lunedì 9 dicembre 2019

Politica   e  conti correnti
Le bugie di Salvini

A proposito del Mes, Salvini con il solito cinico tempismo ha chiamato in causa i conti correnti dei cittadini. Se passa il “pacchetto”, si legge, l’Unione Europea  alla prima occasione  si approprierà dei risparmi degli italiani.
Si tratta di  pseudo-ragionamento che introduce un rapporto di causa-effetto tra i parametri per ottenere - per ottenere, attenzione... -  da parte delle banche italiane  un prestito europeo e  il fallimento della banche stesse.
Fallimento, dovuto al  rifiuto del credito  in caso di inosservanza dei parametri. Un crollo verticale del  tessuto bancario che, secondo Salvini,  provocherebbe in automatico lo svuotamento dei conti correnti,  bloccati e ripuliti  proprio  in virtù delle regole del  Mes.  E da chi?   Da un' Europa affamata di  recuperare crediti,  in realtà non ancora erogati o  tutt'al più evocati.  E che quindi, non essendo esigibili,   esistono solo nel cervello di Salvini.
Classico esempio di tautologia economica.  Per  capirsi:  è vero che   a ogni credito corrisponde un debito e viceversa,  però per essere tale  un credito deve essere posto in essere. Idem, un debito. Il  “pacchetto”  implica dei parametri, ad esempio sulla natura dei portafogli dei crediti e debiti bancari, ma non è assolutamente obbligatorio per le banche italiane ricorrervi, mettendosi in fila - semplifichiamo -  per ottenere un prestito.  Basta tenere in ordine la casa: fare buona finanza pubblica e privata. E soprattutto, non comprare voti, usando le banche, e in più in generale il sistema creditizio,  come bancomat politici.
Cosa che personaggi come Salvini,  cinicamente  assuefatti  a scambiare voti contro spesa pubblica, non sognano neppure lontanamente di fare. Il che spiega  il miserabile  terrorismo elettorale (“Vi svuotano i conti correnti") per guadagnare un pugno di  voti imbrogliando elettori che a dire il vero  sembra non aspettino altro.  Ma questa è un'altra storia...
Ovviamente,  Salvini si guarda bene  dal riferire agli elettori che cosa accadrebbe se l’Italia uscisse dall' Unione Europea, e in particolare dalla sfera protetta  dell’ Euro.  La Nuova Lira subirebbe la stessa sorte del Marco di Weimar. L’assalto ai conti correnti sarebbe poca cosa rispetto al crollo generalizzato dell’economia italiana. I lettori  ricordino il famoso Piano B di Savona e accoliti sovranisti, che prevedeva, in caso di ritorno alla Lira, da effettuare proditoriamente  nel  fine settimana, la successiva  chiusura  delle banche. Finché, si leggeva,  la situazione  non si stabilizzerà. Cioè a  tempo indefinito.  
Facciamo anche noi terrorismo?  Chi scrive non cerca voti. Riferisce solo nudi fatti. O comunque  si limita semplicemente a smascherare le bugie di un  pericoloso  demagogo, come Salvini,  che usa la paura  per agguantare il potere in un’Italia in cerca di uomini forti, come  tristemente conferma l’ultimo rapporto del Censis.
Siamo messi proprio male. Buona settimana a tutti.