica fotocopia veloce, di attendere nel proprio ufficio, dandosi lo smalto alle unghie, di essere chiamata in soccorso per la serie “più Italia in Europa”.
Un atteggiamento facilitato dalla manifesta incapacità della sinistra (tutta) di mettere da parte gli slogan populisti. Naturalmente anche gli scandali, abilmente sfruttati dalla stampa di destra, stanno agendo come dissolvente politico e ideologico di un mondo, quello della sinistra, che purtroppo non ha mai capito che chi di populismo ferisce di populismo perisce.
Quanto alla legge finanziaria, per dirla in parole povere, a parte mance a mancette, per più della metà va a coprire gli aiuti per la bolletta energetica, per il resto si punta, come copertura, sui finanziamenti europei. Aiuti e spesa pubblica, con i soldi dell’Unione Europea. Nessuna differenza, nei contenuti economici, con i precedenti governi Conte e Draghi. Salvo, magari, il noblesse oblige draghiano. Insomma i ghirirgori stilistici...
Una mascherata finanziaria venduta all’insegna del “ noi stiamo lavorando bene”, del “noi pensiamo al Pil e agli italiani”. Certo, un Pil gonfiato dalla spesa a pubblica a pioggia con i soldi europei. Ciò avviene grazie anche alla complicità di mass media, sempre più pericolosamente in bilico verso una destra presentata come normale.
Invece va segnato un pericolo. Che rinvia a una nota discordante, apparentemente discordante come vedremo. Forse voluta, per distillare veleno sociale e dopo fornire l’antidoto.
Quella dei migranti. Anzi delle Ong. L’ ultima uscita di Matteo Piantedosi, Ministro dell’Interno, sul complotto ordito dalle Ong e dai servizi segreti (deviati, esteri, non si capisce bene…), è pura fantasia politica da editori di estrema destra. Cosa vogliamo dire? Che la “teoria della sostituzione” ( l' assurda idea del piano cospirativo per sostituire in Europa, semplificando, i bianchi ai neri), ha avuto il suo battesimo ufficiale. E proprio al Viminale. Se ci si passa la semplificazione, è come se la Tv di stato, la Rai, trasmettesse una televendita di materassi al posto del telegiornale.
Il che, cosa sfuggita perfino alla sinistra, è di una gravità assoluta. Il complottismo, sposato da Piantedosi, rimanda al viscido sottobosco dell’estrema destra: gente che va in giro portandosi in tasca il Mein Kampf, I protocolli dei Savi di Sion e per l’appunto il libro razzista di Renaud Camus del 2011 intitolato Le grand remplacement: Introduction au remplacisme global (La grande sostituzione: introduzione alla sostituzione globale).
Ovviamente, Piantedosi, come nota un suo esegeta, Nicola Porro, non dice proprio questo, però il senso è lo stesso: quello di alcuni potenti incappucciati che usano le “armi delle migrazioni di massa” (*).
Di conseguenza, per un verso abbiamo la Segretaria del Consiglio, pardon Presidente, Giorgia Meloni, apparentemente gentile e accomodante, per l’altro il Ministro dell’Interno, che rilancia il complottismo da scantinato dei duri e puri. Ma, attenzione, qui il mix perfetto, che consente alla discordanza di tramutarsi in concordanza: le Ong turberebbero l’armonia europea, alla quale Giorgia e Meloni e Matteo Piantedosi tengono tantissimo. "Com’è umano lei"… Se ci si passa la battuta.
In conclusione, un copione già visto: manganello e doppio petto, pardon tailleur Armani…
Carlo Gambescia
(*) Qui: https://www.nicolaporro.it/ispirate-dai-servizi-segreti-piantedosi-sgancia-la-bomba-sulle-ong/ .
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