lunedì 23 dicembre 2019

Dopo il congresso di Milano
Ma quale Lega Nazionale?  
Il lupo leghista perde il pelo ma non il vizio

I mass media  si sono concentrati su  Bossi in carrozzella che biascica di un passato  politico che non c’è più.  Ma anche  su Salvini con il presepe in mano invece dell’ampolla pagana.  Un aitante "Capitano"   che celebra i futuri  trionfi  della Lega nazionale e  cristianissima (cattolica non sapremmo).
In realtà, il presepe come l’ampolla, per non parlare delle nostalgia per il potere perduto  di un Bossi malato, per usare una metafora banale, hanno semplice valore fumogeno. Dal momento che la sostanza della Lega non è mai cambiata.

Che cos’era la Lega, prima della cosiddetta rivoluzione salviniana?  Un partito razzista (contro i “Terroni”),  demagogico-protestatario (meno tasse più pensioni),  e law and order (lavori forzati, pene durissime, controlli di polizia asfissianti). 
E oggi con  Salvini? Un partito razzista (come sopra) demagogico-protestatario (come sopra) e law and order (come sopra). 
Certo,  ai  "Terroni",  tuttora non ben visti al Nord, la “nuova” Lega ha  aggiunto gli "Immigrati". Ma  per il resto non è cambiato nulla. Il lupo leghista, per dirla alla buona, ha perso il pelo ma non il vizio.
Pertanto  Bossi, sulla sua carrozzella, poverino,  può dormire sonni tranquilli… Naturalmente,  può aprirsi all’interno del leghismo una gara tra razzisti contro i meridionali e razzisti contro gli immigrati. Ma è sempre  lotta tra lupi. E feroci.
In realtà,  il famoso nodo delle autonomie  si risolve in una specie di processo scalare per gradi, dal basso  verso l'alto,  di un  etnocentrismo  che al valore uno è contro i meridionali,  al valore 2 è contro gli immigrati. E così via, perché poi toccherà a tutti gli altri...

Nelle Lega  di liberale  non c’è mai stato nulla.  Sempre che non ci si proponga di dilatare il concetto di liberalismo fino a ricomprendervi il populismo, di cui il Carroccio, e forse più di Forza Italia, resta  l’anticipazione politica italiana.
Inoltre, parlare di populismo liberale  è  pura e semplice fantapolitica. Il populismo, per sua natura, e non solo concettualmente, antepone  la società all’individuo  e  lo stato alla società. Per parlare difficile il Carroccio è concettualmente "olista".  
Per fare solo un piccolo esempio: si noti,  dove amministra la Lega,  lo strapotere della cosiddetta polizia locale, impiegata addirittura nell’ambito dei controlli sui tributi locali.   Siamo davanti alla mano artigliata  di occhiuti  microstati, dove il potere politico è tutto l’individuo è nulla.  Sicché Salvini sogna di estendere il modello razzista e  law and order bossiano, ammirato da tutta la Lega. a tutta l’Italia.  Promettendo come l’anziano e malato  fondatore della Lega, meno tasse più pensioni.
Con una differenza però, e in peggio. Che l’overdose di nazionalismo, riverniciata come sovranismo,  che anima la Lega di Salvini,  può portare l’intera Italia fuori dall’Europa.  Di qui il pericolo,  in un mondo globalizzato ma distinto da blocchi geopolitici, del  piccolo cabotaggio o dell’autarchia di “Terraferma” che rimanda  -  leghismo "lumbard" o meno -   al triste  epilogo  della Serenissima.  Fossilizzatasi, dopo la scoperta del Nuovo Mondo,  per ragioni dimensionali (in tutti i sensi, militari, politici, sociali ed economici),  sulle vecchie rotte, che  ormai non interessavano più a nessuno.  E così vivacchiò fino a Campoformio, abbracciando, in modo parassitario  la decadenza italiana e  ottomana. Benino magari, ma prigioniera, nel suo Golfo "allargato" all'Adriatico, di una irrimediabile obsolescenza.  

Un'ultima cosa.  Certo positivismo politologico che si definisce liberale (pure Facta e Tittoni  si definivano tali…)  -  pensiamo a un articolo di Corrado Ocone (*) -   qualifica  addirittura come  “ambizioso”  il programma di Salvini. Capito? Un programma obsolescente, da Repubblica Veneta della decadenza, addirittura al cubo.  
Ocone si  interroga   su come Salvini 

“riuscirà a superare l’ostilità del deep state, delle forze al comando in Europa e in definitiva dei mercati? Una strada tutta in salita, come si vede, ma è nelle difficoltà che si tempra la statura di un leader”.

Notare la chiusa volitiva e, prima ancora (si legga però l’intero articolo), quel dare per scontato, che la nuova Lega rappresenti politicamente un fatto nuovo.  In realtà,  la Lega di Salvini è  la Lega di sempre. E ogni buon liberale dovrebbe saperlo. Dovrebbe.  
Carlo Gambescia
 (*)      Qui l'articolo di Corrado Ocone:  https://formiche.net/2019/12/lega-salvini-bossi-ocone/