Non sappiamo se l’articolo di oggi abbia o meno un contenuto sociologico. Probabilmente, si tratta di un giudizio impressionistico. Però il lettore prenda nota, perché non si sa mai.
Veniamo subito al punto: la conferenza stampa di fine anno di Giorgia Meloni ci ha fatto pensare a quei medici di famiglia, così così, che però trattano i pazienti come bambini, convinti di saperla lunga (cosa che non è) e di poter eludere qualsiasi domanda impegnativa. Medici, in fondo insicuri, che, quando e se capita, fanno morire di cancro gli assistiti, per non avere voluto prescrivere, per paura di incorrere in un’ispezione, un test dirimente al momento giusto, o peggio ancora per aver formulato una diagnosi sbagliata, ovviamente con l’aria sicura: Massì è un foruncolo”. Poi si scoprì, troppo tardi, che era qualcosa di brutto.
Un medico di famiglia, così così, si può sempre cambiare, anche subito (sebbene la qualità dell’assistenza di base sia scarsa). Invece Giorgia Meloni, “votata dagli italiani”, dagli assistiti, per ora non si può sostituire. Dobbiamo tenercela.
Della legge finanziaria, in netta continuità con i governi precedenti, già abbiamo scritto (*).Inutile tornare sul punto. Sotto questo aspetto, Giorgia Meloni incarna quella routinizzazione welfarista della politica che fa apparire i politici tutti uguali, proprio come i medici di famiglia, altri routinizzati. Con una differenza, non da poco, nel caso della Meloni: le radici missine, e di rimbalzo neofasciste.
Ad esempio, la sua insistenza sulla repubblica presidenziale è sospetta. Dal momento che proviene da un’area politica che ha sempre ammirato, se non addirittura venerato gli uomini forti. E che rivendica, addirittura con orgoglio, anche per bocca della Meloni, l’ appartenenza storica a un partito neofascista. Quindi la repubblica presidenziale potrebbe essere il classico Cavallo di Troia.
Insomma, sotto il camice bianco, Giorgia Meloni, saccente ma insicuro medico di famiglia, potrebbe indossare la camicia nera.
Si dirà, dopo aver letto l’ennesimo titolo di “Libero”, ma allora i “comunisti”? I rossi del Pd per dirla con Feltri? Sono quel che sono per carità, ma non hanno mai fatto i salti di gioia, almeno fino a oggi, per la repubblica presidenziale. Una scelta quella del re-presidente (semplificando), che, per intendersi, se non ha tradizioni liberali e democratiche alle spalle, come in Italia ad esempio, rischia di tramutarsi, ripetiamo, in una specie di Cavallo di Troia dell’autoritarismo.
Quel che più preoccupa è l’atteggiamento degli italiani, che ricorda quello della gente seduta (non sempre) nelle sale d’aspetto dei medici di famiglia. Ci si preoccupa che nessuno salti la fila, ma non del fatto che una volta davanti al medico, si troverà dall’altro lato della scrivania un dottore così così. Capace pure di condannare a morte con una diagnosi sbagliata o a scoppio ritardato.
Gli italiani, si sa, politicamente parlando, si accontentano. Sono di bocca buona. Mandano giù tutto. Perciò in qualche misura si meritano la Meloni.
Carlo Gambescia
(*) Ad esempio qui: https://cargambesciametapolitics.altervista.org/legge-di-bilancio-e-malinconia/ ; https://cargambesciametapolitics.altervista.org/la-solita-legge-di-bilancio/ .
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