La minaccia russa all’Italia di tagliare i rifornimenti energetici è reale. Quanto a un’invasione militare si tratta di una possibilità legata all’esplosione di una guerra tra Nato e Russia e conseguente invasione dell’Europa occidentale, quindi anche dell’Italia. Una minaccia al momento più remota ma da non escludere.
La sinistra dei Guerini e dei Letta ha risposto con fermezza, la destra meno. Draghi, pur esprimendo una sensibilità pacifista, come Mattarella del resto, ha mostrato pari risolutezza.
Qui però veniamo al grande equivoco tra politica interna italiana e grande politica estera russa.
Il quadro è questo: il centrosinistra è contro Putin ma non per la guerra a Putin; la destra nicchia, per passate (neppure tanto) simpatie putiniane (“l’uomo forte” che piace…), però come il centrosinistra è per le sanzioni economiche non per la guerra (pur con varie sfumature dalla Lega e Fratelli d’Italia).
In Italia, a livello politico, soprattutto di governo, domina l’idea che le sanzioni avranno effetto e che Putin, cadrà dall’albero come una pera matura, o comunque che i russi lo deporranno. Sicché libertà, pace e democrazia trionferanno.
Sulla puerilità di questa strategia politica pseudopacifista abbiamo già scritto (1). Inutile tornare sul punto.
Però, nel frattempo, la Russia ci minaccia. A dire il vero, per ora, la risposta politica italiana sembra improntata a fermezza. Durerà? Difficile dire anche perché, sul piano sociale, un italiano su due teme la Russia e uno su quattro la considera dalla parte della ragione (2).
Pertanto un governo, come quello Draghi, attentissimo alla cattura del consenso, appoggiato da una destra molto ambigua su Putin, potrebbe cambiare opinione e accodarsi ai desiderata dei russi e degli italiani, che nella quasi totalità temono la guerra come pure l’effetto negativo delle sanzioni economiche (3).
Certo, la guerra non è amata da nessuno… Però, comunque sia, vari fattori politici e demoscopici indicano che la politica della fermezza può essere e rischio.
Il punto è che l’ antiputinismo economico, quindi non militarizzato della sinistra, come il filoputinismo mascherato sotto il neopacifismo della destra vanno nella stessa direzione del disimpegno militare.
L’Italia ventre molle della Nato, perché disposta a non andare oltre le sanzioni economiche? Non è detto, perché, come notava il generale Jean, nell’intervista pubblicata ieri (4), Putin, proprio perché in difficoltà, potrebbe ricorrere all’uso di armi nucleari tattiche, quindi alzare drasticamente l’asticella dell’intensità del conflitto, insomma, allargarlo, travolgendo anche l’Italia, sul moto dell’indignazione.
Un uso però, che il generale Jean, di fatto, esclude, perché, come si legge, non condiviso da tutti gli alti gradi russi.
Sul punto non concordiamo con il generale. Gli stati maggiori nei due grandi conflitti del Novecento si lasciarono trascinare in guerra dai capi politici: per i militari – gli “uomini a cavallo”- alla fin fine, non si è mai del tutto preparati alla guerra, manca sempre qualcosa. E soprattutto, come nel caso della mobilitazione russa del luglio del 1914, possono sempre intervenire rigidi protocolli burocratici, che, una volta applicati, non possono più essere arrestati. Insomma, è vero che la storia non si ripete, però.
Cosa vogliamo dire? Che, per quelle strane combinazioni di circostanze storiche, l’Italia rischia di ritrovarsi in un guerra, annunciata dai russi, con forze militari ridicole, nessuna rete partigiana di guerriglia, perché inopinatamente smantellata, e con un governo, in buona sostanza, di centrosinistra, pacifista, sostenuto da una destra altrettanto pacifista perché però filoputiniana (la Lega) o comunque poco fedele alla Nato (Fratelli d’Italia), nel contesto di un paese diviso, impaurito, demoralizzato e intimidito dai russi.
Carlo Gambescia
(2) Secondo un sondaggio Ipsos gli italiani imputano alla Russia la responsabilità dell’invasione (63%), ma sono sicuri della sua vittoria (48%). Non pochi (26%) ritengono che la Russia di Putin stia puramente difendendo i propri interessi dall’espansione verso Est della Nato. Si veda qui: https://www.ipsos.com/it-it/sondaggi-politici-pagnoncelli-guerra-russia-ucraina-punto-vista-italiani-come-finira-dimartedi-puntata-15-03-2022
(3) Il 94 e 95 per cento. Si veda il precedente sondaggio Ipsos: https://www.ipsos.com/it-it/guerra-russia-ucraina-italiani-temono-seconda-guerra-fredda-nucleare-ripercussioni-economia
(4) Ad esempio qui: https://cargambesciametapolitics.altervista.org/guerra-in-ucraina-chiamare-le-cose-con-il-loro-nome/
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.