La politica è soggetta a contraccolpi. Però molto particolari. Per fare un esempio, i processi di radicalizzazione non danno mai vita a opposti processi, per capirsi, di “moderazione”. Qui la particolarità.
Infatti, si tratta di una dinamica politica basata sulla logica del colpo su colpo. Si potrebbe parlare di corsa al rialzo politico. O se si preferisce di una spirale degli eventi che conduce alla crescita dell’odio politico. Un fenomeno attentamente studiato da Guglielmo Ferrero (*).
Di regola, quando superati i limiti di realtà, cioè quello che realmente si può ottenere all’interno di un determinato contesto politico, le crescenti e opposte radicalizzazioni possono causare guerre, anche civili, e rivoluzioni.
In genere i leader, politicamente radicali, si nutrono di una visione falsata della realtà. Per ideologia e forma mentis sono portati a enfatizzare solo alcuni aspetti della realtà, a inventarne altri, e soprattutto a non ascoltare nessun consiglio politico di moderazione.
Il radicalismo politico, di cui il Novecento europeo è ricco di esempi (ad esempio le rivoluzioni russe, la guerra civile spagnola, caduta delle democrazie parlamentari in Italia e Germania), rappresenta un nemico temibile e difficile da combattere perché parla alla “pancia” e non alla “ragione”. Gioca sull’emotività e sul senso di angoscia e insicurezza, che da individuale si trasforma in collettivo, dilagando e distruggendo, come un fiume in piena, tutto ciò che trova sulla sua strada.
Fin qui la teoria. Per la pratica, un ottimo esempio di “contraccolpo radicalizzante”, è rappresentato dalla candidatura di Elly Schlein, su posizioni di sinistra accesa, alla segreteria del Partito democratico. Si tratta infatti di una risposta alla radicalizzazione che si è avuta a destra con l’ascesa governativa di Giorgia Meloni, su posizioni altrettanto accese, ma di destra e all’insegna del dio-patria-famiglia.
Quale triade oppone invece la Schlein? “Diseguaglianze, clima e precarietà” (**). Perciò, come si può capire siamo agli antipodi ideologici. Insomma, per la serie (sociologica), a mitologia si oppone mitologia. E nessuno visse felice e contento…
Quel che però è più minaccioso, resta l’assenza totale del senso di realtà. La Schlein, sottolinea, neppure si trattasse di asportare chrirugicamente un tumore maligno, la necessità di “ cambiare il modello di sviluppo neoliberista che si è rivelato insostenibile”.
Ora, a parte il costruttivismo pericolosissimo (“Facciamo questo, facciamo quello, che ci vuole?”), parlare di “modello di sviluppo neoliberista” nell’Europa di oggi, welfarista e semisocialista, rimanda a una specie di schizofrenico sdoppiamento della personalità. Come da manuale da psichiatria il paziente sente voci e scorge ombre e fili che si allungano intorno a lui. Una situazione imbarazzante e penosa. Eppure questa è, la patologicamente romantica narrazione politica di Elly Schlein.
Ma dove sono i liberali e i liberisti? Se non – dispiace dirlo – nel suo malato cervello politico… L’Europa, di oggi, è saldamente socialdemocratica e liberalsocialista. Se esiste un modello di sviluppo è quello lassista-assistenzialista che porta direttamente alla crisi fiscale dello stato, per troppi tributi e troppa spesa pubblica. Una politica quest’ultima condivisa, anche dalle destre, cosiddette sovraniste. Con un’unica differenza: lo sciovinismo welfarista, ossia del welfare solo per gli europei, ovviamente articolato secondo le varie formule nazionali, pronte a escludere i migranti.
Del resto, per rimanere in Italia, Giorgia Meloni nutre la stessa antipatia, per non dire odio, come si può evincere da numerose sue dichiarazioni, verso il “modello di sviluppo neoliberista”.
Siamo perciò davanti a un pericoloso processo di radicalizzazione politica, che vede prevalere a destra a come a sinistra una specie di schizofrenico gioco al rialzo. Che, se nessuno fermerà in tempo, rischia di condurre ciò che resta dell’Europa liberal-democratica, poco in verità, alla completa rovina.
O se si preferisce, per dirla con un grande economista, al manicomio del mondo.
Carlo Gambescia
(*) Per una rapida sintesi del suo pensiero al riguardo si veda la nostra Introduzione a Bogdan Raditsa, Colloqui con Guglielmo Ferrero. Seguiti da Due Discorsi di Guglielmo Ferrero , Edizioni il Foglio 2022 ( https://www.ibs.it/colloqui-con-guglielmo-ferrero-seguiti-libro-bogdan-raditsa-guglielmo-ferrero/e/9788876069215?inventoryId=465599249&queryId=6155b03244e5b948b88da4942e4ebbc1 ) .
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